Corriere della Sera 02.04.2008
Il film Le anticipazioni della Abc sul controverso «W»: in una scena il futuro presidente, ubriaco, insulta il padre
George secondo Stone: alcol, Dio e l'ossessione per Saddam
di Ennio Caretto
Oliver Stone lo definisce una «biopic», un film biografico su George W. Bush, politico e umano al tempo stesso. Ma dalle anticipazioni della tv Abc, il suo film sul presidente, intitolato semplicemente «W», potrebbe essere devastante, come lo fu quello fu Richard Nixon. Il controverso regista traccia un ritratto polemico di Bush, prima di un alcolizzato in continua competizione con il padre, poi di un leader deciso a distruggere il nemico che aveva tentato di assassinarglielo, Saddam Hussein. E pur evidenziandone il tormento interiore e la religiosità, gli attribuisce un linguaggio scurrile. In uno dei momenti più drammatici della vigilia della guerra dello Iraq, quando il presidente francese Jacques Chirac chiede una proroga di un mese per gli ispettori dell'Onu, Bush non ci vede più: «Trenta giorni! — urla nel film —. Mi piacerebbe infilare un intero piatto di patatine della libertà in gola a quel viscido pezzo di m...!». Patatine della libertà fu il nome dato da Bush alle «french fries», le patatine fritte, in spregio a Chirac.
«W» ripercorre la vita del presidente, dal fermo di polizia all'università di Yale per avere abbattuto un palo della porta del campo di football alle ubriacature continue a base di vodka e succo d'arancia coi compagni. In uno degli episodi familiari più avvilenti, Bush padre richiama il figlio ormai adulto, che ebbro al volante ha investito un deposito di rifiuti: «Rivolgiti all'Anonima alcolici!». Bush Jr. lo insulta, lo sfida a fare pugni: «Tu, mister perfezione! Tu mister eroe di guerra! Tu mister va a ....!».
Per Oliver Stone, che ha scritto il copione assieme a Stanley Wieser, il fantasma paterno è la chiave di lettura di Bush figlio, che non si sente alla sua altezza, non vi si sentirà neppure dopo che il predicatore Billy Graham lo avrà liberato dall'alcool e reso un «cristiano rinato» in presunto contatto diretto con Dio. Persino la madre Barbara continuerà a dubitare di lui, gli chiederà di rinviare la sua candidatura a governatore del Texas: «Sei una linguaccia e hai scatti d'ira incontrollabili, non ti eleggeranno».
Nel film, la guerra dell'Iraq è un regolamento di conti di «W» con Saddam Hussein. Il ministro della difesa Donald Rumsfeld obbietta che «la scimmia ammaestrata che ci ha portato l'inferno è Bin Laden, non Saddam», e il presidente s'infuria: «Tu non attenti alla vita di un Bush e poi te ne vanti. Hai capito?». Secondo Stone, il presidente è convinto che il padre sia stato sconfitto alle elezioni del '92 da Bill Clinton perché non ha eliminato il raìs: «Se tu lo avessi fatto, saresti stato rieletto », dice a Bush sr. Quando l'Onu tergiversa, si rivolge al premier inglese Blair: «Mettiamo le insegne dell'Onu su un caccia, e uccidiamo Saddam».
Ma quando annuncia la guerra al principe saudita Bandar, s'interrompe per guardare una partita di football in tv, e quasi soffoca ingoiando una ciambella. Nel corso del conflitto la sua condotta si fa bizzarra. Confida al vicepresidente Cheney di correre più in fretta facendo jogging «per dare un contributo personale alla vittoria». Ari Fleischer, l'ex portavoce di Bush, ha protestato che «è tutto inventato, non ho mai sentito il presidente dire volgarità, e il suo rapporto col padre è molto stretto». «W», che sarà interpretato dall'attore Josh Brolin e da Elizabeth Banks nella parte della first lady Laura, si chiude con Bush che sogna di giocare a baseball con i Rangers: impugna il bastone, guarda al cielo, ma non c'è la palla. Forse è una metafora per una presidenza andata a male, «per il buio che mi segue» come disse a Billy Graham. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain può solo augurarsi che Stone non distribuisca il film prima delle elezioni di novembre.
Il film Le anticipazioni della Abc sul controverso «W»: in una scena il futuro presidente, ubriaco, insulta il padre
George secondo Stone: alcol, Dio e l'ossessione per Saddam
di Ennio Caretto
Oliver Stone lo definisce una «biopic», un film biografico su George W. Bush, politico e umano al tempo stesso. Ma dalle anticipazioni della tv Abc, il suo film sul presidente, intitolato semplicemente «W», potrebbe essere devastante, come lo fu quello fu Richard Nixon. Il controverso regista traccia un ritratto polemico di Bush, prima di un alcolizzato in continua competizione con il padre, poi di un leader deciso a distruggere il nemico che aveva tentato di assassinarglielo, Saddam Hussein. E pur evidenziandone il tormento interiore e la religiosità, gli attribuisce un linguaggio scurrile. In uno dei momenti più drammatici della vigilia della guerra dello Iraq, quando il presidente francese Jacques Chirac chiede una proroga di un mese per gli ispettori dell'Onu, Bush non ci vede più: «Trenta giorni! — urla nel film —. Mi piacerebbe infilare un intero piatto di patatine della libertà in gola a quel viscido pezzo di m...!». Patatine della libertà fu il nome dato da Bush alle «french fries», le patatine fritte, in spregio a Chirac.
«W» ripercorre la vita del presidente, dal fermo di polizia all'università di Yale per avere abbattuto un palo della porta del campo di football alle ubriacature continue a base di vodka e succo d'arancia coi compagni. In uno degli episodi familiari più avvilenti, Bush padre richiama il figlio ormai adulto, che ebbro al volante ha investito un deposito di rifiuti: «Rivolgiti all'Anonima alcolici!». Bush Jr. lo insulta, lo sfida a fare pugni: «Tu, mister perfezione! Tu mister eroe di guerra! Tu mister va a ....!».
Per Oliver Stone, che ha scritto il copione assieme a Stanley Wieser, il fantasma paterno è la chiave di lettura di Bush figlio, che non si sente alla sua altezza, non vi si sentirà neppure dopo che il predicatore Billy Graham lo avrà liberato dall'alcool e reso un «cristiano rinato» in presunto contatto diretto con Dio. Persino la madre Barbara continuerà a dubitare di lui, gli chiederà di rinviare la sua candidatura a governatore del Texas: «Sei una linguaccia e hai scatti d'ira incontrollabili, non ti eleggeranno».
Nel film, la guerra dell'Iraq è un regolamento di conti di «W» con Saddam Hussein. Il ministro della difesa Donald Rumsfeld obbietta che «la scimmia ammaestrata che ci ha portato l'inferno è Bin Laden, non Saddam», e il presidente s'infuria: «Tu non attenti alla vita di un Bush e poi te ne vanti. Hai capito?». Secondo Stone, il presidente è convinto che il padre sia stato sconfitto alle elezioni del '92 da Bill Clinton perché non ha eliminato il raìs: «Se tu lo avessi fatto, saresti stato rieletto », dice a Bush sr. Quando l'Onu tergiversa, si rivolge al premier inglese Blair: «Mettiamo le insegne dell'Onu su un caccia, e uccidiamo Saddam».
Ma quando annuncia la guerra al principe saudita Bandar, s'interrompe per guardare una partita di football in tv, e quasi soffoca ingoiando una ciambella. Nel corso del conflitto la sua condotta si fa bizzarra. Confida al vicepresidente Cheney di correre più in fretta facendo jogging «per dare un contributo personale alla vittoria». Ari Fleischer, l'ex portavoce di Bush, ha protestato che «è tutto inventato, non ho mai sentito il presidente dire volgarità, e il suo rapporto col padre è molto stretto». «W», che sarà interpretato dall'attore Josh Brolin e da Elizabeth Banks nella parte della first lady Laura, si chiude con Bush che sogna di giocare a baseball con i Rangers: impugna il bastone, guarda al cielo, ma non c'è la palla. Forse è una metafora per una presidenza andata a male, «per il buio che mi segue» come disse a Billy Graham. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain può solo augurarsi che Stone non distribuisca il film prima delle elezioni di novembre.
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