domenica 13 aprile 2008

Non rimane che dare sepultura alla salma di Radio Gamma5

Radio Gamma 5 non esiste più.
Oggi è venuto a mancare anche il più lontano ricordo di quello che la Radio è stata.
La Radio è morta il primo giugno 2007, informatevi e capirete perchè .
Per lunghi mesi abbiamo vegliato la sua salma.
Anzi possiamo dire che la veglia si poteva considerare solo la triste attesa della morte del suo fondatore: Franco Carraro.
All'inizio di quest'anno Carraro ci ha lasciato.
Oggi le frequenze della Radio erano mute, sembrava quasi uno segno del fatto che ormai la Radio non è più una voce libera, e che le idee di libertà sostenute da Franco Carrano non abbiano più il loro spazio.
L'assemblea straordinaria dei soci è stata penosa. In merito esiste anche una registrazione video , quasi completa, del suo andamento.
Tra tutti i tristi avvenimenti di questo evento voglio evidenziare solo quello che mi riguarda. Il presidente della Radio, sarebbe meglio definirlo dominatore, con una votazione illegale sotto tutti i punti di vista, ha deciso la mia radiazione da socio della cooperativa.
Per mesi ho curato questo blog, ho deciso di abbandonarlo e di tramutarlo in un monumento funebre che ricordi quello che è stata Radio Gamma 5.
Francesco Scanagatta

venerdì 11 aprile 2008

Per salvare il culo alle banche e al modello economico Usa il Fondo si scopre statalista

Per salvare il culo alle banche e al modello economico Usa il Fondo si scopre statalista

di Sabina Morandi

Liberazione del 09/04/2008

Senza interventi governativi non si esce dalla crisi del credito che rischia di penalizzare la crescita globale. A dirlo è il capo del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn che aggiunge: «la necessità di un intervento pubblico sta diventando sempre più evidente». In occasione degli incontri di primavera, le due istituzioni che più hanno fatto per diffondere il neo-liberismo rampante - Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale - hanno perso la fede nelle capacità taumaturgiche del mercato e consigliano una terza linea difensiva da aggiungere a quella monetaria e a quella fiscale perchè, come dice Strauss-Kahn, se la liquidità delle banche «non può essere ripristinata abbastanza rapidamente dal settore privato, bisogna considerare l'impiego dei soldi pubblici». E, tanto per mostrare che fa sul serio, il Fondo mette sul mercato le sue riserve di oro il cui valore si aggira sui 6 miliardi di dollari.
La doppia morale del libero mercato non è una novità: se i soldi pubblici servono per salvare le banche non c'è niente di male, ma se a qualcuno viene in mente di utilizzarli per dare un tetto ai cittadini vittime dei mutui o per finanziare la sanità pubblica, finisce immediatamente all'indice per sospette nostalgie stataliste. Del resto, anche il ruolo che il Fondo recita per conto del Tesoro americano non è affatto nuovo, anche se stavolta le sue stime di crescita, chiaramente confezionate per arginare la fuga dei capitali verso l'eurozona, sono state apertamente criticate da esponenti di rilievo dell'establishment europeo come il ministro tedesco Junker, il commissario europeo Almunia e il governatore di Bankitalia Draghi. Quello che non si era mai visto, però, è un'inversione di tendenza così netta da parte di un'istituzione che ha mostrato un'intransigenza criminale nel difendere la purezza del suo assunto ideologico anche di fronte a crisi ben più devastanti di quella di oggi.
Nel corso di tutti gli anni Novanta, com'è noto, l'ideologia del mercato über alles ha indotto buona parte dei paesi a rinunciare a ogni controllo sugli investimenti esteri, aprendo così la strada alle scorribande del capitale speculativo e alle annesse crisi ricorrenti. Una delle più gravi, la crisi asiatica del 1997, fu il prodotto di una manovra speculativa alimentata dal panico che, in pochi mesi, mise in fuga tutti i capitali dalla regione malgrado le economie delle Tigri fossero più che solide. Il risultato, come scrisse l'Economist, fu «una distruzione di risparmi di proporzioni generalmente associate a una guerra totale». Per invertire la tendenza e calmare il panico finanziario sarebbe bastato un prestito rapido e deciso come fece il Tesoro statunitense per salvare il Messico nel '94, tanto per dimostrare al mercato che le istituzioni internazionali consideravano quelle economie solide. Nel '97, invece, la parola d'ordine era lasciar fare al mercato e anzi approfittare della crisi per finire di smantellare «i residui di un sistema fortemente condizionato da investimenti gestiti dal governo» come dichiarò Alan Greenspan.
Mentre l'Asia veniva sconquassata da un'epidemia di suicidi, assalti ai negozi e bancarotte, l'allora capo del Fondo Monetario, Michel Camdessus, si adeguò al verbo di Wall Street: dopo mesi di criminale inattività - durante i quali si sarebbero potuti autorizzare dei prestiti tampone per arginare il panico - il Fondo preparò dei pacchetti di aiuti da discutere con i paesi in crisi. Le discussioni, che si protrassero per parecchi preziosi mesi, erano necessarie perché gli aiuti, in realtà dei prestiti, erano condizionati alla disponibilità di smantellare l'odioso "intervento governativo" nell'economia. In sostanza, a paesi rovinati proprio per avere rinunciato a ogni controllo sui movimenti di capitali, vennero "consigliate" ulteriori deregulation.
La Malesia, che non ritenne ragionevole «distruggere la propria economia per farla migliorare» - come dichiarò il primo ministro di allora - rifiutò gli aiuti del Fondo e per questo finì all'indice ma si salvò. Gli altri, Indonesia, Thailandia, Filippine e Corea del Sud, dovettero aprire ogni settore alle corporation e, soprattutto, s'impegnarono a non interferire in alcun modo con la falce darwiniana del mercato. Mentre le imprese fallivano una dietro l'altra, ai governi di quei paesi venne tassativamente vietato di finanziare cuscinetti sociali per salvare le masse immiserite e anzi venne imposto loro di abbandonare anche i normali strumenti di controllo, come per esempio calmierare i prezzi dei generi di prima necessità. A differenza di oggi, allora il Fondo Monetario non ritenne necessario «valutare l'impiego di soldi pubblici» per dar da mangiare a un esercito di disoccupati anche se, secondo dati raccolti dalla Banca mondiale, in seguito alla crisi asiatica almeno 20 milioni di persone precipitarono sotto la soglia della povertà. Fu quell'intransigenza a spingere molti paesi - soprattutto quelli latino-americani - a sganciarsi dal sistema dei prestiti provocando quella crisi di liquidità che adesso costringe il Fondo a mettere in vendita le sue riserve auree per trovare i soldi con cui salvare le banche statunitensi.

Franco Carraro, Gamma 5 e lo spiritismo del Cerchio Firenze 77 e del Cerchio Ifior di Genova.

Franco Carraro, Gamma 5 e lo spiritismo del Cerchio Firenze 77 e del Cerchio Ifior di Genova.
Frugando fra i vecchi documenti nel computer, prima ancora che fosse in uso internet (almeno per me) ho rinvenuto un file contenente tre lettere che feci a Franco Carraro in risposta ad alcuni suoi concetti. Allora Franco Carraro era uno spiritista legato al Cerchio Firenze 77 e al Cerchio Ifior di Genova.
Ne ho fatto quattro pagine che ho caricato in web:

Una pagina di presentazione:

“Franco Carraro, Radio Gamma 5 e lo spiritismo del Cerchio di Firenze 77 e Ifior di Genova”
Che trovate all’indirizzo:
http://www.stregoneriapagana.it/francocarrarogamma5.html

E tre pagine degli argomenti trattati:

1) Piano fisico; Piano mentale; Piano astrale!
2) A proposito del concetto di Assoluto!
3) Questioni inerenti alle sedute spiritiche di qualunque tipo e in qualsiasi modo si svolgano!


Che trovate agli indirizzi:

http://www.stregoneriapagana.it/corpoastrale.html
http://www.stregoneriapagana.it/assoluto.html
http://www.stregoneriapagana.it/spiritiifior.html


Si tratta di tre argomenti che chi ha ascoltato Franco Carraro erano centrali nelle sue esternazioni. Il concetto di assoluto, il concetto degli spiriti o maestri astrali, e la questione del piano fisico, piano mentale e piano astrale.
Queste pagine sentono il tempo e risentono, nel linguaggio, anche la mediazione che ero costretto a fare per tentare di entrare in sintonia con Franco tuttavia esprimono tutta una serie di principi propri del Paganesimo Politeista. Solo la pagina dell’assoluto, quella che parla di Terminius, è già stata utilizzata in rete in quanto era già stata scritta come pagina e adattata al dibattito con Francesco Carraro (detto Franco).
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell’Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 – Marghera Venezia
e-mail claudiosimeoni@libero.it

giovedì 10 aprile 2008

Moria di api, il pesticida finisce sotto accusa

Brescia Oggi, Giovedì 10 Aprile 2008
IL CASO. La piaga - denunciano gli allevatori - si è manifestata con virulenza in Franciacorta, ma il fenomeno si sta estendendo al Sebino, Garda e Bassa
Moria di api, il pesticida finisce sotto accusa
L’ Asl ha incaricato l’Istituto zooprofilattico di eseguire tutte le analisi Gli apicoltori preoccupati

Centinaia di migliaia di api stanno morendo nella nostra provincia, presumibilmente a causa di un pesticida. Il grido d’allarme giunge dalla Franciacorta, ma si tratterebbe di un fenomeno esteso a tutta la provincia: finora sono una decina i casi registrati in Garda, Bassa e Sebino. Floriano Mazzoldi, apicoltore di Paderno, in pochi giorni ha perso 50 arnie su 55: «tutta colpa di un pesticida utilizzato durante la semina del mais che ha un effetto letale sulle api anche a distanza di diversi chilometri» afferma. Se si dovesse proseguire su questa strada «il 95 per cento delle api bresciane rischia di morire - prosegue Mazzoldi - con gravi conseguenze per tutto l’ambiente». Oltre a produrre miele, le api sono un fondamentale indicatore del livello di benessere ambientale, fungono in sostanza da termometro per testare la vivibilità delle aree in cui vivono. La moria di api si era già verificata proprio in Franciacorta nel corso dell’estate 2005. Allora la colpa ricadde sulla «cicalina» impiegata nel trattamento dei vitigni. Oggi, la responsabilità dell’«eccidio» sarebbe da attribuire ai neonicotinoidi, una classe di insetticidi che agisce a livello del sistema nervoso bloccando il passaggio degli impulsi e causando la morte degli insetti. L’uso di queste sostanze sarebbe sconsigliato vicino ai corsi d'acqua e nel periodo della fioritura per l’effetto letale che hanno proprio sulle api. Gli apicoltori bresciani temono un crack della produzione di miele, mentre l’Asl ha incaricato l’ istituto zooprofilattico di Brescia di esaminare i «cadaveri» delle api intossicate per avere un quadro più preciso sulla moria.F.AP.

martedì 8 aprile 2008

Veneto Pagan Moot giovedi' 10 aprile 2008

Incontro Wicca e Pagano -
Pagan Moot Veneto 10 aprile 2008
salve,
giovedi' 10 aprile 2008
Montegrotto Terme ore 20,45.
al Pub Imbolc,
Via Aureliana 11 Montegrotto Terme (PD)
si terra' l'incontro mensile dei pagani e wiccan
veneti. L'incontro è aperto a tutti.

Incontro periodico mensile ogni secondo giovedì del
mese.
Il primo Pagan Moot Veneto è avvenuto nel dicembre
2005.

" Durante il pellegrinaggio della vita, il politeista
si reca da un tempio all'altro, pratica differenti
rituali, differenti modi di vita, differenti metodi di
sviluppo interiore. Resta costantemente cosciente
della coesistenza di una moltitudine di vie che
portano al divino… il monoteista non può vedere in
modo chiaro, fianco a fianco, i diversi stadi del suo
sviluppo passato e futuro, illustrati da diversi
simboli, diversi Dèi, diversi culti, diversi
comportamenti religiosi, ogni suo tentativo per
superare i limiti dei dogmi e delle leggi del sistema
in cui si trova immerso tende a fargli perdere
l'equilibrio. ", uso le parole Alain Danielou per
cercare di far capire lo spirito che anima molti dei
partecipanti al moot.


Cos'è un moot?
"Un Moot è semplicemente un incontro tenuto in un
locale pubblico (solitamente un pub o simile) ad
intervalli fissi in cui le persone si possono
incontrare per conoscersi, discutere, consigliarsi e
quant' altro. Il fatto che l' incontro si tenga sempre
con la stessa periodicità facilita l' organizzazione
per tutti, visto che non si deve cercare di contattare
tutti ogni volta per mettersi d' accordo, e che le
persone hanno la possibilità di organizzare i propri
impegni per tempo sapendo quando c'è il Moot. Inoltre
tutte le persone nuove nella comunità possono andare
ad un Moot".
saluti.

Questi incontri diventano sempre più importanti,
perchè rappresentano la possibilità di contrastare la
follia del monoteismo in tutte le sue varianti.
Proprio in questi giorni un "anonimo" esorcista ha
dato la dimostrazione di come ogni religione derivante
dal monoteismo sia pericolosa, infatti ha dichirato:
"Ma possono essere in balia del maligno anche governi
(«quando fanno scelte scellerate») o chi professa
altre religioni («in quelle pagane il diavolo è
insito»).", il diavolo è divinità solo per i
cristiani. il diavolo appartiene solo alla follia
delle religioni rivelate. Quello che un simile
ragionamento lascia traparire è la volontà di
"demonizzare" tutte le religioni diverse dal
monoteismo, e la speranza di tramutare l'Italia in una
teocrazia, per poter disporre di leggi che consentano
agli inquisitori cattolici di riaccendere i roghi.

francesco scanagatta

cell 349 7554994.

domenica 6 aprile 2008

20.000 euro di multa non certo a causa Simeoni e Scanagatta

Vi ricordate l'assemblea dei conduttori di Radio Gamma5 del 28 marzo 2008?
Avete notato l'assurdo rifiuto di farmi leggere il verbale con cui l'Autority dava una multa di 20.000 euro alla nostra radio?
Mi sono chiesto il perchè di questo comportamento; grazie ad un socio della Radio, sono venuto in possesso di una copia di questo atto. E ho capito tutto. Il verbale e la conseguente multa si si riferisono solo ad una specifica situazione, cioè a quella in cui la Radio di si è dichiarata, tramite la lettera presentata all'autority, responsabile di mancato controllo. Vi riporto la parte dell'articolo della legge che giustifica la multa: "... per le trasmissioni ad accesso condizionato che comunque impongano l'adozione di un sistema di controllo specifico e selettivo". Leggetevi il verbale e scoprirete che l'autority scrive che la radio sui motivi del primo verbale non ha giustificato niente.
Claudio Simeoni ha fatto ricorso. Io come socio, per tutelare la radio, ho fatto ricorso. Quasi tutti gli elementi presenti nel primo verbale NON sono stati sanzionati. L'Autority, visti i ricorsi di Simeoni e mio, si è pronunciata solo sugli elementi di competenza esclusiva dell'amministrazione della Radio.
Aavevo offerto tutta la mia disponibilità nel predisporre un ricorso a nome della radio: è stato rifiutato. Contro questo secondo verbale si poteva presentare ricorso, ma qualcuno ha lasciato passare il tempo utile (volutamente?) per presentare ricorso al Tar.
Francesco Scanagatta
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mercoledì 2 aprile 2008

Radio Gamma 5 in attesa del 13 aprile

Chi segue la radio sicuramente ha capito che non mi riferisco alle elezioni politiche.
Il 13 aprile rappresenta una data "storica" per il futuro della Radio. A meno di sorprese questa data rappresentera un punto di svolta per il tipo di Radio che diventerà (o rimarrà la nostra Gamma5)?.
Inutile dire che in questo momento si stanno scontrando due visioni della radio che non hanno niente in comune fra loro. Radio Gamma 5 sarà quella fondata da Franco Carraro o proseguirà la sua trasformazione in sacrestia?
Nell'ultima assemblea i due fronti che si sono scontrati davano la dimostrazione di questo.
Si è battagliato sull'affermazione fatta dai componenti della "dittuatura bianca" circa l'affermazione dell'esistenza del bene e del male. Chi si riconosceva nelle idee di Franco non condivideva questa posizione. Chi ha ascoltato Franco si ricorderà sicuramente la sua posizione sul tema. Apro una parentesi personale, Io e Franco Carraro abbiamo sempre avuto scontri sulle idee, penso che tutti si ricordino il nostro "scontro" sul caos, ma su questo tema concordavamo perfettamente.
Gli aspiranti "dittatori bianchi" su questo tema hanno sorvolato, hanno preferito attribuire scopi occulti ed di interessi personali ai loro oppositori.
Certo uno spettacolo veramente "indecoroso", voglio essere buono nel definire determinati comportamenti a cui ho assistito.
Tante altre accadimenti dovrebbero essere criticati e fatti conoscere. Una vicenda personale: Venerdì mi è stato impedito di poter esercitare i miei diritti di socio, nella prossima assemblea non sono dispoto ad accettare il ripetersi di una simile situazione. Tutelerò il mio diritto con tutti i mezzi legali che mi sono consentiti. Dico questo non per garantirmi il diritto di ritornare ai microfoni della radio, ma solo per rispettare l'intesa che sempre c'è stata tra me e Franco, di agire affinchè la radio sia sempre un luogo di libertà ove tutti possano esprimere la loro idea.
Se questo non dovesse essere è meglio che la radio...
Francesco Scanagatta

Dal Molin: «Coop rosse, via al boicottaggio»


«Coop rosse, via al boicottaggio»

di Orsola Casagrande

Il Manifesto del 30/03/2008

Dopo l'assegnazione dell'appalto per la base Usa, i no Dal Molin preparano la risposta

Sarà l'assemblea di martedì sera al presidio permanente a decidere le iniziative future dopo l'assegnazione dell'appalto per la costruzione della nuova base militare Usa al Cmc e alla Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna. Venerdì sera davanti alla prefettura dove il presidio aveva organizzato una manifestazione si è discusso molto di questa decisione di affidare alle cooperative rosse l'appalto. «E' una decisione molto grave - dice Marco del presidio - anche se naturalmente ce l'aspettavamo. E' una decisione che svela molte cose». Non va giù ai vicentini il fatto che il candidato premier del Partito democratico Walter Veltroni per esempio, nella sua visita alla città del Palladio, abbia voluto ribadire che la base al Dal Molin si farà. «Certo - dicono al presidio - è il premio per le cooperative rosse. E il premio soprattutto per il Cmc che non ha potuto fare l'alta velocità in val Susa». E proprio con i valsusini da ieri sono costanti i rapporti. Perché i no Tav conoscono molto bene il consorzio di Ravenna e hanno subito dato il loro sostegno ai vicentini per le iniziative future. La prima cosa che è venuta in mente a tutti e che da venerdì circola insistentemente è l'idea di un boicottaggio delle cooperative, magari una giornata nazionale in modo da coinvolgere i cittadini che a Vicenza hanno più volte espresso la loro solidarietà partecipando, per esempio, alle manifestazioni nazionali dei mesi scorsi.
«Discuteremo in assemblea - dice Olol Jackson - delle iniziative e delle proteste da prendere. Certo è che non staremo a guardare». Per Marco «non ci mancheranno le occasioni per farci sentire, visto che i lavori dovrebbero durare almeno quattro anni secondo quanto indicato dagli stessi americani». Al presidio ritengono anche che l'annuncio del vincitore dell'appalto abbia molto a che fare con la campagna elettorale in corso. «Ci è sembrato francamente - dice sempre Marco - un atto di propaganda. Soprattutto l'affermazione che i lavori cominceranno in estate. Non ci pare realistico visto che praticamente i lavori di bonifica, che dovevano essere preliminari a qualunque altro lavoro, sono sostanzialmente fermi. E se non lo sono - aggiunge Marco - visto che ci hanno detto che c'erano centinaia di ordigni da eliminare, ci piacerebbe sapere che fine hanno fatto».
I lavori di bonifica erano stati fermati nei mesi scorsi dalle azioni pacifiche ma determinate dei cittadini. E da una serie di azioni di presidio e boicottaggio delle imprese coinvolte in questi lavori anche fuori da Vicenza, per esempio a Firenze, sede di una delle imprese incaricate. «E' chiaro che il boicottaggio - dice ancora Marco - ci pare una delle forme di lotta più appropriate e efficaci. Vedremo in assemblea in che modo e in che forma attuarlo». Il Cmc è noto in val Susa per la mancata realizzazione del tunnel di Venaus. «Ci ricordiamo - dice Marco - le affermazioni del presidente del Cmc anche rispetto a Vicenza e alla base militare Usa. Per lui - aggiunge - non c'era alcuna contraddizione nel fatto che una cooperativa rossa potesse accettare di costruire una base di guerra. E' evidente che a queste cooperative non interessa nulla delle comunità, né dei territori. Le nostre istanze, come quelle dei valsusini non vengono ascoltate da chi ha in testa solo il profitto».
La vicenda Dal Molin ha registrato negli ultimi giorni una serie di accadimenti importanti e per certi versi anche inquietanti. Dalle perquisizioni di giovedì a casa di alcuni giovani legati al presidio all'assegnazione dell'appalto. Venerdì sera i no Dal Molin volevano consegnare al prefetto le firme (oltre seimila) raccolte tra i cittadini in solidarietà con i destinatari degli avvisi di garanzia per l'occupazione della prefettura. Il prefetto non c'era. Così non ha ricevuto nemmeno le ampolle di acqua al cherosene raccolta nei pressi dell'oleodotto militare dove nelle scorse settimane ci è stato un pesante incidente. I no Dal Molin continuano la loro campagna elettorale originale. I candidati della lista Vicenza Libera saranno impegnati oggi in una biciclettata nei quartieri periferici della città. «Perché vogliamo dire ai cittadini - dice Marco - che il comune non deve essere solo il luogo dove inviare lamentele. Dobbiamo essere noi i protagonisti, dobbiamo riappropriarci della politica, senza delegare a nessuno». Così oggi i ciclisti andranno a perlustrare le strade delle periferie per raccogliere la denuncia dei cittadini rispetto alle buche, strade dissestate, punti pericolosi. L'esperimento della lista Vicenza Libera è anche questo, riprendere in mano la gestione della cosa pubblica coinvolgendo e non imponendo ai cittadini delle scelte calate dall'alto.

A. a. a. Val Susa. Si vendono pezzi di terra garantiti Notav per fermare il supertreno


A. a. a. Val Susa. Si vendono pezzi di terra garantiti Notav per fermare il supertreno

di Maurizio Pagliassotti

Liberazione del 30/03/2008

Non costa nulla diventare padroni del futuro in Val Susa. La lotta contro il supertreno segna un nuovo punto a favore di chi l'opera strategica per eccellenza proprio non la digerisce. Oggi sui prati di Chiomonte, dove un progetto vorrebbe far uscire il tunnel di base del cosiddetto «studio alternativo», un notaio si siederà dalle nove del mattino fino alle dieci di sera e certificherà l'atto di acquisto di circa 1500 persone che hanno deciso di comprarsi quello che chiamano «un posto in prima fila»: un metro quadro circa di terreno che poi, in caso di apertura dei cantieri, dovrà essere espropriato con relativi deliri di carte bollate, notifiche etc. Insomma, una sorta di guerriglia preventiva.
Se mai verrà il giorno dell'apertura dei cantieri, le procedure burocratiche necessarie per riconoscere i proprietari ed espropriarli (è indispensabile farlo sul posto) richiederanno mesi.
L'idea è venuta in mente ad Alberto Perino un paio di mesi fa, e la speranza al tempo era di coinvolgere mille persone. Ne sono arrivate cinquecento in più e infatti ora si sta pensando di fare shopping Notav un po' in tutti i luoghi strategici della Val Susa.
Se il movimento ha risposto con entusiasmo, i sindaci di valle hanno dimostrato molto meno calore.
Basta poco per comprarsi un pezzo di terra Notav, si possono scaricare i moduli dal sito www.notav.it , oppure si va ai vari presidi di valle o a Torino presso la sede dell'Associazione Pro Natura. Pochi fogli da compilare, meno di quindici euro da investire e l'opzione di acquisto è completata. Bastano la carta di identità, il codice fiscale e cinque minuti contati. Il problema all'inizio era per chi non era proprietario di beni immobili. Domande varie: si paga l'Ici su un metro quadro di terra? Bisogna inserirlo nella dichiarazione dei redditi? Su tutto questo fronte le risposte sono rassicuranti. Dato che si tratta di appezzamenti minuscoli di prati sperduti tra le montagne che non danno reddito, non sarà necessario dichiarare nulla né verrà richiesto il pagamento Ici.
Attualmente lo shopping è sospeso, ma si conta di riaprirlo al più presto per altre località a rischio, Venaus e Villarfocchiardo prima di tutte. L'obbiettivo è di raggiungere oltre trentamila lotti sparsi per la valle. A macchia di leopardo.
Dato che in val Susa ormai nessuno si fida più della politica, l'operazione «compra un posto in prima fila» è riservata alle persone fisiche e non a quelle giuridiche. Niente partiti, associazioni o altro come acquirenti quindi, ma solo singoli cittadini.
Oggi però ci sarà da sudare perché sotto il caldo sole della primavera bisognerà fare un bel po' di coda prima di mettere la firma davanti al notaio. Prima i valligiani, poi i forestieri. I torinesi sono previsti per la tarda serata. Si inizierà alle otto del mattino e la fine è prevista per le ventidue. Poco male, ci sarà una mega grigliata, colombe e uova pasquali, danze, concerti... la solita baldoria Notav.
Mario Virano, responsabile dell'Osservatorio Tecnico (un "coso" ormai agonizzante perché disconosciuto da tutti) irride l'idea Notav sostenendo che «non serve a nulla, il tunnel potrebbe passare cinquecento metri più in alto più in basso..», reazione scomposta dettata dal nervosismo crescente. Un tunnel di base lungo cinquanta km, non si può spostare come un pacchetto di patatine, qualsiasi studente di ingegneria riderebbe di un'affermazione simile.
Conclude poi Virano: «Per le Olimpiadi di Torino abbiamo espropriato tre milioni di lotti senza problemi... Facciano quello che vogliono in val Susa, non servirà a bloccare i lavori». Esempio infelice perché lo scempio dell'abbandono post olimpico delle mega opere costruite per il 2006 è sotto gli occhi di tutti. Si veda la cattedrale nel deserto della pista da bob di Cesana Torinese.
In realtà tutti sono consci che non sarà solo «la guerriglia burocratica» a fermare chi vuole la mega opera, ma è un altro granello di sabbia messo dentro l'ingranaggio Tav. Inoltre è un segnale forte per chi vedeva il movimento diviso e bloccato, in parte addirittura pentito riguardo il passato. Solo poche settimane fa il sindaco di Torino Chiamparino ha lanciato l'idea di una manifestazione Sitav in val Susa, subito decaduta e frettolosamente ribattezzata come «provocazione».
In realtà le affermazioni di Virano e Chiamparino sono indice di un'armata brancaleone che ogni giorno cambia idea, a destra come a sinistra. Di questi tempi la novità di un terzo tracciato pensato dagli ingegneri fai da te Martinat, ex sottosegretario alle infrastrutture (An), e Napoli, piccolo politico locale (Forza Italia). Secondo costoro il nuovo tracciato dovrebbe fare tappa a Susa con una mega stazione internazionale «per il turismo». Un'ipotesi, in parte sposata anche da Mercedes Bresso, che demolisce l'idea che il Tav sia per le merci e non per i passeggeri, dato che tra i due diversi tipi di trasporto esiste una differenza di velocità pari a 120 km/h. In poche parole si intaserebbe tutto, oppure si dovrebbero fare delle bretelle aggiuntive dentro la montgna. Altra novità secondo i due è la creazione di una nuova piattaforma logistica sostitutiva di quella di Orbassano. Fino a ieri tutti avevano sempre giurato che che l'interporto di Orbassano era insostituibile, strategico... Ma questo gli ingegneri fai da te non lo ricordano.

"Non ci arrenderemo mai"

«Perquisizioni e coop, ma non ci fermiamo»

di Orsola Casagrande

su Il Manifesto del 01/04/2008

La leader dei no dal Molin, Cinzia Bottene: «La procura ha voluto intervenire prima delle elezioni. Adesso chiuda in fretta le indagini». E sull'appalto per raddoppiare la base Usa di Vicenza: «Ce lo aspettavamo, per loro è un lavoro come un altro»

Tutto procede con estrema serenità. Cinzia Bottene è uno dei volti del presidio permanente e della battaglia contro la nuova base militare che gli Usa, complice il governo Prodi, vorrebbe costruire nel cuore di Vicenza. Sorridente, affabile, disponibile come sempre Cinzia Bottene è anche la candidata sindaco della lista che il presidio ha messo in piedi in occasione delle elezioni comunali. «Sono serena - dice - e questa serenità mi deriva dal fatto che non ho brame di potere». Mettersi a disposizione di una causa, prima di tutto perché in quella causa si crede. E' questo che sta alla base della decisione di candidarsi alle elezioni.

Partiamo da qui, dalla campagna elettorale. Come sta andando?

Come ho detto noi siamo estremamente sereni. Nessuno dei candidati e nessuno dei partiti ha la nostra serenità, mi sento di poterlo dire senza timore di smentite. Perché noi non abbiamo ambizioni di potere. Per noi queste elezioni sono una tappa di una battaglia che dura da due anni. Le elezioni non sono il capolinea e questo ci è molto chiaro. La battaglia è ancora soltanto all'inizio e lo sappiamo bene. Le elezioni andranno come andranno, noi continueremo a stare in pista. Se andrà male il nostro percorso non si esaurirà. Se andrà bene (ride, ndr) forse i risvolti negativi ci saranno per me nel senso che dovrò modificare la mia vita, inevitabilmente.

Come ti accoglie la gente?

Direi bene. Mi fermano persone insospettabili, e non solo perché sconosciute. Mi fermano le persone più diverse, per età, estrazione sociale. In generale i commenti sono tutti positivi. La gente ci chiede di continuare e esprime la loro solidarietà. Chiede di essere coinvolta. Penso che i vicentini abbiano compreso il messaggio che abbiamo cercato di comunicare: noi non aspiriamo a entrare in consiglio comunale per interesse personale. Vogliamo metterci a disposizione della città, o per meglio dire vogliamo essere uno strumento in più per i vicentini. Che potranno avere voce in comune e dire la loro su quali siano le scelte migliori per la città.

In questa ultima settimana ci sono stati due episodi diversi tra loro ma entrambi piuttosto inquietanti, come li avete definiti. Partiamo dalle perquisizioni nelle abitazioni di alcuni esponenti del presidio.

Ho denunciato e continuerò a farlo che si è agito con poca cautela, mettiamola così. I tempi erano sbagliati. Questa sull'attentato all'oleodotto è un'indagine che va avanti da dieci mesi. Allora due settimane in più per ordinare le perquisizioni non avrebbero fatto alcuna differenza. Invece si è scelto di farle prima delle elezioni. Io ho chiesto e lo ribadisco che, vista l'urgenza con cui si è proceduto alle perquisizioni, si proceda altrettanto rapidamente alla chiusura delle indagini. Vogliamo che prima delle elezioni vengano resi pubblici i risultati delle indagini, delle analisi dei computer e dell'altro materiale sequestrato. Noi non abbiamo timori perché le nostre azioni sono tutte alla luce del sole. Quanto poi alle dichiarazioni del procuratore sul fatto che sia stato il presidio a rendere pubbliche le perquisizioni noi ripetiamo che non abbiamo nulla da nascondere. A parte il fatto che sarebbe stato assai difficile tenere nascoste perquisizioni condotte in abitazioni private da dieci agenti. E poi davvero, noi non abbiamo paura di rendere pubbliche le notizie che ci riguardano proprio perché non abbiamo nulla da nascondere.

L'altra cosa che è accaduta in questa settimana è stata la comunicazione da parte degli americani del vincitore del contratto per la costruzione della nuova base.

Per noi si è trattato di una conferma, non di una notizia. Che l'appalto sia stato affidato a cooperative rosse non ci stupisce, del resto le dichiarazioni del presidente del Cmc di Ravenna non potevano lasciare dubbi sul fatto che il profitto viene prima di qualunque altra cosa. Il denaro evidentemente non puzza e per realizzare denaro qualcuno è disposto a fare qualunque cosa. Il presidente del Cmc ha detto che per lui la costruzione della base americana al Dal Molin è soltanto un altro appalto, che lui ha cinquemilacinquecento dipendenti da mantenere. Io non penso che sia così. Non penso che si possa accettare tutto, sempre.

Cosa bolle in pentola per i prossimi giorni?

L'assemblea del presidio deciderà che forme di protesta attuare nei confronti delle cooperative rosse, pensiamo al boicottaggio. Vedremo in questi giorni. E poi il 7 aprile in piazza delle poste ci sarà una grande serata di spettacolo e parole con Dario Fo e don Gallo.

George secondo Stone: alcol, Dio e l'ossessione per Saddam

Corriere della Sera 02.04.2008
Il film Le anticipazioni della Abc sul controverso «W»: in una scena il futuro presidente, ubriaco, insulta il padre
George secondo Stone: alcol, Dio e l'ossessione per Saddam
di Ennio Caretto

Oliver Stone lo definisce una «biopic», un film biografico su George W. Bush, politico e umano al tempo stesso. Ma dalle anticipazioni della tv Abc, il suo film sul presidente, intitolato semplicemente «W», potrebbe essere devastante, come lo fu quello fu Richard Nixon. Il controverso regista traccia un ritratto polemico di Bush, prima di un alcolizzato in continua competizione con il padre, poi di un leader deciso a distruggere il nemico che aveva tentato di assassinarglielo, Saddam Hussein. E pur evidenziandone il tormento interiore e la religiosità, gli attribuisce un linguaggio scurrile. In uno dei momenti più drammatici della vigilia della guerra dello Iraq, quando il presidente francese Jacques Chirac chiede una proroga di un mese per gli ispettori dell'Onu, Bush non ci vede più: «Trenta giorni! — urla nel film —. Mi piacerebbe infilare un intero piatto di patatine della libertà in gola a quel viscido pezzo di m...!». Patatine della libertà fu il nome dato da Bush alle «french fries», le patatine fritte, in spregio a Chirac.
«W» ripercorre la vita del presidente, dal fermo di polizia all'università di Yale per avere abbattuto un palo della porta del campo di football alle ubriacature continue a base di vodka e succo d'arancia coi compagni. In uno degli episodi familiari più avvilenti, Bush padre richiama il figlio ormai adulto, che ebbro al volante ha investito un deposito di rifiuti: «Rivolgiti all'Anonima alcolici!». Bush Jr. lo insulta, lo sfida a fare pugni: «Tu, mister perfezione! Tu mister eroe di guerra! Tu mister va a ....!».
Per Oliver Stone, che ha scritto il copione assieme a Stanley Wieser, il fantasma paterno è la chiave di lettura di Bush figlio, che non si sente alla sua altezza, non vi si sentirà neppure dopo che il predicatore Billy Graham lo avrà liberato dall'alcool e reso un «cristiano rinato» in presunto contatto diretto con Dio. Persino la madre Barbara continuerà a dubitare di lui, gli chiederà di rinviare la sua candidatura a governatore del Texas: «Sei una linguaccia e hai scatti d'ira incontrollabili, non ti eleggeranno».
Nel film, la guerra dell'Iraq è un regolamento di conti di «W» con Saddam Hussein. Il ministro della difesa Donald Rumsfeld obbietta che «la scimmia ammaestrata che ci ha portato l'inferno è Bin Laden, non Saddam», e il presidente s'infuria: «Tu non attenti alla vita di un Bush e poi te ne vanti. Hai capito?». Secondo Stone, il presidente è convinto che il padre sia stato sconfitto alle elezioni del '92 da Bill Clinton perché non ha eliminato il raìs: «Se tu lo avessi fatto, saresti stato rieletto », dice a Bush sr. Quando l'Onu tergiversa, si rivolge al premier inglese Blair: «Mettiamo le insegne dell'Onu su un caccia, e uccidiamo Saddam».
Ma quando annuncia la guerra al principe saudita Bandar, s'interrompe per guardare una partita di football in tv, e quasi soffoca ingoiando una ciambella. Nel corso del conflitto la sua condotta si fa bizzarra. Confida al vicepresidente Cheney di correre più in fretta facendo jogging «per dare un contributo personale alla vittoria». Ari Fleischer, l'ex portavoce di Bush, ha protestato che «è tutto inventato, non ho mai sentito il presidente dire volgarità, e il suo rapporto col padre è molto stretto». «W», che sarà interpretato dall'attore Josh Brolin e da Elizabeth Banks nella parte della first lady Laura, si chiude con Bush che sogna di giocare a baseball con i Rangers: impugna il bastone, guarda al cielo, ma non c'è la palla. Forse è una metafora per una presidenza andata a male, «per il buio che mi segue» come disse a Billy Graham. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain può solo augurarsi che Stone non distribuisca il film prima delle elezioni di novembre.

martedì 1 aprile 2008

In cosa vogliono trasformare Radio Gamma 5?

Ci sarebbe da scrivere un libro su quanto è successo nell'assemblea di venerdì scorso.
Molti non hanno compreso gli accadimenti di quell'evento. Il linguaggio utilizzato nel corso della trasmissione odierna dai nostri Pamio e Girotto era abbastanza "cifrato", solo chi era presente all'assemblea ha potuto capire a cosa i due si riferivano.
La loro capacità di accettare le discussioni e le critiche si è manifestata con il comportamento tenuto nei miei confronti: mi hanno sbatutto il telefono in faccia.
Trasmetto su Radio Gamma 5 da 12 (dodici) anni. Sono arrivate in radio su invito personale dell'amico Franco Carraro. Fu lui a telefonarmi e chiedermi se volevo fare una trasmissione "una tantum" o una trasmissione fissa.
Molte cose saranno dette nell'assemblea dei soci del 13 aprile, invito tutti i soci a parteciparvi. Invito anche i soci a sfiduciare l'attuale consiglio di amministrazione.
Per il momento voglio solo intervenire sul fatto che ha fatto che da detonatore all'attuale situziazione, cioè la votazione per l'allontamento delle trasmissioni di Massimo "l'infermiere". Vorrei ricordare che un conduttore è stato allontanato con procedimento analogo. Qualcuno si ricorda di "Mario da Rovigo"? Io votai contro la sua espulsione. I favorevoli al suo allontamento vinsero per uno o due voti di vantaggio. "Mario da Rovigo" aveva il sostegno di Franco Carraro. Franco accettò la scelta dell'assemblea, non intervenne per annullare quel voto. Il nostro presidente, speriamo ancora per poco, non ha avuto lo stesso "stile". D'imperio ha annullato il voto dell'assemblea. Non penso che un simile comportamento possa essere ricondotto allo stile di "Radio Gamma5".
Per quanto concerne la "multa" giunta alla radio per la trasmissione "magia, stregoneria, paganesimo", c'è solo da aggiungere che il consiglio di amministrazione non ha presentato ricorso contro il verbale di contestazione. Il nuovo verbale che erogava la multa, stando alle loro dichiarazioni, è giunto in radio due giorni dopo dell'assemblea dei conduttori di febbraio, hanno comunicato la notizia della sanzione durante l'assemblea del 28 marzo.
Cosa gli costava informarmi? Potevo fare ricorso contro la sanzione. Ricordo che il precedente verbale dava alla radio 15 giorni di tempo per il ricorso. Perchè hanno lasciato trascorrere tutto questo tempo senza informarmi? Hanno voluto evitare di fare ricorso o di impedirmi di presentare un nuovo ricorso?
Penso che gli amici della radio potranno farsi un'idea della situazione quando pubblicherò quanto la radio ha scritto all'autority per il primo verbale.
Questoè tutto per il momento.
Francesco Scanagatta

Gamma 5: cosa ne facciamo?


Trasmissione speciale oggi alle 15 con Marcello Pamio e la partecipazione di Paolo Girotto.
I confronti diretti della scorsa assemblea conduttori preludono a serie riflessioni sul futuro dell'emittente. Cosa è stato fatto, cosa faremo? Errori, proteste, ravvedimenti, impegno personale, sforzi collettivi e risultati, passato, presente e futuro di una realtà radiofonica libera che continua ad esistere fin che c'è chi si impegna per questo.
Chi ha perso la trasmissione può aggiornarsi ascoltando la replica notturna.