mercoledì 2 aprile 2008

"Non ci arrenderemo mai"

«Perquisizioni e coop, ma non ci fermiamo»

di Orsola Casagrande

su Il Manifesto del 01/04/2008

La leader dei no dal Molin, Cinzia Bottene: «La procura ha voluto intervenire prima delle elezioni. Adesso chiuda in fretta le indagini». E sull'appalto per raddoppiare la base Usa di Vicenza: «Ce lo aspettavamo, per loro è un lavoro come un altro»

Tutto procede con estrema serenità. Cinzia Bottene è uno dei volti del presidio permanente e della battaglia contro la nuova base militare che gli Usa, complice il governo Prodi, vorrebbe costruire nel cuore di Vicenza. Sorridente, affabile, disponibile come sempre Cinzia Bottene è anche la candidata sindaco della lista che il presidio ha messo in piedi in occasione delle elezioni comunali. «Sono serena - dice - e questa serenità mi deriva dal fatto che non ho brame di potere». Mettersi a disposizione di una causa, prima di tutto perché in quella causa si crede. E' questo che sta alla base della decisione di candidarsi alle elezioni.

Partiamo da qui, dalla campagna elettorale. Come sta andando?

Come ho detto noi siamo estremamente sereni. Nessuno dei candidati e nessuno dei partiti ha la nostra serenità, mi sento di poterlo dire senza timore di smentite. Perché noi non abbiamo ambizioni di potere. Per noi queste elezioni sono una tappa di una battaglia che dura da due anni. Le elezioni non sono il capolinea e questo ci è molto chiaro. La battaglia è ancora soltanto all'inizio e lo sappiamo bene. Le elezioni andranno come andranno, noi continueremo a stare in pista. Se andrà male il nostro percorso non si esaurirà. Se andrà bene (ride, ndr) forse i risvolti negativi ci saranno per me nel senso che dovrò modificare la mia vita, inevitabilmente.

Come ti accoglie la gente?

Direi bene. Mi fermano persone insospettabili, e non solo perché sconosciute. Mi fermano le persone più diverse, per età, estrazione sociale. In generale i commenti sono tutti positivi. La gente ci chiede di continuare e esprime la loro solidarietà. Chiede di essere coinvolta. Penso che i vicentini abbiano compreso il messaggio che abbiamo cercato di comunicare: noi non aspiriamo a entrare in consiglio comunale per interesse personale. Vogliamo metterci a disposizione della città, o per meglio dire vogliamo essere uno strumento in più per i vicentini. Che potranno avere voce in comune e dire la loro su quali siano le scelte migliori per la città.

In questa ultima settimana ci sono stati due episodi diversi tra loro ma entrambi piuttosto inquietanti, come li avete definiti. Partiamo dalle perquisizioni nelle abitazioni di alcuni esponenti del presidio.

Ho denunciato e continuerò a farlo che si è agito con poca cautela, mettiamola così. I tempi erano sbagliati. Questa sull'attentato all'oleodotto è un'indagine che va avanti da dieci mesi. Allora due settimane in più per ordinare le perquisizioni non avrebbero fatto alcuna differenza. Invece si è scelto di farle prima delle elezioni. Io ho chiesto e lo ribadisco che, vista l'urgenza con cui si è proceduto alle perquisizioni, si proceda altrettanto rapidamente alla chiusura delle indagini. Vogliamo che prima delle elezioni vengano resi pubblici i risultati delle indagini, delle analisi dei computer e dell'altro materiale sequestrato. Noi non abbiamo timori perché le nostre azioni sono tutte alla luce del sole. Quanto poi alle dichiarazioni del procuratore sul fatto che sia stato il presidio a rendere pubbliche le perquisizioni noi ripetiamo che non abbiamo nulla da nascondere. A parte il fatto che sarebbe stato assai difficile tenere nascoste perquisizioni condotte in abitazioni private da dieci agenti. E poi davvero, noi non abbiamo paura di rendere pubbliche le notizie che ci riguardano proprio perché non abbiamo nulla da nascondere.

L'altra cosa che è accaduta in questa settimana è stata la comunicazione da parte degli americani del vincitore del contratto per la costruzione della nuova base.

Per noi si è trattato di una conferma, non di una notizia. Che l'appalto sia stato affidato a cooperative rosse non ci stupisce, del resto le dichiarazioni del presidente del Cmc di Ravenna non potevano lasciare dubbi sul fatto che il profitto viene prima di qualunque altra cosa. Il denaro evidentemente non puzza e per realizzare denaro qualcuno è disposto a fare qualunque cosa. Il presidente del Cmc ha detto che per lui la costruzione della base americana al Dal Molin è soltanto un altro appalto, che lui ha cinquemilacinquecento dipendenti da mantenere. Io non penso che sia così. Non penso che si possa accettare tutto, sempre.

Cosa bolle in pentola per i prossimi giorni?

L'assemblea del presidio deciderà che forme di protesta attuare nei confronti delle cooperative rosse, pensiamo al boicottaggio. Vedremo in questi giorni. E poi il 7 aprile in piazza delle poste ci sarà una grande serata di spettacolo e parole con Dario Fo e don Gallo.

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