di ar. zamp.
La frenata dell'economia e un forte aumento delle spese militari, con un bilancio del Pentagono ai livelli più alti dalla Seconda guerra mondiale (anche in termini reali), contribuiranno ad aggravare il deficit pubblico americano, che nel 2008 toccherà i 410 miliardi, sfiorando il record negativo di quattro anni fa. Le proiezioni per l'anno prossimo non sono più ottimiste: 407 miliardi di deficit.
Queste cifre, che fotografano una realtà inquietante, molto diversa dai surplus dell'era clintoniana, sono contenute nel documento di bilancio presentato ieri da George W. Bush. Le spese federali saranno di 3100 miliardi. «E' una proposta solida, in grado di proteggere gli Stati Uniti e di stimolare la crescita», ha commentato il presidente subito dopo una riunione di gabinetto. Ma al di là delle dichiarazioni di facciata, il documento — l'ultimo della presidenza Bush — ripropone le contraddizioni della politica economica repubblicana e finirà al centro dello scontro politico elettorale.
La maggioranza democratica del Congresso, infatti, che non ha alcuna intenzione di approvare il bilancio così com'è, lo addita come l'ennesimo tentativo di proporre strade fallimentari di politica economica, privilegiando i ricchi, riducendo le tasse, tagliando i servizi sociali, e al tempo stesso incrementando le spese militari.
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