No-tav in piazza, pronti con qualsiasi governo...
di Maurizio Pagliassotti
Liberazione del 14/02/2008
Che sia Veltroni o Berlusconi, i valsusini si troveranno al centro della bufera e per questo si preparano chiedendo l'abbandono dell'Osservatorio istituzionale e manifestando dissenso alla linea dei sindaci
Tornano le barricate in Valsusa. All'orizzonte della vicenda Tav si profilano momenti di tensione e il movimento si prepara. Per i No-tav il nemico si chiama Veltrusconi, il nuovo che avanza perché non c'è migliore madre delle larghe intese che l'alta velocità. Per fronteggiare chiunque vinca nelle prossime elezioni i valsusini ieri si sono incontrati a Condove: per ricordarsi i bei tempi dei ministri Lunardi e Scajola e soprattutto per rincarare la dose dell'opposizione al progetto. Il rumoroso incontro, a cui hanno partecipato oltre mille persone, si è svolto in concomitanza con il tavolo politico avvenuto a Roma.
La solita marea di bandiere bianche con scritta rossa si è radunata in piazza Martiri della Libertà alle cinque del pomeriggio sfidando l'aria fredda proveniente dalle montagne circostanti. Il momento è importante per il movimento. Da qualche tempo una pressante campagna stampa lo dà spacciato, diviso, a livello popolare e istituzionale. Secondo l'adagio che tutti sarebbero pentiti e ora vorrebbero il treno. Dalla piazza di ieri invece giungono fatti e parole del tutto contrari: non si passa né oggi né fra dieci anni. Qualsiasi governo si incarterà come tutti gli altri e vengano pure anche con i carri armati. Il movimento è compatto come due anni fa. Con un surplus di messaggio al "la Sinistra l'Arcobaleno": tira un'aria di astensionismo fortissima da queste parti, fate qualcosa per recuperare. Gli amministratori locali (leggi Antonio Ferrentino) che eventualmente si candideranno alle prossime politiche rischiano di prendere pochi voti dal movimento. E l'osservatorio deve essere abbattuto, gli amministratori devono uscirne subito perché è una truffa. Fine del messaggio a Roma, a Torino e anche ai sindaci della Valle.
I fatti: per prevenire ogni fraintendimento il movimento ha iniziato la campagna "compra un posto in prima fila." In località Colombera, vicino a Chiomonte, un paio di cittadini stanno vendendo (in realtà regalano) lotti di un metro quadro del terreno dove dovrebbe terminare il mega tunnel del "nuovo percorso" (quello tracciato nei grafici della stampa confindustriale ma senza un progetto). Lo scopo: qualora l'ipotesi fantasiosa del nuovo tracciato dovrebbe essere realizzata si schianterebbe contro migliaia di espropri forzosi. Talvolta la burocrazia italiana può essere davvero un ostacolo insormontabile. E dopo Chiomonte altro shopping di terreno si prevede a Mattie, ove sbucherebbe il presunto camino di ventilazione.
A guardarlo da fuori il movimento No-tav sembra sentire l'eccitamento della ripresa della lotta a tutto campo. E' vero infatti che due anni di governo Prodi hanno calmato e rasserenato gli animi. Sapere che voti strategici dell'esecutivo controllavano la vicenda tav ha fatto ripiegare molte bandiere. Ora la situazione è cambiata e non sono in pochi quelli che vedono nel futuro un potenziale aspetto positivo, ovvero la chiusura definitiva della partita con largo anticipo. Giovanni Vighetti, della redazione di "Sarà Dura!", ad esempio commenta: «Cosa stanno facendo a Roma? Un governo sfiduciato dovrebbe occuparsi solo dell'ordinaria amministrazione. La Tav è ordinaria amministrazione? Perché Ferrentino è giù e non qua con noi?». Il presidente della Comunità Bassa Val Susa è a Roma perché si sente forte proprio dei dati dell'Osservatorio che smontano pezzo per pezzo la pretesa che la Tav sia necessaria e urgente. Se sul tavolo romano non si facessero trucchi la sua strategia sarebbe corretta. Ma la piazza che ieri si è riunita a Condove non si fida, teme ribaltoni e vorrebbe passare subito al rovesciamento del tavolo a cui siedono Prodi, Di Pietro, Pecoraro Scanio, Bresso, Virano, Chiamparino... ufficialmente seduti per risolvere il nodo del tracciato della nuova linea. Bisognava arrivare a una proposta entro questa primavera. Obiettivo semplicemente impossibile da raggiungere.
L'incontro è stato caratterizzato da un duro scontro tra il sindaco di Torino Chiamparino, la presidente della Regione Bresso e Ferrentino. I primi due volevano imporre un accordo per riconoscere di fatto l'accettazione del tunnel di base (quello di 75 chilometri). Forzatura che ha portato a un passo dalla rottura. E' passata invece la linea di attendere la fine del mandato dell'osservatorio, il 30 giugno, per la valutazione di tutte le opzioni in base ai risultati ottenuti (al momento tutti favorevoli al fronte No-tav), compresa quella che prevede il solo ammodernamento della linea storica. Tanto che il ministro Ferrero ha buon gioco a dire che se il tavolo ha «preso atto delle risultanze dell'Osservatorio», il governo «dovrebbe trarre ora le conseguenze pratiche» ovvero «l'attuale linea ferroviaria è del tutto sottoutilizzata e per i prossimi trent'anni non c'è bisogno di nessuna nuova linea o di una nuova galleria». Meglio discutere su opere utili per il trasporto e senza colossali sprechi. Intanto, il tavolo politico ha anche ideato il Piano strategico per il territorio, ovvero 500mila euro per opere di compensazione per la Valle e gli altri territori della provincia di Torino attraversati dalla linea. Lo zuccherino per gli amministratori.
di Maurizio Pagliassotti
Liberazione del 14/02/2008
Che sia Veltroni o Berlusconi, i valsusini si troveranno al centro della bufera e per questo si preparano chiedendo l'abbandono dell'Osservatorio istituzionale e manifestando dissenso alla linea dei sindaci
Tornano le barricate in Valsusa. All'orizzonte della vicenda Tav si profilano momenti di tensione e il movimento si prepara. Per i No-tav il nemico si chiama Veltrusconi, il nuovo che avanza perché non c'è migliore madre delle larghe intese che l'alta velocità. Per fronteggiare chiunque vinca nelle prossime elezioni i valsusini ieri si sono incontrati a Condove: per ricordarsi i bei tempi dei ministri Lunardi e Scajola e soprattutto per rincarare la dose dell'opposizione al progetto. Il rumoroso incontro, a cui hanno partecipato oltre mille persone, si è svolto in concomitanza con il tavolo politico avvenuto a Roma.
La solita marea di bandiere bianche con scritta rossa si è radunata in piazza Martiri della Libertà alle cinque del pomeriggio sfidando l'aria fredda proveniente dalle montagne circostanti. Il momento è importante per il movimento. Da qualche tempo una pressante campagna stampa lo dà spacciato, diviso, a livello popolare e istituzionale. Secondo l'adagio che tutti sarebbero pentiti e ora vorrebbero il treno. Dalla piazza di ieri invece giungono fatti e parole del tutto contrari: non si passa né oggi né fra dieci anni. Qualsiasi governo si incarterà come tutti gli altri e vengano pure anche con i carri armati. Il movimento è compatto come due anni fa. Con un surplus di messaggio al "la Sinistra l'Arcobaleno": tira un'aria di astensionismo fortissima da queste parti, fate qualcosa per recuperare. Gli amministratori locali (leggi Antonio Ferrentino) che eventualmente si candideranno alle prossime politiche rischiano di prendere pochi voti dal movimento. E l'osservatorio deve essere abbattuto, gli amministratori devono uscirne subito perché è una truffa. Fine del messaggio a Roma, a Torino e anche ai sindaci della Valle.
I fatti: per prevenire ogni fraintendimento il movimento ha iniziato la campagna "compra un posto in prima fila." In località Colombera, vicino a Chiomonte, un paio di cittadini stanno vendendo (in realtà regalano) lotti di un metro quadro del terreno dove dovrebbe terminare il mega tunnel del "nuovo percorso" (quello tracciato nei grafici della stampa confindustriale ma senza un progetto). Lo scopo: qualora l'ipotesi fantasiosa del nuovo tracciato dovrebbe essere realizzata si schianterebbe contro migliaia di espropri forzosi. Talvolta la burocrazia italiana può essere davvero un ostacolo insormontabile. E dopo Chiomonte altro shopping di terreno si prevede a Mattie, ove sbucherebbe il presunto camino di ventilazione.
A guardarlo da fuori il movimento No-tav sembra sentire l'eccitamento della ripresa della lotta a tutto campo. E' vero infatti che due anni di governo Prodi hanno calmato e rasserenato gli animi. Sapere che voti strategici dell'esecutivo controllavano la vicenda tav ha fatto ripiegare molte bandiere. Ora la situazione è cambiata e non sono in pochi quelli che vedono nel futuro un potenziale aspetto positivo, ovvero la chiusura definitiva della partita con largo anticipo. Giovanni Vighetti, della redazione di "Sarà Dura!", ad esempio commenta: «Cosa stanno facendo a Roma? Un governo sfiduciato dovrebbe occuparsi solo dell'ordinaria amministrazione. La Tav è ordinaria amministrazione? Perché Ferrentino è giù e non qua con noi?». Il presidente della Comunità Bassa Val Susa è a Roma perché si sente forte proprio dei dati dell'Osservatorio che smontano pezzo per pezzo la pretesa che la Tav sia necessaria e urgente. Se sul tavolo romano non si facessero trucchi la sua strategia sarebbe corretta. Ma la piazza che ieri si è riunita a Condove non si fida, teme ribaltoni e vorrebbe passare subito al rovesciamento del tavolo a cui siedono Prodi, Di Pietro, Pecoraro Scanio, Bresso, Virano, Chiamparino... ufficialmente seduti per risolvere il nodo del tracciato della nuova linea. Bisognava arrivare a una proposta entro questa primavera. Obiettivo semplicemente impossibile da raggiungere.
L'incontro è stato caratterizzato da un duro scontro tra il sindaco di Torino Chiamparino, la presidente della Regione Bresso e Ferrentino. I primi due volevano imporre un accordo per riconoscere di fatto l'accettazione del tunnel di base (quello di 75 chilometri). Forzatura che ha portato a un passo dalla rottura. E' passata invece la linea di attendere la fine del mandato dell'osservatorio, il 30 giugno, per la valutazione di tutte le opzioni in base ai risultati ottenuti (al momento tutti favorevoli al fronte No-tav), compresa quella che prevede il solo ammodernamento della linea storica. Tanto che il ministro Ferrero ha buon gioco a dire che se il tavolo ha «preso atto delle risultanze dell'Osservatorio», il governo «dovrebbe trarre ora le conseguenze pratiche» ovvero «l'attuale linea ferroviaria è del tutto sottoutilizzata e per i prossimi trent'anni non c'è bisogno di nessuna nuova linea o di una nuova galleria». Meglio discutere su opere utili per il trasporto e senza colossali sprechi. Intanto, il tavolo politico ha anche ideato il Piano strategico per il territorio, ovvero 500mila euro per opere di compensazione per la Valle e gli altri territori della provincia di Torino attraversati dalla linea. Lo zuccherino per gli amministratori.
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