Il Sole24Ore 27 Sett. ‘07
il petrolio? non è «bio»
DI ROBERTO VACCA
L’origine del petrolio e del gas naturale non è biologica: risale alla
formazione del mantello e della crosta terrestre. I giacimenti a profondità di
alcuni chilometri, si formarono da petrolio e da gas che da masse profonde
filtrarono in alto. Ora le riforniscono dopo l'esaurimento. Le prospettive per
l'avvenire sono epocali. Dovremo effettuare ricerche e indagini raggiungendo
livelli profondi in molte aree per ottenere dati sicuri. Il processo per cui
giacimenti esauriti sono riforniti da fonti profonde avviene a ,velocità
diverse. Variano la pressione nei depositi profondi e l’impedenza degli strati
di roccia che li coprono. Il rapporto costi/benefici si minimizzerà perforando a
profondità minori per ridurre quell'impedenza, senza accedere ai profondi filoni
principali.
Da 5o anni si dice che petrolio e gas naturale stanno per finire. Si crede di
conoscere le riserve con precisione e di poter calcolare il tasso di svuotamento
concludendo che fra pochi
decenni il petrolio finirà: però la teoria ha basi incerte. Il primo a sostenere
(senza prove) che petrolio e metano sono prodotti della trasformazione di
materiale biologìco in decomposizione in molecole di idrocarburi fu Lomonosov
nel XVI II secolo, ma l'ipotesi fu già confutata ne) 1877 da Mendeleev, lo
scopritore della tavola periodica degli elementi.
Nel x992 il professor Thomas Gold pubblicò la teoria della profonda biosfera
calda, spiegando il meccanismo dell'accumulo di idrocarburi nei giacimenti
profondi. La fusione della Terra è stata sempre parziale e gli idrocarburi erano
presenti nella materia originaria che costituì il pianeta. Gli idrocarburi
fornisco
no sostanze nutrienti a forme di vita esistenti a grandi profondità nel mare. Ci
sono batteri ipertermofili che vivono a mo° C negli sfiati caldi sul fondo
marino. Estraggono ossigeno (con cui bruciano idrocarburi e ottengono energia)
riducendo ossido ferrico a formare ossido ferroso. È probabile che la vita abbia
avuto origine dalla biosfera profonda, senza sfruttare la fotosintesi.
Gli argomenti di Gold a favore dell'origine non biogenica di petrolio e gas sono
i seguenti: x. I giacimenti si estendono per chilometri senza relazione con
depositi sedimentari minori. a. I giacimenti sono presenti a livelli differenti
corrispondenti a epoche diverse e non sono correlati a sedimenti biologici- 3. I
depositi biologici non giustificano le enormi quantità di metano esistenti. q .
I depositi d'idrocarUuri in vaste aree contengono le stesse firme chimiche,
mentre le formazioni circostanti hanno età geologiche differenti. 5. Gli
idrocarburi contengono elio: gas chimicamente inerte, non associato con alcuna
forma biologica.
Nel 2002 J. Kenney dimostrò che le leggi della termodinamica proibiscono la
trasformazione a basse pressioni di carboidrati o altro materiale biologico in
catene di idrocarburi. Infatti il potenziale chimico dei carboidrati varia da
meno 38o a meno 20o kcal/mole: quello degli idrocarburi è positivo. Dunque la
trasformazione citata non può avvenire. Il metano non si polimerizza a pressione
bassa ad alcuna temperatura.
Accade, poi, che giacimenti di gas e petrolio esauriti si riempiano di nuovo.
Questo processo può essere alimentato solo da depositi profondi ripetendo la
sequenza di fenomeni che portò alla loro formazione iniziale.
Queste situazioni spiegano l'incremento delle riserve mondiali di petrolio del
72% tra il 1976 e il 1996. Invece non possiamo dedurre conclusioni generali
dalle statistiche della produzione globale, che dipendono da considerazioni
finanziarie e politiche, non da valutazioni di situazioni fisiche. La produzione
mondiale di petrolio crebbe del 19% dal 1995 al 2oo5, e la produzione Usa nello
stesso periodo calò del 18% (cioè dal 12.2 all' 8,q % della produzione
mondiale).
Negli anni 80 Gold convinse il Governo Svedese a fare una trivellazione profonda
nella Svezia centrale in un'area granitica di lava cristallizzata. Era priva di
sedimenti e non plausibile come fonte di idrocarburi. Presentava, però,
infiltrazioni di metano, catrame e petrolio attribuite a sedimenti organici
sovrapposti al granito e poi spariti. Si usò per le trivelle un fluido a base di
acqua onde evitare di contaminare il pozzo con oli esterni. A profondità di S km
si trovarono idrogeno, elio, metano e altri idrocarburi.
A G kxn si trovò una pasta nera maleodorante (segno di forte presenza batterica)
contenente molte molecole oleose. A 6,7 km si ottennero 12 tonnellate di
petrolio grezzo. Le teorie di Gold erano confermate. La Svezia interruppe
l'impresa, ma i vantaggi conseguibili sono enormi e giustificheranno gli
investimenti necessari: nuovi tentativi sono imminenti. Gli equilibri
internazionali cambieranno profondamente. I timori dell'esaurimento futuro
saranno fugati. Certo saranno sollevati tragici allarmi ecologici: (aumento
della CO, riscaldamento globale). Però, se la naturale evoluzione ciclica della
temperatura dovesse annunciare l'inizio della prossima era glaciale, si spera
che l'aumento della CO nell'aria renda più mite il raffreddamento globale.
il petrolio? non è «bio»
DI ROBERTO VACCA
L’origine del petrolio e del gas naturale non è biologica: risale alla
formazione del mantello e della crosta terrestre. I giacimenti a profondità di
alcuni chilometri, si formarono da petrolio e da gas che da masse profonde
filtrarono in alto. Ora le riforniscono dopo l'esaurimento. Le prospettive per
l'avvenire sono epocali. Dovremo effettuare ricerche e indagini raggiungendo
livelli profondi in molte aree per ottenere dati sicuri. Il processo per cui
giacimenti esauriti sono riforniti da fonti profonde avviene a ,velocità
diverse. Variano la pressione nei depositi profondi e l’impedenza degli strati
di roccia che li coprono. Il rapporto costi/benefici si minimizzerà perforando a
profondità minori per ridurre quell'impedenza, senza accedere ai profondi filoni
principali.
Da 5o anni si dice che petrolio e gas naturale stanno per finire. Si crede di
conoscere le riserve con precisione e di poter calcolare il tasso di svuotamento
concludendo che fra pochi
decenni il petrolio finirà: però la teoria ha basi incerte. Il primo a sostenere
(senza prove) che petrolio e metano sono prodotti della trasformazione di
materiale biologìco in decomposizione in molecole di idrocarburi fu Lomonosov
nel XVI II secolo, ma l'ipotesi fu già confutata ne) 1877 da Mendeleev, lo
scopritore della tavola periodica degli elementi.
Nel x992 il professor Thomas Gold pubblicò la teoria della profonda biosfera
calda, spiegando il meccanismo dell'accumulo di idrocarburi nei giacimenti
profondi. La fusione della Terra è stata sempre parziale e gli idrocarburi erano
presenti nella materia originaria che costituì il pianeta. Gli idrocarburi
fornisco
no sostanze nutrienti a forme di vita esistenti a grandi profondità nel mare. Ci
sono batteri ipertermofili che vivono a mo° C negli sfiati caldi sul fondo
marino. Estraggono ossigeno (con cui bruciano idrocarburi e ottengono energia)
riducendo ossido ferrico a formare ossido ferroso. È probabile che la vita abbia
avuto origine dalla biosfera profonda, senza sfruttare la fotosintesi.
Gli argomenti di Gold a favore dell'origine non biogenica di petrolio e gas sono
i seguenti: x. I giacimenti si estendono per chilometri senza relazione con
depositi sedimentari minori. a. I giacimenti sono presenti a livelli differenti
corrispondenti a epoche diverse e non sono correlati a sedimenti biologici- 3. I
depositi biologici non giustificano le enormi quantità di metano esistenti. q .
I depositi d'idrocarUuri in vaste aree contengono le stesse firme chimiche,
mentre le formazioni circostanti hanno età geologiche differenti. 5. Gli
idrocarburi contengono elio: gas chimicamente inerte, non associato con alcuna
forma biologica.
Nel 2002 J. Kenney dimostrò che le leggi della termodinamica proibiscono la
trasformazione a basse pressioni di carboidrati o altro materiale biologico in
catene di idrocarburi. Infatti il potenziale chimico dei carboidrati varia da
meno 38o a meno 20o kcal/mole: quello degli idrocarburi è positivo. Dunque la
trasformazione citata non può avvenire. Il metano non si polimerizza a pressione
bassa ad alcuna temperatura.
Accade, poi, che giacimenti di gas e petrolio esauriti si riempiano di nuovo.
Questo processo può essere alimentato solo da depositi profondi ripetendo la
sequenza di fenomeni che portò alla loro formazione iniziale.
Queste situazioni spiegano l'incremento delle riserve mondiali di petrolio del
72% tra il 1976 e il 1996. Invece non possiamo dedurre conclusioni generali
dalle statistiche della produzione globale, che dipendono da considerazioni
finanziarie e politiche, non da valutazioni di situazioni fisiche. La produzione
mondiale di petrolio crebbe del 19% dal 1995 al 2oo5, e la produzione Usa nello
stesso periodo calò del 18% (cioè dal 12.2 all' 8,q % della produzione
mondiale).
Negli anni 80 Gold convinse il Governo Svedese a fare una trivellazione profonda
nella Svezia centrale in un'area granitica di lava cristallizzata. Era priva di
sedimenti e non plausibile come fonte di idrocarburi. Presentava, però,
infiltrazioni di metano, catrame e petrolio attribuite a sedimenti organici
sovrapposti al granito e poi spariti. Si usò per le trivelle un fluido a base di
acqua onde evitare di contaminare il pozzo con oli esterni. A profondità di S km
si trovarono idrogeno, elio, metano e altri idrocarburi.
A G kxn si trovò una pasta nera maleodorante (segno di forte presenza batterica)
contenente molte molecole oleose. A 6,7 km si ottennero 12 tonnellate di
petrolio grezzo. Le teorie di Gold erano confermate. La Svezia interruppe
l'impresa, ma i vantaggi conseguibili sono enormi e giustificheranno gli
investimenti necessari: nuovi tentativi sono imminenti. Gli equilibri
internazionali cambieranno profondamente. I timori dell'esaurimento futuro
saranno fugati. Certo saranno sollevati tragici allarmi ecologici: (aumento
della CO, riscaldamento globale). Però, se la naturale evoluzione ciclica della
temperatura dovesse annunciare l'inizio della prossima era glaciale, si spera
che l'aumento della CO nell'aria renda più mite il raffreddamento globale.
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