CORRIERE DELLA SERA 15 mar. ’08
QUANDO GLI ANIMALI ANTICIPANO IL MEDICO
Una scoperta in Africa potrebbe aiutare la creazione di un farmaco per combattere la terribile malattia
Così gli scimpanzé curano la malaria
Sono molte le specie in grado di curarsi utilizzando elementi naturali. C'è chi ingurgita intere piante e chi, come una particolare scimmia brasiliana, riesce a regolare le nascite mangiando foglie e frutti particolari
Che gli animali sappiano cavarsela da soli in fatto di medicinali è un fatto oramai assodato. L'etologa Cindy Engel ha raccolto qualche anno fa nel libro «Wild-Health» le testimonianze e le osservazioni sue e di diversi altri scienziati, sulla capacità della fauna di auto curarsi.
COLOBO ROSSO - A Zanzibar, in Tanzania, l'antropologo Thomas Struhsaker ha studiato per sei anni la singolare alimentazione del colobo rosso. Particolare oggetto del desiderio delle dieta di questa scimmia è il carbone nelle sue varie forme: tronchi o rami bruciati o sottratto anche dalle cucine dei locali.
Analisi di laboratorio hanno spiegato il perché di questa predilezione alimentare. Le foglie di piante di mango e di mandorlo indiano, di cui sono particolarmente ghiotti questi primati, sono però particolarmente ricche di fenoli, sostanze che interferiscono con la digestione degli animali. II carbone annulla così l'effetto indesiderato di queste molecole, permettendo invece l'assorbimento delle preziose proteine delle foglie da parte dell'organismo.
BONOBO E GORILLA - In Africa sono circa 30 le piante utilizzate da bonobo, gorilla e scimpanzé, per liberarsi dei fastidiosi parassiti intestinali. Quelle del genere Aspilia vengono ingerite intere; una volta nell'intestino agiscono probabilmente come un velcro, strappando quindi con un'azione meccanica i parassiti, indeboliti dalla tiarubrina A, una molecola contenuta nel vegetale.
L'aspetto curioso è che le popolazioni locali fanno ricorso alle stesse piante, utilizzate dai gorilla e dai loro cugini, per trattare altre diverse patologie come la dissenteria, ulcere, febbri. I gorilla di montagna, che vivono in Uganda sulla catena dei monti Virunga, mangiano la cenere vulcanica per procurarsi i minerali, come il calcio e il potassio, indispensabili per mantenersi in salute.
ELEFANTI - Le caverne alle pendici del monte Elgon, in Kenia, sono frequentate invece da bufali e elefanti, che si procurano così preziosi sali minerali contenuti nelle rocce per integrare la loro dieta, povera di queste sostanze.
Gli animali ricorrono alle piante anche per questioni "ginecologiche". Le femmine di muriqui, una scimmia che vive in Brasile, si nutre delle foglie di Apuleia leiocarpa e di Platypodium elegans che contengono isoflanoidi, per evitare sgradite gravidanze e, all'opposto, dei frutti di Enterlobium contortiliquim per rimanere incinte. Alcune piante della famiglia delle Boraginaceae faciliterebbero invece il parto degli elefanti.
CEBI CAPPUCCINI - Lo storno costruisce il proprio nido inserendo parti di alcune piante, come la carota selvatica (Dauscus carota) che contiene il B-sitosterolo, uno steroide che agisce come repellente e protegge quindi i piccoli dalla sgradita presenza di acari e di altri parassiti. In Costa Rica i cebi cappuccini impastano con la saliva steli, foglie e semi di piante appartenenti ai generi Citrus, Clematis e Iiper. Il prodotto così ottenuto viene spalmato poi sul pelo per trattare le irritazione della pelle o per tenere a bada gli insetti. Non tutti gli animali, poi, scelgono e mangiano certe piante per stare in salute: l'orso labiato mastica i fiori fermentati delle saponacee per provare un piacevole stato di ebbrezza. R.F.
ORSO LABIATO
Mastica i fiori fermentati delle saponacee per provare uno stato di ebbrezza.
Usano allucinogeni anche renne, scimmie ed elefanti.
BUFALO
Va in cerca di caverne per procurarsi (leccando) sali minerali contenuti nelle rocce per integrare la sua dieta, povera di queste sostanze.
STORNO
Lo storno costruisce il proprio nido inserendo parti di alcune piante, come la carota selvatica che protegge piccoli dai parassiti
LA TRICHILIA RUBESCENS è una pianta tropicale delle proprietà antimalariche ma cura altre patologie: dai problemi polmonari, ' alle malattie veneree `
QUANDO GLI ANIMALI ANTICIPANO IL MEDICO
Una scoperta in Africa potrebbe aiutare la creazione di un farmaco per combattere la terribile malattia
Così gli scimpanzé curano la malaria
Sono molte le specie in grado di curarsi utilizzando elementi naturali. C'è chi ingurgita intere piante e chi, come una particolare scimmia brasiliana, riesce a regolare le nascite mangiando foglie e frutti particolari
Che gli animali sappiano cavarsela da soli in fatto di medicinali è un fatto oramai assodato. L'etologa Cindy Engel ha raccolto qualche anno fa nel libro «Wild-Health» le testimonianze e le osservazioni sue e di diversi altri scienziati, sulla capacità della fauna di auto curarsi.
COLOBO ROSSO - A Zanzibar, in Tanzania, l'antropologo Thomas Struhsaker ha studiato per sei anni la singolare alimentazione del colobo rosso. Particolare oggetto del desiderio delle dieta di questa scimmia è il carbone nelle sue varie forme: tronchi o rami bruciati o sottratto anche dalle cucine dei locali.
Analisi di laboratorio hanno spiegato il perché di questa predilezione alimentare. Le foglie di piante di mango e di mandorlo indiano, di cui sono particolarmente ghiotti questi primati, sono però particolarmente ricche di fenoli, sostanze che interferiscono con la digestione degli animali. II carbone annulla così l'effetto indesiderato di queste molecole, permettendo invece l'assorbimento delle preziose proteine delle foglie da parte dell'organismo.
BONOBO E GORILLA - In Africa sono circa 30 le piante utilizzate da bonobo, gorilla e scimpanzé, per liberarsi dei fastidiosi parassiti intestinali. Quelle del genere Aspilia vengono ingerite intere; una volta nell'intestino agiscono probabilmente come un velcro, strappando quindi con un'azione meccanica i parassiti, indeboliti dalla tiarubrina A, una molecola contenuta nel vegetale.
L'aspetto curioso è che le popolazioni locali fanno ricorso alle stesse piante, utilizzate dai gorilla e dai loro cugini, per trattare altre diverse patologie come la dissenteria, ulcere, febbri. I gorilla di montagna, che vivono in Uganda sulla catena dei monti Virunga, mangiano la cenere vulcanica per procurarsi i minerali, come il calcio e il potassio, indispensabili per mantenersi in salute.
ELEFANTI - Le caverne alle pendici del monte Elgon, in Kenia, sono frequentate invece da bufali e elefanti, che si procurano così preziosi sali minerali contenuti nelle rocce per integrare la loro dieta, povera di queste sostanze.
Gli animali ricorrono alle piante anche per questioni "ginecologiche". Le femmine di muriqui, una scimmia che vive in Brasile, si nutre delle foglie di Apuleia leiocarpa e di Platypodium elegans che contengono isoflanoidi, per evitare sgradite gravidanze e, all'opposto, dei frutti di Enterlobium contortiliquim per rimanere incinte. Alcune piante della famiglia delle Boraginaceae faciliterebbero invece il parto degli elefanti.
CEBI CAPPUCCINI - Lo storno costruisce il proprio nido inserendo parti di alcune piante, come la carota selvatica (Dauscus carota) che contiene il B-sitosterolo, uno steroide che agisce come repellente e protegge quindi i piccoli dalla sgradita presenza di acari e di altri parassiti. In Costa Rica i cebi cappuccini impastano con la saliva steli, foglie e semi di piante appartenenti ai generi Citrus, Clematis e Iiper. Il prodotto così ottenuto viene spalmato poi sul pelo per trattare le irritazione della pelle o per tenere a bada gli insetti. Non tutti gli animali, poi, scelgono e mangiano certe piante per stare in salute: l'orso labiato mastica i fiori fermentati delle saponacee per provare un piacevole stato di ebbrezza. R.F.
ORSO LABIATO
Mastica i fiori fermentati delle saponacee per provare uno stato di ebbrezza.
Usano allucinogeni anche renne, scimmie ed elefanti.
BUFALO
Va in cerca di caverne per procurarsi (leccando) sali minerali contenuti nelle rocce per integrare la sua dieta, povera di queste sostanze.
STORNO
Lo storno costruisce il proprio nido inserendo parti di alcune piante, come la carota selvatica che protegge piccoli dai parassiti
LA TRICHILIA RUBESCENS è una pianta tropicale delle proprietà antimalariche ma cura altre patologie: dai problemi polmonari, ' alle malattie veneree `
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