mercoledì 26 marzo 2008

RAADARISTI A RISCHIO DEL CANCRO!

IL NUOVO - 15/01/2001

RAADARISTI A RISCHIO DEL CANCRO!

BERLINO - Sessantanove malati di cancro, di cui 24 già morti, e forse si tratta solo della punta di un iceberg. Un autentico bollettino di guerra giunge dalla Germania, questa volta però sotto accusa non sono i proiettili all’uranio impoverito, ma normalissimi radar militari. Finora, almeno ufficialmente, ritenuti innocui. A lanciare l’allarme è stata il secondo canale televisivo pubblico “Zdf”: l’emittente cita uno studio - in un primo tempo negato, poi confermato dallo stesso ministro della Difesa Rudolf Scharping - che dimostra scientificamente come nel corso di 25-30 anni i militari addetti ai radar siano stati esposti, senza alcuna protezione, a raggi X, un “sottoprodotto” dei raggi emessi dal radar. I risultati sono gravi danni alla salute dei soldati, i sessantanove casi rintracciati sono soltanto un campione, complessivamente il numero di militari esposti in questi anni alle radiazioni si aggira intorno alle 900 unità. L’età media delle morti di cancro - si parla di leucemia, tumori cerebrali, cancro ai nodi linfatici, carcinomi polmonari - è di soli 40 anni.

Secondo lo studio citato dalla “Zdf”, già alla fine degli anni Cinquanta la Bundeswehr era al corrente dei rischi per i soldati, ma non aveva mai preso alcuna misura di protezione. Ancora negli anni Novanta i valori massimi sono stati superati ad esempio nel sistema di difesa Patriot.

“Con sicurezza - si legge nello studio - si può affermare che le soglie di tolleranza massima sono state ampiamente superate. I soldati non sono stati né informati né protetti”. Secondo la “Zdf” lo studio era già da due anni in possesso delle autorità militari, che però l’avevano tenuto sotto chiave.

Una pesantissima accusa, cominciano a fioccare le denunce degli ex milari danneggiati. Il primo è l’ex sottoufficiale addetto ai radar Peter Rasch, oggi cinquantanovenne, che negli anni Sessanta si ammalò 39 volte in soli quattro anni, i medici non riuscirono mai a trovare le cause. Più tardi al sottoufficiale fu scoperto un tumore al polmone, fortunatamente guarito da una tempestiva chemioterapia. Rasch ha in mano documenti che dimostrano che già nel 1958 il suo posto di lavoro era stato ispezionato dalle autorità locali, raccomandando ai vertici militari di porre protezioni di piombo intorno alle apparecchiature. Ancora nel 1992 una misurazione aveva rivelato valori 15 volte superiori ai livelli di guardia.

Il ministro Scharping ha ammesso l’esistenza dello studio: “Il numero dei casi registrati è davvero drammatico” - ha detto. Scharping ha chiesto che i tempi dei tempi brevi per i risarcimenti, ma ha difeso il suo dicastero: “Già nel 1962 - ha detto - furono diramate istruzioni di protezione, riprese dalla Nato nel 1978 e solo nel 1984 dalle autorità civili”.
Adesso però si pone un dubbio drammatico: gli impianti radar tedeschi sono spesso analoghi a quelli usati in altri paesi della Nato, Italia inclusa. E se anche altrove non fu usata alcuna protezione, il caso tedesco dei radar potrebbe diventare - come già mucca pazza e i proiettili all’uranio - un caso europeo.

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