giovedì 7 febbraio 2008

Dal Molin, per gli Usa chiude l'aeroporto civile

Dal Molin, per gli Usa chiude l'aeroporto civile

di Orsola Casagrande

Il Manifesto del 06/02/2008

Lo stop dal primo marzo. «Sarà a termine», assicura il commissario Costa. Ma i no base accusano: solo bugie. E a Vicenza si preparano le elezioni comunali

Per l'onorevole Paolo Costa, commissario per il Dal Molin, «la vicenda dell'aeroporto sarà gestita nel rispetto più scrupoloso dei patti sottoscritti». Cerca di tranquillizzare, il commissario, dopo la notizia che dal primo marzo l'aeroporto civile sarà chiuso. «Come concordato - assicura Costa - dovremo rispettare tre impegni: Vicenza deve essere privata dei servizi aeroportuali per il minor tempo possibile, l'amministrazione americana dovrà avviare i lavori secondo la sua migliore agenzia e infine l'amministrazione militare italiana dovrà cessare le sue attività al Dal Molin entro il 30 giugno». Insomma per Costa non c'è nulla di nuovo rispetto ai patti. Non sono convinti i cittadini riuniti nel presidio permanente e nei comitati. «Sapevamo bene - dicono dal presidio - che le condizioni poste dal consiglio comunale non sarebbero state rispettate; tra le altre, una chiedeva garanzie per le attività dell'aeroporto civile: invece la pista sarà chiusa e dismessa per far posto alle strutture militari statunitensi. Del resto anche le altre condizioni sono destinate a decadere man mano che le carte saranno scoperte; a partire dagli oneri economici delle infrastrutture funzionali alla base che, nonostante le parole della giunta Hullweck, ricadranno pesantemente sulla comunità vicentina». Costa risponde indirettamente alle preoccupazioni dei vicentini sostenendo di aver chiesto e ottenuto una riunione presso il gabinetto del ministro della difesa per definire le forme di gestione dei servizi civili dell'aeroporto, che saranno mantenuti nel periodo precedente i lavori della nuova base Usa che dovrebbero partire, sempre secondo Costa, non prima del 30 settembre di quest'anno. Intanto a Vicenza si discute anche di elezioni comunali. Nella città del Palladio infatti si vota fra qualche mese. La discussione riguarda anche il movimento no Dal Molin. Che sta ragionando sul come porsi rispetto a questa tornata elettorale. Alle provinciali dello scorso anno aveva infatti prevalso la linea del boicottaggio, ma del resto la disaffezione degli elettori nei confronti di un consiglio provinciale totalmente assente sulla questione Dal Molin aveva indicato fin da subito che l'astensione sarebbe stata molto alta. Così è effettivamente stato. Diverso sarà per il comune e il movimento lo sa bene. L'altra questione oggetto delle assemblee di questi giorni al presidio è ovviamente quella della crisi di governo. Anche alla luce di ciò che accadrà, il movimento sta ridefinendo la sua strategia per continuare a portare avanti la sua lotta contro la nuova base americana con lo stesso successo. Intanto si continua a discutere degli avvisi di garanzia ad alcuni esponenti del presidio permanente per l'occupazione della prefettura. In realtà, come sottolinea Olol Jackson dei Verdi, «è curioso che sia la stampa a dare comunicazione di un avviso di garanzia, mentre i presunti destinatari non hanno ancora ricevuto nulla». Evidentemente, ironizza Jackson, «questa è la nuova formula della giustizia per risparmiare sui costi delle raccomandate». Solidarietà agli avvisati, presunti e reali, arriva da ogni parte d'Italia. Ieri anche il senatore verde Mauro Bulgarelli ha voluto esprimere il suo pensiero: «Si tratta di un movimento grande e pacifico, fatto di uomini e donne che mai si sono resi protagonisti di atti di intolleranza». Il presidio risponde alla notizia degli avvisi di garanzia sostenendo che «non impediranno ai vicentini di continuare a battersi contro la militarizzazione della città; chi non è riuscito a fermare politicamente questo movimento ora vorrebbe usare la leva giudiziaria per intimorire e criminalizzare».

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