lunedì 11 febbraio 2008

Israele e palestinesi, guerra dei censimenti

La Repubblica 11.2.08
Israele e palestinesi, guerra dei censimenti
Arabi cresciuti del 30%: "Vi sorpassiamo". Gerusalemme: "È falso"
di Alberto Stabile

Per Gerusalemme quei numeri sono "privi di fondamento". Ed è ancora scontro
La differenza si è ridotta ad appena 200mila unità. I dati raccolti da duemila volontari

GERUSALEMME - Negli ultimi dieci anni la popolazione dei Territori, compresa Gerusalemme Est, è cresciuta di 870 mila unità, passando da poco meno di 2 milioni e 900 mila del 1997 a poco meno di 3 milioni e 800 mila nel 2006. Se i dati raccolti dal censimento eseguito l´anno scorso dall´Autorità palestinese sono corretti, e in Israele c´è chi ne dubita, questo vuol dire un incremento superiore al 30 per cento dovuto esclusivamente ad un alto tasso di natalità. E poiché da queste parti anche la demografia fa parte dell´armamentario del conflitto, la crescita denunciata dai palestinesi non fa altro che confermare il timore dei vertici politici israeliani verso la cosiddetta «bomba demografica».
Il censimento, condotto da 2006 volontari, è stato occasione di polemica tra le due parti. Presentando i primi risultati della ricerca, il direttore dell´ufficio centrale di statistica di Ramallah Loai Shabana ha lamentato la scarsa collaborazione delle autorità israeliane. Mentre a Gaza il censimento è stato condotto sotto l´occhio vigile del Movimento islamico, Hamas, nei Territori è stato eseguito in regime d´occupazione e a Gerusalemme Est, secondo Shabana, è stato in sostanza impedito.
Sta di fatto che appare incoerente il dato relativo a Gerusalemme Est dove la popolazione araba, rispetto al 97 sarebbe addirittura diminuita passando da 210 mila a 208 mila. Al contrario, in Cisgiordania e a Gaza, il censimento mostra un vero e proprio boom demografico: maggiore a Gaza, dove la crescita in dieci anni è stata del 45 per cento, minore nella West bank dove il tasso di natalità è più basso e di conseguenza la popolazione è cresciuta «soltanto del 36,7 per cento».
«Dati privi di fondamento», ha subito commentato Yoram Ettinger, un ex diplomatico israeliano animatore, con alcuni colleghi americani, di un team di demografi che si sono dati il compito di stabilire l´esatta dimensione della popolazione palestinese. Citando anche un recente studio della Banca mondiale, Ettinger sostiene che i palestinesi hanno gonfiato le cifre: nella West bank sarebbero 1 milione e 600 mila e non 2 milioni e 300 mila e nella Striscia di Gaza vivrebbero un milione e 100 mila persone e non un milione e 400 mila.
Secondo un altro esperto, il professore Sergio Della Pergola della Hebrew University, le statistiche mostrerebbero una crescita annuale del 2,66 per cento nell´arco di dieci anni, dal 97 al 2006, e non del 3,3 per cento come affermano i responsabili del censimento. «Secondo le proiezioni pubblicate in anni recenti i palestinesi si aspettavano di superare i quattro milioni di abitanti nel 2007. La differenza di 250 mila in meno sembra riflettere il saldo negativo dell´emigrazione e un certo rallentamento nella natalità», sostiene Della Pergola.
Che la crescita dei palestinesi rappresenti una minaccia reale per il carattere ebraico dello Stato d´Israele, vale a dire per uno stato che vuol mantenere all´interno dei suoi confini una salda maggioranza ebraica, è assai discutibile. Se si andrà verso una soluzione del conflitto basata su due stati separati che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza, come recita la formula di George Bush, non si vede come la crescita dei palestinesi possa minacciare lo stato ebraico che continuerà a godere dell´apporto dell´immigrazione. Ma se si considera lo spazio geografico tra il fiume Giordano e il Mediterraneo, dove insistono Israele e i Territori palestinesi, qui la demografia sembra giocare progressivamente a favore della popolazione araba.
Se, infatti, ai quasi 3 milioni e 800 mila palestinesi si aggiungono gli oltre un milione e 400 mila arabi israeliani, il totale della popolazione araba assomma a circa 5 milioni e 200 mila, contro i 5 milioni e 400 mila ebrei. Quasi fifty fifty, ma con un tasso di natalità che potrebbe favorire in pochi anni il sorpasso degli arabi.

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