Bimbi-cavia: in Nigeria rivolta contro i vaccini occidentali
Il Riformista del 26 giugno 2007, pag. 1
di Paolo Soldini
È il 1996. In Nigeria si diffonde un'epidemia di meningite che provoca, in poche settimane, 15 mila morti, soprattutto bambini. Ilgoverno di Abuja chiede aiuto all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e alle industrie farmaceutiche internazionali. Una risponde: la Pfizer, l'azienda americana famosa per il Viagra. Un team di medici inviati da New York si mette al lavoro in uno degli ospedali da campo in cui vengono accolti i piccoli malati. Hanno un farmaco nuovo, si chiama Trovan, appena prodotto dai laboratori della Pfizer. Nell'ospedale c'è anche un'equipe di Medici senza frontiere (Msf), ma né a loro né ai genitori dei bambini né a chiunque altro viene chiesto se sia il caso o no di testare il farmaco su 200 piccoli malati. I medici del team americano avrebbero anche nascosto ai familiari il fatto che nello stesso ospedale i bambini potevano essere curati con gli antibiotici di cui gli operatori di Msf erano abbondantemente forniti.
Insomma: duecento cavie umane, trattate come cavie e basta in nome del profitto. Duecento bambini usati come oggetti senza valore per scoprire che la medicina non funziona e, soprattutto, che ha effetti collaterali micidiali. Dei 200 piccoli malati, infatti, 11 muoiono, molti restano paralizzati, molti perdono la vista, altri l'udito. Tutti, senza eccezioni, soffrono conseguenze gravi.
Oggi sulla vicenda, che ricorda in modo impressionante la trama dell'ultimo romanzo di John Le Carré The Constant Gardener (e del film che ne è stato tratto), ad Abuja comincia un processo che potrebbe fare storia. Il governo nigeriano, dopo aver a lungo esitato di fronte alle richieste disperate dei genitori delle piccole vittime, si decide a chiedere alla Pfizer un risarcimento di 7 miliardi di dollari. L'entità della richiesta è motivata anche da un «effetto collaterale» che nessuno avrebbe mai potuto prevedere: nel nord del paese, dominato dai clan musulmani, dopo lo scoppio dello scandalo si è diffusa la fobìa delle medicine fornite «dagli occidentali», i quali, secondo i fanatici islamici, starebbero operando una vera e propria sterilizzazione di massa per cancellare dal paese tutti i seguaci di Allah. Molti ambulatori sono stati distrutti e nella regione viene boicottata violentemente la distribuzione di ogni vaccino che venga dall'estero. La conseguenza è che, secondo l'Oms, la poliomielite e altre malattie infettive starebbero infuriando di nuovo in zone da cui erano state sradicate.
La Pfizer si difende sostenendo che non si può affermare con certezza che la trovafexodna, il principio attivo del Trovan, sia stato l'effettiva causa delle morti e delle gravissime menomazioni. Ma a smentirli c'è, oltre al modo clandestino con cui il farmaco veniva somministrato, un preciso warning lanciato nel '99 dalla Food and drug amministration (Fda). Secondo l'ente federale statunitense, l'uso del Trovan, che non è mai stato approvato per il trattamento della meningite, è «legato a tossicità epatica e mortalità». L'elenco delle controindicazioni pubblicato dal British Medical Journal (Bmj) d'altra parte riempie pagine e pagine: ci sono scritti tutti i motivi per cui quella medicina non avrebbe mai dovuto essere somministrata a 200 poveri innocenti.
Il Riformista del 26 giugno 2007, pag. 1
di Paolo Soldini
È il 1996. In Nigeria si diffonde un'epidemia di meningite che provoca, in poche settimane, 15 mila morti, soprattutto bambini. Ilgoverno di Abuja chiede aiuto all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e alle industrie farmaceutiche internazionali. Una risponde: la Pfizer, l'azienda americana famosa per il Viagra. Un team di medici inviati da New York si mette al lavoro in uno degli ospedali da campo in cui vengono accolti i piccoli malati. Hanno un farmaco nuovo, si chiama Trovan, appena prodotto dai laboratori della Pfizer. Nell'ospedale c'è anche un'equipe di Medici senza frontiere (Msf), ma né a loro né ai genitori dei bambini né a chiunque altro viene chiesto se sia il caso o no di testare il farmaco su 200 piccoli malati. I medici del team americano avrebbero anche nascosto ai familiari il fatto che nello stesso ospedale i bambini potevano essere curati con gli antibiotici di cui gli operatori di Msf erano abbondantemente forniti.
Insomma: duecento cavie umane, trattate come cavie e basta in nome del profitto. Duecento bambini usati come oggetti senza valore per scoprire che la medicina non funziona e, soprattutto, che ha effetti collaterali micidiali. Dei 200 piccoli malati, infatti, 11 muoiono, molti restano paralizzati, molti perdono la vista, altri l'udito. Tutti, senza eccezioni, soffrono conseguenze gravi.
Oggi sulla vicenda, che ricorda in modo impressionante la trama dell'ultimo romanzo di John Le Carré The Constant Gardener (e del film che ne è stato tratto), ad Abuja comincia un processo che potrebbe fare storia. Il governo nigeriano, dopo aver a lungo esitato di fronte alle richieste disperate dei genitori delle piccole vittime, si decide a chiedere alla Pfizer un risarcimento di 7 miliardi di dollari. L'entità della richiesta è motivata anche da un «effetto collaterale» che nessuno avrebbe mai potuto prevedere: nel nord del paese, dominato dai clan musulmani, dopo lo scoppio dello scandalo si è diffusa la fobìa delle medicine fornite «dagli occidentali», i quali, secondo i fanatici islamici, starebbero operando una vera e propria sterilizzazione di massa per cancellare dal paese tutti i seguaci di Allah. Molti ambulatori sono stati distrutti e nella regione viene boicottata violentemente la distribuzione di ogni vaccino che venga dall'estero. La conseguenza è che, secondo l'Oms, la poliomielite e altre malattie infettive starebbero infuriando di nuovo in zone da cui erano state sradicate.
La Pfizer si difende sostenendo che non si può affermare con certezza che la trovafexodna, il principio attivo del Trovan, sia stato l'effettiva causa delle morti e delle gravissime menomazioni. Ma a smentirli c'è, oltre al modo clandestino con cui il farmaco veniva somministrato, un preciso warning lanciato nel '99 dalla Food and drug amministration (Fda). Secondo l'ente federale statunitense, l'uso del Trovan, che non è mai stato approvato per il trattamento della meningite, è «legato a tossicità epatica e mortalità». L'elenco delle controindicazioni pubblicato dal British Medical Journal (Bmj) d'altra parte riempie pagine e pagine: ci sono scritti tutti i motivi per cui quella medicina non avrebbe mai dovuto essere somministrata a 200 poveri innocenti.
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