Quella centrale finlandese che si alimenta con il legno
La Repubblica - Affari e Finanza del 2 luglio 2007, pag. 14
di Anna Marullo
Di quanta energia elettrica avrà bisogno un impianto della Nokia per produrre una partita di cellulari? A quanto pare, molta. Quella che oggi si genera in Finlandia non è sufficiente per le esigenze del produttore di telefonini e delle altre industrie che hanno reso l'economia di questo paese tra le più competitive al mondo. Per far fronte al fabbisogno, il governo finnico ha deciso di costruire la quinta centrale nucleare. L'impianto, ancora da ultimare, dovrebbe entrare a regime entro due anni ma c'è già chi parla della possibilità di una sesta centrale.
La scelta, però, vede molti contrari. Verdi e ambientalisti si ribellano e non finiscono di spingere per le fonti alternative, a partire dalla cogenerazione, come nella centrale Vousaari di Helsinki, nel centro della città, che si confonde perfettamente con i grandi magazzini che la circondano: la tradisce solo la canna fumaria. Qui si produce buona parte del calore che riscalda la popolazione di Helsinki, sfruttando un innovativo sistema produttivo. Si tratta di un sistema nel quale a partire da un combustibile (in questo caso gas naturale importato dalla Russia) si produce energia elettrica, e il calore derivante da tale processo invece di essere disperso viene riutilizzato per usi civili o industriali. A Helsinki, il calore viene usato per alimentare un sistema di teleriscaldamento molto innovativo. Attraverso un'autostrada di tubi, l'acqua calda arriva nei termosifoni delle case di circa un milione di persone. All'ultimo piano della centrale, il direttore Martii Hyvonen, ci mostra una stanza, dove al centro si trova un grande computer: «Da qui controlliamo ogni ora la temperatura esterna e in base a questa regoliamo i riscaldamenti della città».
Il sistema permette di massimizzare il rendimento della centrale, riducendo di conseguenza l'immissione di C02 nell'atmosfera. A trame beneficio sono i cittadini che pagano meno il riscaldamento e godono di un'aria più pulita. L'impianto di Helsinki è un esempio per tutta la comunità internazionale, che negli anni scorsi gli ha riconosciuto ambiti premi per l'ambiente. L'Unione Europea vede nella cogenerazione una delle soluzioni per soddisfare i parametri del protocollo di Kyoto, e ne incentiva la diffusione. Se sul fronte del risparmio energetico i finlandesi vantano primati, sul fronte delle fonti alternative vere e proprie le scarse risorse ambientali rendono più complicato il loro impiego. Oggi solo una minima parte dell'energia elettrica finlandese viene prodotta dagli impianti eolici. L'uso dei pannelli solari è comprensibilmente molto scarso. La principale risorsa su cui si può contare è il legname: ad Ekanas, un paesino di 14mila persone a un'ora da Helsinki, viene usato per una centrale a cogenerazione che approvvigiona la piccola comunità. Il problema di questo sistema è il rendimento energetico: per ora l'uso delle biomasse come materie prime è stato sperimentato solo in scala ridotta. Non è chiaro se un impianto di questo tipo sia in grado di alimentare centrali più grandi. «Nel breve periodo non c'è niente che può sostituire l'energia nucleare, questa è la ragione per cui dobbiamo costruire un'altra centrale», dice Timo Nikinmaa, del centro studi sull'economia finlandese. «Ciò non toglie che stiamo facendo tutti gli sforzi per trovare altre soluzioni che non danneggino l'ambiente e siano economicamente vantaggiose». E con una punta di polemica aggiunge: «Qualsiasi sforzo produciamo non sarà mai sufficiente a migliorare la situazione climatica del pianeta, se i Paesi in via di sviluppo non ridurranno le emissioni». Se la temperatura del globo continuerà ad aumentare è probabile che le zone più fredde della Finlandia si popoleranno. Prospettiva che non dispiace ai finlandesi. Sarà uno di quei casi in cui l'immigrazione dovuta al cambiamento climatico andrà a beneficio del paese.
La Repubblica - Affari e Finanza del 2 luglio 2007, pag. 14
di Anna Marullo
Di quanta energia elettrica avrà bisogno un impianto della Nokia per produrre una partita di cellulari? A quanto pare, molta. Quella che oggi si genera in Finlandia non è sufficiente per le esigenze del produttore di telefonini e delle altre industrie che hanno reso l'economia di questo paese tra le più competitive al mondo. Per far fronte al fabbisogno, il governo finnico ha deciso di costruire la quinta centrale nucleare. L'impianto, ancora da ultimare, dovrebbe entrare a regime entro due anni ma c'è già chi parla della possibilità di una sesta centrale.
La scelta, però, vede molti contrari. Verdi e ambientalisti si ribellano e non finiscono di spingere per le fonti alternative, a partire dalla cogenerazione, come nella centrale Vousaari di Helsinki, nel centro della città, che si confonde perfettamente con i grandi magazzini che la circondano: la tradisce solo la canna fumaria. Qui si produce buona parte del calore che riscalda la popolazione di Helsinki, sfruttando un innovativo sistema produttivo. Si tratta di un sistema nel quale a partire da un combustibile (in questo caso gas naturale importato dalla Russia) si produce energia elettrica, e il calore derivante da tale processo invece di essere disperso viene riutilizzato per usi civili o industriali. A Helsinki, il calore viene usato per alimentare un sistema di teleriscaldamento molto innovativo. Attraverso un'autostrada di tubi, l'acqua calda arriva nei termosifoni delle case di circa un milione di persone. All'ultimo piano della centrale, il direttore Martii Hyvonen, ci mostra una stanza, dove al centro si trova un grande computer: «Da qui controlliamo ogni ora la temperatura esterna e in base a questa regoliamo i riscaldamenti della città».
Il sistema permette di massimizzare il rendimento della centrale, riducendo di conseguenza l'immissione di C02 nell'atmosfera. A trame beneficio sono i cittadini che pagano meno il riscaldamento e godono di un'aria più pulita. L'impianto di Helsinki è un esempio per tutta la comunità internazionale, che negli anni scorsi gli ha riconosciuto ambiti premi per l'ambiente. L'Unione Europea vede nella cogenerazione una delle soluzioni per soddisfare i parametri del protocollo di Kyoto, e ne incentiva la diffusione. Se sul fronte del risparmio energetico i finlandesi vantano primati, sul fronte delle fonti alternative vere e proprie le scarse risorse ambientali rendono più complicato il loro impiego. Oggi solo una minima parte dell'energia elettrica finlandese viene prodotta dagli impianti eolici. L'uso dei pannelli solari è comprensibilmente molto scarso. La principale risorsa su cui si può contare è il legname: ad Ekanas, un paesino di 14mila persone a un'ora da Helsinki, viene usato per una centrale a cogenerazione che approvvigiona la piccola comunità. Il problema di questo sistema è il rendimento energetico: per ora l'uso delle biomasse come materie prime è stato sperimentato solo in scala ridotta. Non è chiaro se un impianto di questo tipo sia in grado di alimentare centrali più grandi. «Nel breve periodo non c'è niente che può sostituire l'energia nucleare, questa è la ragione per cui dobbiamo costruire un'altra centrale», dice Timo Nikinmaa, del centro studi sull'economia finlandese. «Ciò non toglie che stiamo facendo tutti gli sforzi per trovare altre soluzioni che non danneggino l'ambiente e siano economicamente vantaggiose». E con una punta di polemica aggiunge: «Qualsiasi sforzo produciamo non sarà mai sufficiente a migliorare la situazione climatica del pianeta, se i Paesi in via di sviluppo non ridurranno le emissioni». Se la temperatura del globo continuerà ad aumentare è probabile che le zone più fredde della Finlandia si popoleranno. Prospettiva che non dispiace ai finlandesi. Sarà uno di quei casi in cui l'immigrazione dovuta al cambiamento climatico andrà a beneficio del paese.
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