E nel Consorzio di bonifica il 70% delle tasse finisce al Cda
La Repubblica del 25 maggio 2007, pag. 11
di Massimo Vanni
La sede è in piazza San Lorenzo, a due passi dalla cupola del Duomo. Ed è pure un bel nome per il biglietto da visita: Palazzo Lotteringhi della Stufa. Ci abita il Consiglio regionale delle autonomie locali, organismo voluto dalla Regione Toscana per avvicinare Comuni e Province «ai processi decisionali». L'ultima riunione però risale al luglio 2006: il sindaco di Prato Marco Romagnoli che ne è presidente, e che riceve uno stipendio pari al 20 per cento del presidente del Consiglio regionale (oltre 2.000 euro mensili) , non l'ha più convocato.
La difesa dal pericolo idraulico e manutenzione degli argini dei fiumi, ad esclusione dell'Arno che ha una propria Autorità, è ancora affidata ai Consorzi di Bonifica istituiti da una legge del Ventennio: ce ne sono 30 (14 interregionali) e sono pagati direttamente dai cittadini, che ogni anno si vedono arrivare a casa un bollettino da pagare. Solo che la gran parte dei soldi, secondo qualche stima perfino il 70 per cento, viene assorbita dall'apparato e dai consigli d'amministrazione.
Siamo in Toscana. Una di quelle regioni che non figurano in cima alle ricorrenti classifiche degli sprechi e degli scandali. Ma anche qui il costo della politica fa discutere. E soprattutto fa discutere quell'apparato tentacolare, spesso sconosciuto ai più, che a partire dalle istituzioni si dirama fin nei piccoli borghi. La Regione partecipa a 104 enti di varia natura: dalle 3 diverse aziende per il diritto allo studio (Firenze, Siena e Pisa) alle Asl e all'agenzia per la sanità che affianca l'assessorato, dal Consorzio di bonifica della Romagna occidentale e alla Fondazione Toscana e il Mezzogiorno d'Italia e d'Europa. Un colosso ramificato che coinvolge quasi un migliaio (949) di persone che, solo passando attraverso i partiti (di centro sinistra e di centrodestra), vengono nominate da Regione e dagli altri partner nei consigli di amministrazione. Di questi, 312 consiglieri e 129 revisori dei conti vengono stipendiati direttamente dalla Regione. Un esborso annuale che raggiunge i 2,470 milioni di euro. E che varia dai37euro di gettone per ogni riunione della commissione di bioetica che comprende 31 persone ai 65mila euro lordi per il commissario della diga di Bilancino. Dai 20 euro per i 18 della commissione per l'artigianato ai 35mila per il presidente della Fondazione spettacolo.
A questi vanno aggiunti i consigli delle 6 Autorità dell'acqua (sono gli Ato, costo stimato circa 1 milione di euro), delle 10 Autorità dei rifiuti (1,2 milioni di euro) e le Autorità per l'edilizia residenziale pubblica (qui detti Lode) che per fortuna non hanno consigli d'amministrazione. Se si somma tutto fanno quasi 5 milioni. Ma solo per cominciare. Il sistema istituzionale toscano comprende anche 20 comunità montane (c'è anche quella dell'Arcipelago toscano) con 20 presidenti e relative squadre di assessori: il numero e gli stipendi variano a seconda dello stipendio del sindaco del Comune più grande. Ma si stima in 1 milione di euro. Possibile che tutto questo sia un modello immodificabile?
Il presidente toscano Claudio Martini (Ds) lancia ora un «progetto di riorganizzazione» e semplificazione per eliminare le duplicazioni, «aumentare l'efficienza e diminuire i costi». Propone di ridurre le Autorità, le agenzie, le Fondazioni, le aziende del diritto allo studio. Ma resta il nodo delle 14Agenzieperilturismo (di competenza delle Province ma più numerose delle stesse province) che s'intersecano con l'agenzia regionale Toscana Promozione e le 10 società per la promozione messe in campo da ciascuna Camera di Commercio. Come dire, anziché convogliare gli sforzi, in tempi di concorrenza globale le poche risorse si sparpagliano in mille rivoli senza nessun coordinamento tra loro.
La Toscana è anche la Regione che nel 2005 ha aumentato i consiglieri regionali portandoli da 50 a 65 (accordo trasversale). E che perciò nel 2006 ha destinato al Consiglio regionale e alla giunta 10 milioni di euro. L'ultimo dei consiglieri, quello cioè che non ha strappato neppure una vicepresidenza o un posto da segretario in una commissione, ha una busta paga di 9.672 euro lordi al mese. Ma di consiglieri «ultimi» però, su 65, ce ne sono solo 14.
La Repubblica del 25 maggio 2007, pag. 11
di Massimo Vanni
La sede è in piazza San Lorenzo, a due passi dalla cupola del Duomo. Ed è pure un bel nome per il biglietto da visita: Palazzo Lotteringhi della Stufa. Ci abita il Consiglio regionale delle autonomie locali, organismo voluto dalla Regione Toscana per avvicinare Comuni e Province «ai processi decisionali». L'ultima riunione però risale al luglio 2006: il sindaco di Prato Marco Romagnoli che ne è presidente, e che riceve uno stipendio pari al 20 per cento del presidente del Consiglio regionale (oltre 2.000 euro mensili) , non l'ha più convocato.
La difesa dal pericolo idraulico e manutenzione degli argini dei fiumi, ad esclusione dell'Arno che ha una propria Autorità, è ancora affidata ai Consorzi di Bonifica istituiti da una legge del Ventennio: ce ne sono 30 (14 interregionali) e sono pagati direttamente dai cittadini, che ogni anno si vedono arrivare a casa un bollettino da pagare. Solo che la gran parte dei soldi, secondo qualche stima perfino il 70 per cento, viene assorbita dall'apparato e dai consigli d'amministrazione.
Siamo in Toscana. Una di quelle regioni che non figurano in cima alle ricorrenti classifiche degli sprechi e degli scandali. Ma anche qui il costo della politica fa discutere. E soprattutto fa discutere quell'apparato tentacolare, spesso sconosciuto ai più, che a partire dalle istituzioni si dirama fin nei piccoli borghi. La Regione partecipa a 104 enti di varia natura: dalle 3 diverse aziende per il diritto allo studio (Firenze, Siena e Pisa) alle Asl e all'agenzia per la sanità che affianca l'assessorato, dal Consorzio di bonifica della Romagna occidentale e alla Fondazione Toscana e il Mezzogiorno d'Italia e d'Europa. Un colosso ramificato che coinvolge quasi un migliaio (949) di persone che, solo passando attraverso i partiti (di centro sinistra e di centrodestra), vengono nominate da Regione e dagli altri partner nei consigli di amministrazione. Di questi, 312 consiglieri e 129 revisori dei conti vengono stipendiati direttamente dalla Regione. Un esborso annuale che raggiunge i 2,470 milioni di euro. E che varia dai37euro di gettone per ogni riunione della commissione di bioetica che comprende 31 persone ai 65mila euro lordi per il commissario della diga di Bilancino. Dai 20 euro per i 18 della commissione per l'artigianato ai 35mila per il presidente della Fondazione spettacolo.
A questi vanno aggiunti i consigli delle 6 Autorità dell'acqua (sono gli Ato, costo stimato circa 1 milione di euro), delle 10 Autorità dei rifiuti (1,2 milioni di euro) e le Autorità per l'edilizia residenziale pubblica (qui detti Lode) che per fortuna non hanno consigli d'amministrazione. Se si somma tutto fanno quasi 5 milioni. Ma solo per cominciare. Il sistema istituzionale toscano comprende anche 20 comunità montane (c'è anche quella dell'Arcipelago toscano) con 20 presidenti e relative squadre di assessori: il numero e gli stipendi variano a seconda dello stipendio del sindaco del Comune più grande. Ma si stima in 1 milione di euro. Possibile che tutto questo sia un modello immodificabile?
Il presidente toscano Claudio Martini (Ds) lancia ora un «progetto di riorganizzazione» e semplificazione per eliminare le duplicazioni, «aumentare l'efficienza e diminuire i costi». Propone di ridurre le Autorità, le agenzie, le Fondazioni, le aziende del diritto allo studio. Ma resta il nodo delle 14Agenzieperilturismo (di competenza delle Province ma più numerose delle stesse province) che s'intersecano con l'agenzia regionale Toscana Promozione e le 10 società per la promozione messe in campo da ciascuna Camera di Commercio. Come dire, anziché convogliare gli sforzi, in tempi di concorrenza globale le poche risorse si sparpagliano in mille rivoli senza nessun coordinamento tra loro.
La Toscana è anche la Regione che nel 2005 ha aumentato i consiglieri regionali portandoli da 50 a 65 (accordo trasversale). E che perciò nel 2006 ha destinato al Consiglio regionale e alla giunta 10 milioni di euro. L'ultimo dei consiglieri, quello cioè che non ha strappato neppure una vicepresidenza o un posto da segretario in una commissione, ha una busta paga di 9.672 euro lordi al mese. Ma di consiglieri «ultimi» però, su 65, ce ne sono solo 14.
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