lunedì 12 novembre 2007

E il riscaldamento globale accorcia il corso dei fiumi

LA REPUBBLICA lunedì 12 novembre 2007 Pagina 23 - Economia
E il riscaldamento globale accorcia il corso dei fiumi
ROMA - Fiumi più corti meno acqua dolce. E molta più acqua di mare nei prossimi decenni.
L´allarme viene da una ricerca dell´università americana di Columbus, in Ohio, presentata al congresso della società Geologica americana. Il fenomeno, il cosiddetto cuneo salino, è noto agli scienziati e i primi effetti si stanno già vedendo in diverse parti del mondo.
Ma lo scenario che si sta delineando è ben più cupo: secondo gli studiosi statunitensi gli effetti di questa erosione dei fiumi saranno ben più pesanti e fino al 50% in più di quanto previsto negli ultimi anni.
L´innalzamento del livello dei mari, uno dei principali effetti dei cambiamenti climatici, provoca l´ingresso dell´acqua salata nei fiumi e nelle falde sotterranee da cui si preleva l´acqua dolce per l´uso umano. Per gli esperti, bastano 250 milligrammi di sale nell´acqua per renderla non più potabile. I ricercatori, guidati da Motomu Ibaraki, hanno così simulato l´effetto dell´aumento del livello del mare previsto dall´Ipcc, l´organismo dell´Onu che studia i cambiamenti climatici recentemente premiato dal Nobel per la Pace, per i prossimi 100 anni, che nel peggiore dei casi potrebbe superare i 50 centimetri. Il risultato è stato che oltre alla risalita dell´acqua del mare, già prevista dall´Ipcc, ci sarà anche una zona salmastra, in cui acqua dolce e salata si mescoleranno, la cui estensione è dal 10 al 50% più ampia di quanto previsto.
«La maggioranza delle persone è al corrente dei danni che il mare può fare a livello del suolo - spiega Ibaraki - ma non sottoterra, dove si trova l´acqua potabile. Le coste vulnerabili a questo fenomeno includono alcune delle zone più popolate al mondo». Negli Stati Uniti, la ricerca ha mostrato che la East coast, in particolare la Florida e la Louisiana, sarà la più colpita. Su scala globale le aree più vulnerabili sono il Sud Est Asiatico, il Medio Oriente e il Nord Europa. Nel nostro paese il fenomeno risulta particolarmente pericoloso per il Po, dove gli effetti del livello del mare si combinano con la ridotta portata del fiume, che non riesce più a sospingere acqua dolce. Nella zona del Delta, inoltre si aggiunge il fenomeno della subsidenza, cioè l´abbassamento del livello del terreno di circa 7-8 millimetri all´anno. Secondo una ricerca effettuata da diversi enti scientifici e presentata durante il viaggio lungo il Po degli studenti dell´Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, nei periodi di maggiore siccità il mare si spinge già per 25-30 chilometri lungo il corso del fiume. Applicando la formula dei ricercatori Usa, questo vorrebbe dire che l´assenza di acqua potabile nei prossimi anni potrebbe minacciare persino Rovigo.
(lu.ci.)

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