Reduci, boom di suicidi il male oscuro uccide più della guerra in Iraq
Inchiesta choc di Cbs su tutti i veterani Usa
NEW YORK - Tornano dall´inferno iracheno con immagini indelebili di stragi e cecchini, di bombe e cadaveri. Molti di loro sono invalidi, tanti altri soffrono di turbe psichiche. Trovano un´America più pessimista, più povera, più avara, più contraria alle guerre di Bush. E in questa atmosfera un numero crescente di ex-combattenti si toglie la vita. «C´è una epidemia di suicidi», denuncia la rete televisiva Cbs che al termine di una inchiesta durata cinque mesi ha mandato in onda un servizio da brivido sul fenomeno.Nel 2005, secondo gli ultimi dati, ci sono stati 6256 ex-militari che si sono uccisi: una media di 17 al giorno e, nel complesso, più (quasi il doppio) di quanti sono morti dal 2003 a oggi nelle strade irachene (il pallottoliere delle vittime americane è ora a 3863). Certo, le statistiche si riferiscono a tutti gli ex-combattenti (25 milioni), non solo a quelli mandati in Afghanistan e in Iraq (1,6 milioni). Ma si tratta pur sempre del doppio della incidenza dei suicidi sulla popolazione degli Usa e il fenomeno colpisce duramente la fascia d´età più giovane, che ha un tasso di suicidi di 22,9 su 100mila, quattro volte più della media dei coetanei.«Non tutti tornano dall´Iraq feriti, ma la realtà è che nessuno torna come se nulla fosse successo», dice Paul Rieckhoff, un ex-marine che ha fondato un gruppo all´interno dell´associazione Veterans of America che si occupa specificamente dei reduci dall´Afghanistan e dall´Iraq. Tra i quali ce ne sono molti senza casa: non trovano lavoro e si riducono a dormire per strada. Un homeless su quattro è un ex-combattente della guerra al terrorismo.
(ar. zamp.)
(ar. zamp.)
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