4/11/2007 (8:30) - OFFENSIVA LEGALE DEL VATICANO
Un Perry Mason per i preti pedofili
All'americano Lena il contenzioso sugli abusi sessuali
FILIPPO DI GIACOMO
ROMA
Sulla porta dell'ufficio che occuperà, nella
segreteria di Stato vaticana, c'è già il suo nome. Si
chiama Jeffrey Lena l'avvocato americano che la Santa
Sede ha assunto per occuparsi del contenzioso che la
oppone, in vari stati del mondo, alle vittime di abusi
sessuali da parte di preti. Questa, la motivazione
ufficiale. Quella ufficiosa, suggerita dai fatti
recentemente accaduti anche dentro le mura leonine,
appare confermata dalla collocazione dell'ufficio
dell'avvocato Lena, situato a metà strada tra la
sezione amministrativa e quella legale del Vaticano.
Insomma, una sorta di addentellato dell'ufficio del
personale e di quello disciplinare, per un problema
che sembra decisamente avviarsi ad essere seriamente
preso in mano. La Chiesa Cattolica è l'unica
confessione cristiana ad avere un sistema di archivi
completo e preciso. E dall'analisi delle cartelle dei
150 mila sacerdoti e religiosi che hanno servito la
Chiesa negli Usa dagli Anni Sessanta al 1980, risulta
che le accuse di pedofilia hanno colpito circa 500
persone, quindi lo 0,3% del clero e dei religiosi. Le
accuse che poi sono state anche provate, fanno
scendere la statistica allo 0,2%. I dati americani
risultano confermati anche dallo studio incrociato
condotto negli archivi di altre circoscrizioni
ecclesiastiche.
Tuttavia, gli stessi studi, fanno emergere una
situazione più complessa sulla presenza di ministri
consacrati di indole omosessuale. Quanti siano, non è
dato sapere. Qualche anno fa Donald Cozzens, il
rettore del seminario cattolico di Cleveland, in The
Changing Face of the Priesthood, riportava tassi che
oscillavano dal 23 al 80%. Un altro studioso, Leon J.
Podles, suggerisce invece, probabilmente in modo più
compiuto, che il tasso tra gli ordinati attualmente in
servizio si attesta sotto il 20%, cioè con una
percentuale da 7 a 8 volte maggiore rispetto a quello
della popolazione generale. Come sostiene Michael Rose
nel suo libro Goodbye! Good Men, c'è un'attiva
sub-cultura omosessuale dentro la Chiesa Cattolica.
Frutto, secondo molti, della confusione conseguente
alla rivoluzione sessuale degli Anni 60 associata ai
tumulti dottrinali e disciplinari conseguenti al
Concilio Vaticano II ed alla maggiore approvazione del
comportamento omosessuale nella società. Il tutto, in
un mix che ha facilitato agli omosessuali attivi
l'ammissione al sacerdozio e, non di rado, ha creato
l'ambiente per la loro cooptazione ad incarichi
importanti. Con le strutture vaticane ormai non in
condizione, per ovvi motivi, di controllare alcuno, il
compito dell'avvocato Jeffrey Lena appare importante
e, probabilmente, destinato a diventare presto assai
ingrato.
Così appare anche il lavoro che il cardinale Giovan
Battista Re, prefetto della Congregazione dei Vescovi,
sta svolgendo in questo particolare momento della vita
della Chiesa. Voci insistenti lo danno prossimo alla
cessazione dell'incarico per un oscuro intreccio con
le vicende del suo amico Antonio Fazio e di altri
personaggi coinvolti in bancopoli. Un quotidiano lo
aveva indicato, qualche mese fa, destinatario del
fervorino che un Fiorani, appena uscito dal carcere
avrebbe indirizzato a un non meglio precisato
porporato: «Voi vedete uno che vi dà i soldi, come io
v´ho sempre dato i soldi in contanti, e tutto andava
bene. Poi, quando una persona è in disgrazia non fate
neanche una chiamata a sua moglie per sapere se sta
bene o se sta male». La risposta del porporato sarebbe
stata: «La Chiesa è fatta di uomini e gli uomini
sbagliano». E Fiorani, di rimando: «Sì, è vero, è
fatta di uomini, ma io sto parlando con lei, non sto
parlando con un parroco di campagna».
Perché poi, notizie non pubblicate di recente tornino
a circolare ogni volta che la Santa Sede deve
provvedere ad una nomina importante, sembra abbastanza
facile da spiegare. Ormai è chiaro che l'edizione
ecclesiastica del manuale Cencelli non funziona più. E
la Congregazione dei Vescovi ha ripreso a fare il
proprio mestiere. Monsignor Domenico Segalini, il vero
organizzatore della giornata mondiale della gioventù
del 2000, conterraneo e amico del cardinale Re, è
stato nominato ieri assistente generale dell'Azione
Cattolica. Il Papa lo ha preferito a don Gianni
Ambrosio, ruiniano, attuale assistente spirituale
della Cattolica di Milano. A Palestrina, diocesi
finora retta da monsignor Segalini, potrebbe essere
destinato uno di quei personaggi che la regola del
promoveatur ut amoveatur vorrebbe già allontanati da
Roma.
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