LA REPUBBLICA sabato 3 novembre 2007 Pagina 11 – Economia
Apocalisse energia
Esce a Londra "A crude awakening": corriamo ai ripari, o sarà caos
E un film racconta i giorni della fine dell´oro nero
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Qualcuno dice che ne avremo ancora per ottant´anni e forse più, qualcuno dice mezzo secolo, qualcuno è pessimista e sostiene che finirà entro qualche decennio, se non ancora più in fretta. Su una cosa concordano tutti: il petrolio non è eterno. Ma l´umanità è in grave ritardo nel prepararsi ad affrontare la sua scomparsa, e la seria possibilità che si verifichi molto prima di quanto ci aspettiamo. A crude awakening (Un crudo risveglio - ma «crude» significa anche petrolio greggio), un documentario premiato in otto festival internazionali del cinema, in uscita tra pochi giorni sugli schermi del Regno Unito, è un campanello d´allarme: un monito spaventoso e affascinante su come la dipendenza dal petrolio della nostra civiltà ci ha portati sulla soglia di un baratro, nel quale potremmo sprofondare tra non molto. Un numero crescente di esperti, afferma il film, è convinto che la produzione di petrolio abbia già toccato o stia per toccare il suo picco massimo, il momento dal quale comincerà inesorabilmente a scendere senza più alcuna possibilità di risalire. E quando arriverà quel momento, sulla terra scoppierà il caos: ci saranno guerre, impoverimento di massa, ritorno di intere regioni a un sistema di vita pre-industriale. Sul nostro pianeta, o almeno su una parte di esso, si spegnerà la luce. A meno che da oggi, da subito, gli uomini non pianifichino fonti di energia alternativa di massa e non comincino a vivere in modo diverso, consumando meno.
«L´età del petrolio», spiega Robert Sample, uno degli esperti interpellati dal documentario, «cento e più anni di incredibile sviluppo economico reso possibile dal petrolio, potrebbe finire presto senza che noi ce ne accorgiamo. Il petrolio non durerà per sempre. A un certo punto persino le vaste riserve dell´Arabia Saudita resteranno a secco. Ma prima che ciò accada, verrà il giorno in cui la domanda supera l´offerta, risultando in forti o catastrofici aumenti dei prezzi». Prospettiva che, con il prezzo della benzina che sta per giungere a 1 sterlina (1 euro e 40) al litro, i consumatori britannici ben comprendono. «Fatti che sembrano slegati fra loro, come l´uragano Katrina che distrugge le raffinerie del Texas, la guerra in Iraq, le ambizioni nucleari dell´Iran, la politica populista di Chavez in Venezuela, la nazionalizzazione delle compagnie petrolifere in Russia, puntano tutti nella medesima direzione», osserva Basil Gelpke, produttore del film, «il petrolio sta esaurendosi e non siamo pronti per il cataclisma che ciò provocherà». Anche perché le precedenti transizioni da una fonte energetica all´altra, dal legno al carbone, dal carbone al petrolio, sono state graduali: questa invece sarà immediata, travolgente. Un crudo risveglio non pone solo domande, offre pure risposte, e un barlume di speranza: energie alternative e minori consumi possono evitare che il mondo piombi in un nuovo Medio Evo. Ma non c´è tempo da perdere.
Apocalisse energia
Esce a Londra "A crude awakening": corriamo ai ripari, o sarà caos
E un film racconta i giorni della fine dell´oro nero
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Qualcuno dice che ne avremo ancora per ottant´anni e forse più, qualcuno dice mezzo secolo, qualcuno è pessimista e sostiene che finirà entro qualche decennio, se non ancora più in fretta. Su una cosa concordano tutti: il petrolio non è eterno. Ma l´umanità è in grave ritardo nel prepararsi ad affrontare la sua scomparsa, e la seria possibilità che si verifichi molto prima di quanto ci aspettiamo. A crude awakening (Un crudo risveglio - ma «crude» significa anche petrolio greggio), un documentario premiato in otto festival internazionali del cinema, in uscita tra pochi giorni sugli schermi del Regno Unito, è un campanello d´allarme: un monito spaventoso e affascinante su come la dipendenza dal petrolio della nostra civiltà ci ha portati sulla soglia di un baratro, nel quale potremmo sprofondare tra non molto. Un numero crescente di esperti, afferma il film, è convinto che la produzione di petrolio abbia già toccato o stia per toccare il suo picco massimo, il momento dal quale comincerà inesorabilmente a scendere senza più alcuna possibilità di risalire. E quando arriverà quel momento, sulla terra scoppierà il caos: ci saranno guerre, impoverimento di massa, ritorno di intere regioni a un sistema di vita pre-industriale. Sul nostro pianeta, o almeno su una parte di esso, si spegnerà la luce. A meno che da oggi, da subito, gli uomini non pianifichino fonti di energia alternativa di massa e non comincino a vivere in modo diverso, consumando meno.
«L´età del petrolio», spiega Robert Sample, uno degli esperti interpellati dal documentario, «cento e più anni di incredibile sviluppo economico reso possibile dal petrolio, potrebbe finire presto senza che noi ce ne accorgiamo. Il petrolio non durerà per sempre. A un certo punto persino le vaste riserve dell´Arabia Saudita resteranno a secco. Ma prima che ciò accada, verrà il giorno in cui la domanda supera l´offerta, risultando in forti o catastrofici aumenti dei prezzi». Prospettiva che, con il prezzo della benzina che sta per giungere a 1 sterlina (1 euro e 40) al litro, i consumatori britannici ben comprendono. «Fatti che sembrano slegati fra loro, come l´uragano Katrina che distrugge le raffinerie del Texas, la guerra in Iraq, le ambizioni nucleari dell´Iran, la politica populista di Chavez in Venezuela, la nazionalizzazione delle compagnie petrolifere in Russia, puntano tutti nella medesima direzione», osserva Basil Gelpke, produttore del film, «il petrolio sta esaurendosi e non siamo pronti per il cataclisma che ciò provocherà». Anche perché le precedenti transizioni da una fonte energetica all´altra, dal legno al carbone, dal carbone al petrolio, sono state graduali: questa invece sarà immediata, travolgente. Un crudo risveglio non pone solo domande, offre pure risposte, e un barlume di speranza: energie alternative e minori consumi possono evitare che il mondo piombi in un nuovo Medio Evo. Ma non c´è tempo da perdere.
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