Hiroshima, crimine contro l'umanità
di Romolo Gobbi - 09/11/2007
dal sito di Romolo Gobbi
Il primo novembre è morto, a Columbus nell’Ohio, Paul Warfield Tibbets, comandante e primo pilota del B29 americano che il 6 agosto 1945 sganciò la bomba atomica che distrusse la città giapponese di Hiroshima. Con quell’esplosione morirono più di centomila persone, uomini, donne, bambini, vecchi, letteralmente evaporate dall’enorme calore sprigionatosi. I feriti e gli ustionati furono più di centocinquantamila, e innumerevoli sono le persone morte in seguito per le radiazioni subite: “si stima che le vittime totali della bomba superino i 227.000 individui, con perdite annue (tutt’ora) di poco inferiori a 5000 persone”. (La Stampa, 02/1172007).Tre giorni dopo, un’altra bomba atomica venne sganciata sulla città di Nagasaki, provocando la morte di altre decine di migliaia di persone, uomini, donne, bambini e vecchi. Poche settimane prima la città di Tokyo era stata distrutta all’80 per cento dalle bombe incendiarie sganciate dagli aerei americani, che provocarono la morte di circa 100.000 persone, uomini, donne, bambini e vecchi. Oggi questi eccidi verrebbero definiti “crimini contro l’umanità” e i loro autori sarebbero perseguiti anche a decine di anni di distanza . Invece, il capitano Tibbet, decorato e promosso generale, in occasione dell’anniversario di Hiroshima ha dichiarato, qualche anno fa: “So cosa ho fatto e lo rifarei in una situazione simile. Se non avessimo compiuto quella missione l’umanità avrebbe perso molto (?!)”. La giustificazione ufficiale americana per aver buttato le atomiche sul Giappone nell’agosto del 1945, era che le atomiche su Hiroshima e Nagasaky avrebbero risparmiato almeno quarantamila soldati americani. Intanto, la giustificazione americana è almeno tacciabile di razzismo, perché giudicava più importanti 40.000 soldati americani di 400.000 morti giapponesi (uomini, donne, bambini, vecchi). E poi, non è vero che le atomiche affrettarono la resa giapponese, infatti, secondo le testimonianze di alcuni ufficiali superiori: “i giapponesi non avrebbero potuto resistere a lungo perché avevano perduto il controllo dei cieli”. Secondo l’ammiraglio W.F. Halsley Jr., “ la prima bomba fu un esperimento non necessario perché la flotta giapponese era ormai sconfitta”. Anche secondo il Segretario di Stato Byrnes: “la fine della guerra non fu determinata dalla bomba atomica; quando fu sganciata il Giappone era già sconfitto e stava per chiedere la pace”. La vera ragione per cui furono sganciate le due bombe atomiche sul Giappone fu di impedire che i sovietici intervenissero nella guerra del Pacifico. Ma ottennero l’effetto contrario; infatti i Russi a quel punto si precipitarono ad attaccare il Giappone per impadronirsi di quanto era stato promesso loro a Yalta, e sullo slancio, arrivarono sino alla Corea. L’altro obiettivo, sempre nei confronti dei sovietici, era quello di impressionarli, perché, proprio a Yalta, non avevano dato molto peso all’annuncio fatto dal presidente Truman che gli americani avevano sperimentato la bomba atomica. In quell’occasione, Stalin avrebbe detto che “la notizia gli faceva piacere”. Non si sa se la risposta di Stalin fosse fatta per non dare troppa soddisfazione a Truman, che certamente gli aveva dato la notizia per spaventarlo, o se, effettivamente, egli non avesse capito la portata sconvolgente della nuova arma. Certamente, le due atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaky avevano come fine di convincere i leaders sovietici a mostrarsi, “in seguito, più disponibili alla collaborazione”.Dunque, quelle bombe furono fatte scoppiare per fini politici e di potenza, senza preoccuparsi dello sterminio che avrebbero provocato. Oggi, quando si uccidono uomini, donne, bambini e vecchi con bombe “intelligenti”, si proclama che queste morti sono degli “effetti collaterali non voluti”. Allora si tentò di affermare che Hiroshima era una base militare, cosa non vera, e, invece, venne scelta perché aveva le dimensioni corrispondenti al potenziale distruttivo della bomba. Esattamente come era avvenuto per il bombardamento al fosforo di Dresda, in Germania, il 13 e 14 febbraio dello stesso anno, la città fu scelta per le sue dimensioni e per spaventare i russi, che vi si stavano avvicinando. E anche qui fu una strage di uomini, donne, bambini, vecchi….
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