Ridurre lo smog a basso costo
Il Sole 24 Ore del 24 settembre 2007, pag. 8
di Enrico Villa
Il dibattito sul cambiamento climatico e sulle possibili modalità di riduzione delle emissioni dei cosiddetti gas di cui l'anidride carbonica (CO2) è il più importante, è sempre più acceso. Recentemente, McKinsey & Company ha condotto la prima mappatura a livello globale delle opportunità di riduzione delle emissioni di gas serra su un orizzonte temporale che arriva fino al 2030. A questo fine, ha preso in considerazione sei macro settori - produzione di energia elettrica, industria, trasporti, edifici residenziali e commerciali, agricoltura e gestione rifiuti, foreste - che, nell'insieme, coprono la totalità delle emissioni mondiali. Per ogni modalità di riduzione delle emissioni sono stati stimati il potenziale complessivo di riduzione (in tonnellate di CO/anno) e il maggior costo derivante dall'adozione della soluzione "a basse/nulle emissioni di CO2" rispetto a quello dell'alternativa attuale (in euro/ton CO2). A titolo di esempio, il costo per l'abbattimento di CO2 ottenibile utilizzando pannelli solari per la produzione elettrica è misurato come maggior costo di produzione di elettricità derivante dall'utilizzo dei pannelli (inclusi gli investimenti iniziali) rispetto all'attuale, e più economica, centrale a carbone.
Dall'analisi emerge che non solo sarebbe possibile ridurre le emissioni di oltre il 45% entro il 2030, ma che sarebbe possibile farlo a costi piuttosto contenuti: meno di 40 euro per tonnellata di CO,. Si tratta di un valore relativamente basso se pensiamo, ad esempio, che le emissioni di una macchina di media cilindrata che percorre 2omila km all'anno sono circa tre tonnellate di CO2 e che quindi il costo per eliminare una quantità equivalente di CO2 sarebbe solamente poco più di cento euro all'anno.
Ma l'analisi in dettaglio delle diverse opportunità per settore e a livello globale porta anche ad altre interessanti osservazioni che, da una parte, aiutano a meglio comprendere la questione nella sua interezza e, dall'altra, sfatano alcuni luoghi comuni.
-La riduzione delle emissioni di CO2 non rappresenta necessariamente un costo: più di un quarto del potenziale di riduzione identificato, e fino al 40% per i Paesi industrializzati, è ottenibile a un costo nullo o negativo, ossia con un risparmio netto. Questo perché si tratta di misure legate in massima parte all'efficienza energetica, nel settore dei trasporti e degli edifici in particolare, in cui alla riduzione delle emissioni si associa una riduzione dei consumi energetici, e quindi un risparmio, senza alcun impatto su stile di vita o livello di comfort.
- Le opportunità di abbattimento delle emissioni di CO2 non si concentrano solo nei settori solitamente sospettati di nuocere maggiormente all'ambiente, ovvero la produzione di energia elettrica e l'industria. Questi due comparti, infatti, rappresentano meno del 45% del potenziale di riduzione identificato nel 2030. Trasporti, edifici, agricoltura e gestione delle foreste costituiscono aree di intervento importanti, sebbene risultino più difficili da affrontare a causa del coinvolgimento di miliardi di soggetti interessati, rispetto alle "poche" grandi industrie o aziende produttrici di energia.
- Le opportunità di abbattimento non sono localizzate solo nei paesi industrializzati e in Cina: i Paesi in via di sviluppo (Cina esclusa) rappresentano oltre il 40% del potenziale di abbattimento, rendendo essenziale un loro coinvolgimento in qualunque iniziativa politica globale di riduzione delle emissioni.
- Elevati livelli di riduzione delle emissioni presuppongono uno sforzo che vada al di là dell'introduzione di nuove tecnologie, da sviluppare nei prossimi anni: oltre il 70% delle opportunità identificate non dipendono affatto dalla tecnologia o si basano su soluzioni esistenti e mature. Lo sviluppo tecnologico svolgerà un ruolo importante nel medio termine per raggiungere obiettivi di abbattimento più ambiziosi, ma già da oggi esistono gli strumenti per agire in modo rilevante.
- Infine, il raggiungimento di obiettivi elevati di riduzione di emissioni di CO2 non inciderà negativamente sull'economia mondiale: le misure identificate nello studio, che in totale permetterebbero di ridurre le emissioni di gas serra a un livello in linea con quanto ritenuto accettabile dai migliori studiosi del tema, avrebbero un costo pari a circa lo 0,6% del prodotto interno lordo mondiale nel 2030. Per avere un termine di paragone, se consideriamo gli interventi per ridurre le emissioni alla stregua di un'"assicurazione" sul futuro del nostro clima e quindi sul nostro futuro, le spese per premi assicurativi (escluse le assicurazioni vita) a livello globale nel 2005 hanno rappresentato il 3,3% del prodotto interno lordo mondiale.
In generale, dallo studio emerge una certa complessità del panorama delle possibili iniziative di riduzione delle emissioni di gas serra, sia in termini di settori coinvolti, che di geografie, sia di livello di costo che di tecnologia necessaria. A prescindere da quando e come i diversi Paesi agiranno per la riduzione delle emissioni di gas serra, è tuttavia importante che i leader politici e del mondo economico tengano in dovuta considerazione tale complessità, in modo da assicurare che il problema venga affrontato in modo coordinato, coerente ed efficace, nonché il più possibile efficiente per la società.
NOTE
McKinsey & Company
Il Sole 24 Ore del 24 settembre 2007, pag. 8
di Enrico Villa
Il dibattito sul cambiamento climatico e sulle possibili modalità di riduzione delle emissioni dei cosiddetti gas di cui l'anidride carbonica (CO2) è il più importante, è sempre più acceso. Recentemente, McKinsey & Company ha condotto la prima mappatura a livello globale delle opportunità di riduzione delle emissioni di gas serra su un orizzonte temporale che arriva fino al 2030. A questo fine, ha preso in considerazione sei macro settori - produzione di energia elettrica, industria, trasporti, edifici residenziali e commerciali, agricoltura e gestione rifiuti, foreste - che, nell'insieme, coprono la totalità delle emissioni mondiali. Per ogni modalità di riduzione delle emissioni sono stati stimati il potenziale complessivo di riduzione (in tonnellate di CO/anno) e il maggior costo derivante dall'adozione della soluzione "a basse/nulle emissioni di CO2" rispetto a quello dell'alternativa attuale (in euro/ton CO2). A titolo di esempio, il costo per l'abbattimento di CO2 ottenibile utilizzando pannelli solari per la produzione elettrica è misurato come maggior costo di produzione di elettricità derivante dall'utilizzo dei pannelli (inclusi gli investimenti iniziali) rispetto all'attuale, e più economica, centrale a carbone.
Dall'analisi emerge che non solo sarebbe possibile ridurre le emissioni di oltre il 45% entro il 2030, ma che sarebbe possibile farlo a costi piuttosto contenuti: meno di 40 euro per tonnellata di CO,. Si tratta di un valore relativamente basso se pensiamo, ad esempio, che le emissioni di una macchina di media cilindrata che percorre 2omila km all'anno sono circa tre tonnellate di CO2 e che quindi il costo per eliminare una quantità equivalente di CO2 sarebbe solamente poco più di cento euro all'anno.
Ma l'analisi in dettaglio delle diverse opportunità per settore e a livello globale porta anche ad altre interessanti osservazioni che, da una parte, aiutano a meglio comprendere la questione nella sua interezza e, dall'altra, sfatano alcuni luoghi comuni.
-La riduzione delle emissioni di CO2 non rappresenta necessariamente un costo: più di un quarto del potenziale di riduzione identificato, e fino al 40% per i Paesi industrializzati, è ottenibile a un costo nullo o negativo, ossia con un risparmio netto. Questo perché si tratta di misure legate in massima parte all'efficienza energetica, nel settore dei trasporti e degli edifici in particolare, in cui alla riduzione delle emissioni si associa una riduzione dei consumi energetici, e quindi un risparmio, senza alcun impatto su stile di vita o livello di comfort.
- Le opportunità di abbattimento delle emissioni di CO2 non si concentrano solo nei settori solitamente sospettati di nuocere maggiormente all'ambiente, ovvero la produzione di energia elettrica e l'industria. Questi due comparti, infatti, rappresentano meno del 45% del potenziale di riduzione identificato nel 2030. Trasporti, edifici, agricoltura e gestione delle foreste costituiscono aree di intervento importanti, sebbene risultino più difficili da affrontare a causa del coinvolgimento di miliardi di soggetti interessati, rispetto alle "poche" grandi industrie o aziende produttrici di energia.
- Le opportunità di abbattimento non sono localizzate solo nei paesi industrializzati e in Cina: i Paesi in via di sviluppo (Cina esclusa) rappresentano oltre il 40% del potenziale di abbattimento, rendendo essenziale un loro coinvolgimento in qualunque iniziativa politica globale di riduzione delle emissioni.
- Elevati livelli di riduzione delle emissioni presuppongono uno sforzo che vada al di là dell'introduzione di nuove tecnologie, da sviluppare nei prossimi anni: oltre il 70% delle opportunità identificate non dipendono affatto dalla tecnologia o si basano su soluzioni esistenti e mature. Lo sviluppo tecnologico svolgerà un ruolo importante nel medio termine per raggiungere obiettivi di abbattimento più ambiziosi, ma già da oggi esistono gli strumenti per agire in modo rilevante.
- Infine, il raggiungimento di obiettivi elevati di riduzione di emissioni di CO2 non inciderà negativamente sull'economia mondiale: le misure identificate nello studio, che in totale permetterebbero di ridurre le emissioni di gas serra a un livello in linea con quanto ritenuto accettabile dai migliori studiosi del tema, avrebbero un costo pari a circa lo 0,6% del prodotto interno lordo mondiale nel 2030. Per avere un termine di paragone, se consideriamo gli interventi per ridurre le emissioni alla stregua di un'"assicurazione" sul futuro del nostro clima e quindi sul nostro futuro, le spese per premi assicurativi (escluse le assicurazioni vita) a livello globale nel 2005 hanno rappresentato il 3,3% del prodotto interno lordo mondiale.
In generale, dallo studio emerge una certa complessità del panorama delle possibili iniziative di riduzione delle emissioni di gas serra, sia in termini di settori coinvolti, che di geografie, sia di livello di costo che di tecnologia necessaria. A prescindere da quando e come i diversi Paesi agiranno per la riduzione delle emissioni di gas serra, è tuttavia importante che i leader politici e del mondo economico tengano in dovuta considerazione tale complessità, in modo da assicurare che il problema venga affrontato in modo coordinato, coerente ed efficace, nonché il più possibile efficiente per la società.
NOTE
McKinsey & Company
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