domenica 16 dicembre 2007

Zero Perché la versione ufficiale sull'11/9 è un falso

dal sito: http://www.wuz.it/Articoli/Articolo/tabid/77/id/1415/Default.aspx
Zero: "Giulietto Chiesa
Zero
Perché la versione ufficiale sull'11/9 è un falso

'L'11/9 serviva per lanciare il mondo in una nuova corsa al riarmo e per tenerlo incatenato al tenore di vita, non negoziabile, di una piccola quota dei 300 milioni di americani e dei 500 milioni di europei. Ma non è più possibile comunque. L'alternativa alla guerra per il dominio, che i progettisti dell'11/9 hanno in mente, è un grande compromesso per fare la pace con il pianeta che ci ospita. Ma per costruire questo compromesso, che comporta sacrifici per i più ricchi, occorre smascherare il progetto di una guerra senza fine, che porterà alla catastrofe. Ecco perché la verità sull'11 settembre 2001 è importante, anzi essenziale: per sopravvivere.'"

Chi non crede alla versione ufficiale che è stata diffusa sugli eventi legati all'11 settembre è amico dei terroristi? È un complice? Oppure è un uomo che desidera vederci chiaro, che vuole arrivare sino in fondo, che si pone delle logiche e lecite domande?
Con la "collaudata metodologia della caccia alle streghe" è stata impostata la comunicazione ufficiale e pubblica, supportata dai media, che non dovrebbe vedere cedimenti né smentite, ma che invece, come potremo ampiamente constatare leggendo questa raccolta di saggi, ha rivelato falle notevoli, denunciate attraverso le insistenti voci di analisti competenti che hanno il coraggio di andare contro corrente.
Smontata ormai da tempo la tesi del complotto anti-americano, l'analisi obiettiva degli eventi, al di là delle valutazioni e delle spiegazioni che singolarmente se ne trarranno a favore o contro le tesi ufficiali del governo statunitense, non può che essere costruttiva e, potremmo dire, indispensabile.
A margine ricordiamo che la casa editrice Piemme ha pubblicato proprio in questi giorni un'altra raccolta di saggi che difende una versione differente degli eventi, 11/9 la cospirazione impossibile a cura di Massimo Polidoro (di cui parliamo in un'altra scheda di Wuz).


Ma entriamo immediatamente nel vivo della questione con il testo introduttivo firmato dal giornalista Giulietto Chiesa, uomo che ci ha abituati a non edulcorare nessuna notizia, ma anzi, a prendere di petto la realtà. Ed è ciò che fa anche in questo testo, che riassume succintamente ma in modo chiarissimo ciò che toveremo nei singoli interventi raccolti.
Da quello di Steven E. Jones, professore universitario, fisico, che "mostra come l'11 settembre non può essere stato il frutto di un'improvvisazione dilettantesca di un gruppo di fanatici senza conoscenze scientifiche precise", a quello di Andreas von Bülow, esperto di servizi di sicurezza, che "analizza le pricipali ipotesi sul terreno in base alla quantità di materiali informativi disponibili. E conclude per la tesi di un'operazione di intelligence nascosta sotto falsa bandiera". Del resto i cittadini americani "per circa due terzi hanno ripetutamente detto di non credere nella versione ufficiale e per più di un terzo ritengono che le autorità abbiano lasciato fare o siano state attivamente coinvolte nell'attentato".
Wester Griffin Tarpley parla di "qualcosa di simile a un colpo di stato", mentre Jürgen Elsässer confuta ogni "semplificazione del fenomeno terrorista che pretenda di esaurirlo nella sua componente islamica".
Sostanzialmente tutti i saggi concorrono a una ipotesi comune con alcune varianti, ma che individua in un connubio tra potere politico e servizi segreti le radici dell'attentato. Un potere che avrebbe utilizzato i gruppi terroristici islamici a proprio vantaggio.
A completare il volume alcuni saggi di giornalisti ed esperti italiani che guardano agli eventi dal punto di vista europeo. Lidia Ravera, che racconta attraverso una storia di vita intensa, l'impatto con la versione "differente" degli eventi e la difficoltà nell'affrontare questo tema; Enzo Modugno, che riprende l'antica, ma sempre valida teoria della guerra fatta per reggere l'economia nazionale, per evitare il declino, per espandere la propria influenza; Franco Cardini e Marina Montesano, che ci raccontano la complessa realtà ideologica e religiosa che sta alla base del fenomeno neocon; Enzo Fracassi che parla soprattutto di informazione distorta, di propaganda, di manipolazione della massa.
Un tema comunque da affrontare perché, come scrive Gianni Vattimo nella sue considerazioni prettamente politiche, "Nonostante non sia cambiato niente, nella politica imperiale statunitense, dopo l'11 settembre e nonostante che forse quel giorno non sia successo, alla lettera, niente o quasi di quello che ci è spacciato nella versione ufficiale dell'evento, l'11 settembre è come i poveri di cui parla il Vangelo, ce l'abbiamo sempre con noi, segna come un emblema più che come un fatto determinante tutta la politica in cui siamo anche noi in Italia coinvolti, e sempre più profondamente".

Su questa linea di interpretazione vi segnaliamo anche il saggio La fabbrica del terrore (9/11 Synthetic Terror: Made in USA) di Webster Tarpley che evidenzia lo strano comportamento di alcuni attentatori delle Torri gemelle. Per saperne di più vi sconsigliamo di leggere l'interessante articolo di Marina Montesano pubblicato dal Manifesto il 4 settembre 2007.


Le prime pagine

INTRODUZIONE

La ragione principale che mi ha spinto a promuovere questo lavoro collettivo risiede nella mia profonda convinzione, che so essere condivisa da tutti coloro che vi hanno preso parte, che l'11 settembre è stato non solo un colossale inganno, perpetrato ai danni dell'intera umanità, ma che esso è stato ed è un'arma di tremenda potenza puntata contro la pace mondiale e i cui effetti - se non impediti — potrebbero mettere in causa la stessa sopravvivenza di milioni e perfino di miliardi di individui. Come è stato detto autorevolmente, la verità sull'11 settembre non la conosceremo mai: non nei prossimi cento anni almeno. E questa realistica affermazione già implicitamente contiene l'ipotesi che la versione ufficiale non solo non ci ha detto la verità, ma è stata dettata da una ferrea ragion di stato, ben più tremenda del bilancio delle vittime di quel giorno, perché ha aperto la via a mostruose carneficine di innocenti. Che sono in corso mentre scrivo queste righe, e che possono dilagare se non ci sarà qualcuno capace di fermare la mano degli insensati che guidano il pianeta.
Noi siamo partiti dalla necessità della ricerca della verità, ben sapendo che essa non è celata in un posto solo. Meno che mai in qualche grotta afgana. Una ricerca che, per il solo fatto di esistere, si pone come barriera alla prosecuzione della guerra infinita che è cominciata l'11 settembre e che non accenna a terminare e, anzi, continuamente minaccia di estendersi e di incendiare il mondo.
Noi sappiamo dalla "prova di Godei", che la quantità di proposizioni vere non dimostrabili è infinita, ma abbiamo sperimentato che è possibile dimostrare la falsità di un numero definito di proposizioni false. E siamo giunti pertanto, tutti insieme, noi che abbiamo lavorato qui in Italia, insieme alle decine di migliaia di ricercatori di tutto il mondo, alla conclusione che è sufficiente, per demolire il tabù, che si dimostri che la versione ufficiale è falsa. Perché chi ci ha raccontato questa enorme bugia non è stato - chiunque egli sia, con chiunque egli abbia lavorato, quale che sia stato il suo ruolo nella vicenda (e noi riteniamo che un ruolo importante lo abbia avuto) - Osama bin Laden. Non è stato Osama bin Laden a scrivere il rapporto finale della Commissione del Congresso degli Stati Uniti d'America. David Ray Griffin dimostra impeccabilmente, in queste pagine, di quali e quante bugie quel rapporto sia farcito.
Gli autori dell'inganno sono stati coloro che ce lo hanno raccontato. Sapessero la verità oppure no è altra faccenda (più probabile che solo alcuni di loro si siano resi conto, o sapessero), ma si sono consapevolmente fermati davanti alla porta e non hanno voluto aprirla. Come molte persone normali, del resto, che arretrano impaurile di fronte all'evidenza, e preferiscono chiudere gli occhi, perché aprirli comporterebbe un grado di sofferenza che non sono in grado di affrontare. E, poiché noi siamo in condizione di dimostrare che gli autori del rapporto ufficiale hanno mentito, allora la nostra domanda è rivolta a loro: perché avete mentito, visto che secondo voi la risposta al quesito era così semplice da poter essere racchiusa in sole cinque parole: «è stato Osama bin Laden»?
Che bisogno c'era di raccontare tante bugie se la verità era così semplice come avete cercato di far credere?
Ed è subito evidente che, se noi abbiamo ragione, allora una serie gigantesca di interrogativi si affollano dietro il primo e fondamentale. Allora la guerra afgana perde il suo significato originario e ne acquista altri, del tutto diversi. Allora la decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che autorizzò l'attacco, perde ogni validità giuridica e si mostra per quello che è stato: esercizio del potere di imperio degli Stati Uniti sulla comunità internazionale. Allora si capisce perché la NATO fu trasformata, in anticipo, prima dell'11 settembre, da alleanza difensiva in offensiva e il suo ambito d'azione fu esteso a tutto il pianeta. Allora si capisce che la guerra contro l'Iraq non fu bugiarda solo nel senso, ormai palese a tutti coloro che hanno un cervello in grado di funzionare, che non esistevano armi di distruzione di massa, ma anche in un altro senso: che era stata messa nei progetti di un gruppo di avventurieri che stavano complottando per prendere il potere negli Stati Uniti ben prima dell'11 settembre. Allora si capisce perché il Patriot Act era stato preparato con largo anticipo e venne tirato fuori dai cassetti al momento giusto, per sferrare un attacco mortale contro la democrazia americana.

© 2007, Edizioni Piemme Spa

Zero. Perché la versione ufficiale sull'11/9 è un falso di Giulietto Chiesa
Pag. 412, 17,50 € - Edizioni Piemme, 2007
ISBN 978-88-38-46838-4


Gli autori

Giulietto Chiesa

Giulietto Chiesa
È uno dei più noti giornalisti italiani. Esperto di politica internazionale, fondatore dì Megachip - Associazione per la democrazia nell'informazione e parlamentare europeo, ha pubblicato tra l'altro La guerra infinita, La guerra come menzogna e Le carceri segrete della CIA in Europa.

Gore Vidal
Scrittore, saggista, caustico commentatore della società americana contemporanea, è considerato uno dei più rilevanti intellettuali del nostro tempo.

Franco Cardini

È il più noto medievalista italiano. Studioso delle relazioni tra musulmani e cristiani, il suo ultimo saggio è Europa e Islam: storia di un malinteso.

Gianni Vattimo
Filosofo, saggista, esponente politico, insegna Estetica all'università di Torino ed è visiting professor in importanti atenei americani.

Lidia Ravera
Scrittrice, giornalista e saggista, collabora con L'Unità e Micromega.

Andreas Von Bülow
Già ministro della Ricerca nell'amministrazione Schmidt ed esponente di spicco della SPD tedesca, ha scritto saggi e articoli sui servizi segreti europei e USA.

Steven E. Jones
Fisico, già professore all'università dello Utah, è membro fondatore di "Scholars for 9/11 Truth".

Claudio Fracassi
Giornalista, saggista, ex corrispondente e poi direttore di Paese Sera, ha fondato e diretto la rivista Avvenimenti.

Jürgen Elsässer
Giornalista, ha scritto rilevanti saggi sulla Bosnia e sul terrorismo di matrice musulmana in Europa.

Webster Griffin Tarpley
Storico, saggista, si è occupato dei rapporti tra Brigate Rosse e loggia P2. Ha pubblicato recentemente 9/11 Synthetic Terror.

Thierry Meyssan
Giornalista, il suo libro L'incredibile menzogna è stato un bestseller internazionale tradotto in ventisette lingue.

Enzo Modugno
Economista e giornalista, è noto per i suoi articoli sui principi keynesiani e la loro rilevanza sul modello economico militare-industriale.

David Ray Griffin
Filosofo, teologo e saggista, è autore di The 9/11 Commission Report: Omissions and Distorsions.

Barrie Zwicker
Giornalista, documentarista e attivista politico, ha realizzato il documentario 9/11, The Great Conspiracy.

Michel Chossudovsky
Professore di economia all'università di Ottawa, si è occupato della guerra in Jugoslavia ed è autore di America 's War on Terrorism.



04 settembre 2007 Di Giulia Mozzato

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