"Il grano costa come nel 1985 ma il pane è aumentato del 750%"
La Stampa del 11 settembre 2007, pag. 29
di Fabio Pozzo
Siamo alla resa dei conti. Le famiglie non ce la fanno più e, sotto il peso dei rincari, rischiano la bancarotta. Così, alla vigilia di un autunno che si preannuncia assai «nero», scendono ancora una volta in campo le associazioni dei consumatori. Lo fanno lanciando un allarme prezzi, ma anche un appello al governo affinchè intervenga. E promuovono la protesta della spesa, che culminerà giovedì con lo «sciopero della pastasciutta».
«Il governo deve intervenire perché ha tutti gli strumenti per tagliare gli aumenti ingiustificati», ha detto il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti. «Chiediamo a Prodi di proclamare l'emergenza prezzi», ha aggiunto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che propone una task force ad hoc, come è stato fatto per i bagagli. Le associazioni dei consumatori, spiega il presidente dell'Adoc Carlo Pileri, chiedono anzitutto un blocco immediato di prezzi e tariffe al livello precedente agli aumenti, per poi arrivare ad un taglio del 5%, attraverso un accordo con le parti interessate. «Un provvedimento che porterebbe le famiglie a risparmiare almeno 1.000-1.200 euro l'anno».
La protesta dei consumatori si concretizzerà con lo sciopero della pasta, che prenderà il via da piazza Montecitorio giovedì mattina: gli italiani saranno invitati ad astenersi da almeno un acquisto e a rinunciare per un giorno alla pastasciutta (scelta come simbolo dei rincari), che verrà distribuita gratis, insieme a pane e latte, nei presidi allestiti nelle principali città d'Italia. Sempre nella Capitale, una delegazione delle associazioni si recherà davanti alla sede dell'Antitrust per avere uno scambio di vedute con il presidente Antonio Catricalà.
Lo sciopero della spesa vedrà anche la partecipazione della Coldiretti. «Consumatori e produttori saranno per la prima volta insieme per eliminare la forbice assurda e criminale - l'ha definita Rienzi - dell'intermediazione».
Il fronte anti-rincari denuncia l'infondatezza degli aumenti (che porteranno entro fine anno a 1.098 euro di spesa media della famiglia), dal momento che il costo della materia prima «incide solo sul 10-15% del prezzo finale». Un esempio per tutti: l'aumento di pane e pasta, che è cresciuto indipendentemente da quello del grano, che ha lo stesso prezzo del 1985, mentre da allora - ha precisato Coldiretti - il divario dei prezzi tra grano e pane è aumentato del 750%».
L'elenco non può allungarsi. Ieri l'ultima denuncia, dell'Adiconsum: è raddoppiato del costo per la revisione auto (da 25 a 45 euro più Iva). Intanto, arrivano i primi bilanci dell'estate: causa aumenti, 4,7 milioni di famiglie hanno rinunciato - secondo i consumatori - alle vacanze.
La Stampa del 11 settembre 2007, pag. 29
di Fabio Pozzo
Siamo alla resa dei conti. Le famiglie non ce la fanno più e, sotto il peso dei rincari, rischiano la bancarotta. Così, alla vigilia di un autunno che si preannuncia assai «nero», scendono ancora una volta in campo le associazioni dei consumatori. Lo fanno lanciando un allarme prezzi, ma anche un appello al governo affinchè intervenga. E promuovono la protesta della spesa, che culminerà giovedì con lo «sciopero della pastasciutta».
«Il governo deve intervenire perché ha tutti gli strumenti per tagliare gli aumenti ingiustificati», ha detto il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti. «Chiediamo a Prodi di proclamare l'emergenza prezzi», ha aggiunto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che propone una task force ad hoc, come è stato fatto per i bagagli. Le associazioni dei consumatori, spiega il presidente dell'Adoc Carlo Pileri, chiedono anzitutto un blocco immediato di prezzi e tariffe al livello precedente agli aumenti, per poi arrivare ad un taglio del 5%, attraverso un accordo con le parti interessate. «Un provvedimento che porterebbe le famiglie a risparmiare almeno 1.000-1.200 euro l'anno».
La protesta dei consumatori si concretizzerà con lo sciopero della pasta, che prenderà il via da piazza Montecitorio giovedì mattina: gli italiani saranno invitati ad astenersi da almeno un acquisto e a rinunciare per un giorno alla pastasciutta (scelta come simbolo dei rincari), che verrà distribuita gratis, insieme a pane e latte, nei presidi allestiti nelle principali città d'Italia. Sempre nella Capitale, una delegazione delle associazioni si recherà davanti alla sede dell'Antitrust per avere uno scambio di vedute con il presidente Antonio Catricalà.
Lo sciopero della spesa vedrà anche la partecipazione della Coldiretti. «Consumatori e produttori saranno per la prima volta insieme per eliminare la forbice assurda e criminale - l'ha definita Rienzi - dell'intermediazione».
Il fronte anti-rincari denuncia l'infondatezza degli aumenti (che porteranno entro fine anno a 1.098 euro di spesa media della famiglia), dal momento che il costo della materia prima «incide solo sul 10-15% del prezzo finale». Un esempio per tutti: l'aumento di pane e pasta, che è cresciuto indipendentemente da quello del grano, che ha lo stesso prezzo del 1985, mentre da allora - ha precisato Coldiretti - il divario dei prezzi tra grano e pane è aumentato del 750%».
L'elenco non può allungarsi. Ieri l'ultima denuncia, dell'Adiconsum: è raddoppiato del costo per la revisione auto (da 25 a 45 euro più Iva). Intanto, arrivano i primi bilanci dell'estate: causa aumenti, 4,7 milioni di famiglie hanno rinunciato - secondo i consumatori - alle vacanze.
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