sabato 12 gennaio 2008

Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger: "Nemico di Galileo, qui non parli"

salve,
segnalo la notizia dell'opposizione alla visita di
ratzinger ad un'università romana.
Giustamente i docenti che si oppongono a questa visita
hanno capito il pericolo che rappresentano le parole e
le dichiarazioni dell'usurpatore del titolo di
pontefice.
Le persone hanno sempre il diritto di esprimersi, ma
il signor ratzinger non si presenta come cittadino,
anzi è portatore di principi e di idee che
stabiliscono delle differenze tra persone. Ratzinger,
come tutti i monoteisti, si sente superiore agli
altri. Come tutti i monoteisti divide le persone in
fedeli e infedeli, in sottomessi e non sottomessi. I
monoteisti hanno dimostrato quali sono i sistemi con
cui sanno imporre la loro visione del mondo: violenza
e distruzione.
Noi politeisti mediterranei abbiamo sempre come
modello di discussione l'Agorà della antica Atene. il
signor ratzinger è convinto di essere anche
infallibile. Come si può discutere partendo da un
simile principio!
E' giusto anche ricordare l'attegiamento assunto nei
confronti di un predecessore di ratzinger: paolo di
Tarso. Quando questo triste figuro si presentò
sull'Areopago i presenti alzando le spalle se ne
andarono dicendo: «Ti ascolteremo su questo un'altra
volta».
Un ringraziamento a questi docenti che si oppongo alla
visita di ratzinger, perchè il loro comportamento è
stato da veri insegnanti. Essi hanno dimostrato con
l'azione come si debbano difendere i valori di
libertà.
Ricordiamoci del nostro grande imperatore Giuliano,
che ben comprendendo la nocività dell'insegnamento
cristiano, rimosse dalle scuole gli insegnanti
cristiani. E fece questo non per una forma di
discriminazione religiosa, ma perchè i cristiani con
la follia della fede apportavano ignoranza, e perciò
impedivano lo sviluppo dell'intelligenza dei bambini.
Come politeista e pagano voglio evidenziare un fatto
simbolico di notevole importanza, nell'articolo si
scrive: " un sit-in antipapalino all'ombra delle
Minerva". Su questo aspetto, dell'università "La
Sapienza", su Wikipedia leggiamo: "La prospettiva è
sviluppata in modo tale da far emergere la figura
della Minerva, uno dei simboli principali della
Sapienza, raffigurata da una statua bronzea eretta su
una vasca d'acqua posta di fronte al Palazzo del
Rettorato.".
Due parole per ricordare la Dea Minerva: "Alla
nascita, armata di tutto punto, con elmo, asta e
scudo, si presentò già adulta al padre, pronta a
mostrargli come fosse disposta ad aiutarlo, sia con le
armi, sia con la saggezza che le era propria. Pur col
suo armamentario guerriero, era soprattutto la dea
della sapienza, della vita tranquilla e operosa, la
protettrice dell'intelligenza e di tutte le arti."
L'ennesima dimostrazione che basta anche solo la
presenza architettonica di una divinità per richiamare
determinati archetipi. Se la presenza dominante fosse
stata quella di un crocefisso, bel altri nefasti e
tristi risultati si sarebbero ottenuti.
Un particolare di non poco conto. Sul finire del 2006
dal Logo di questa Università è sparita la
raffigurazione della Dea Minerva.
Come a dire una volta che si abbandonano gli Dei...
Francesco Scanagatta

da: repubblica.it
Dopo l'appello dei fisici gli studenti preparano la
contestazione
Giovedì il Papa terrà un discorso di inaugurazione
dell'anno accademico
Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger
"Nemico di Galileo, qui non parli"
Il rettore: al di là delle opinioni, viene tra noi
come messagero di pace
di ANNA MARIA LIGUORI

<B>Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger<br>"Nemico di
Galileo, qui non parli"</B>

Papa Benedetto XVI
ROMA - "Benedetto XVI non deve entrare all'Università
La Sapienza". Il vade retro viene da un nutrito gruppo
di docenti e studenti dell'ateneo più antico d'Europa
e apre un nuovo fronte laici-cattolici. Il rischio è
che giovedì prossimo, quando è in programma un
discorso del Papa - terzo pontefice in visita
all'ateneo - vada in scena una clamorosa
contestazione, un sit-in antipapalino all'ombra delle
Minerva. La parola d'ordine è: "Non vogliamo Ratzinger
nel tempio della conoscenza perché è troppo
reazionario".

L'alzata di scudi laica era stata preannunciata
giovedì da una lettera ai vertici dell'università che
hanno invitato, il 17 gennaio, papa Ratzinger ad
inaugurare l'anno accademico 2007-08, il 705° dalla
fondazione. Sessantasette docenti, tra cui tutti i più
noti fisici dell'ateneo, hanno firmato un appello
(pubblicato scorso su Repubblica) perché "quell'invito
sconcertante", così lo hanno definito, venga revocato.

Il messaggio anti Ratzinger è stato spedito
direttamente al rettore Renato Guarini: "Il 15 marzo
1990, ancora cardinale, in un discorso a Parma, Joseph
Ratzinger ha rilanciato un'intollerabile affermazione
di Feyerabend: "Il processo della Chiesa contro
Galileo fu ragionevole e giusto"". Una frase che ha
fatto sobbalzare il gruppo di scienziati che ora fa la
fronda alla visita di Benedetto XVI. E che si dicono
"indignati in quanto scienziati fedeli alla ragione e
in quanto docenti che dedicano la loro vita
all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze.
Quelle parole ci offendono e ci umiliano. E in nome
della laicità della scienza auspichiamo che
l'incongruo evento possa ancora essere annullato".

La risposta del rettore Guarini? Un invito alla
tolleranza e nessuna marcia indietro. "Al di là delle
divergenze di opinioni - dice - bisogna accogliere
Benedetto XVI come un uomo di grande cultura e di
profondo pensiero filosofico, come messaggero di pace
e di quei valori etici che tutti condividiamo". Così
la cerimonia è stata confermata, e sarà divisa in due
parti: la lectio magistralis tenuta da Mario Caravale,
docente di storia del diritto, che parlerà della pena
di morte, poi gli interventi del ministro
dell'Università Fabio Mussi e del sindaco di Roma
Walter Veltroni. Poi il discorso di Benedetto XVI.
Alla fine, tutti in cappella.

Ma la vigilia potrebbe diventare "pesante". Dopo i
professori anche gli studenti promettono che non
resteranno a guardare. Annunciano che faranno un
sit-in contro "l'oscurantismo" di Benedetto XVI, terzo
papa in visita alla Sapienza dopo Paolo VI nel 1964 e
Giovanni Paolo II nel 1991. "Non capiamo per quale
motivo il Papa debba prendere parte alla cerimonia"
sottolinea Michele Iannuzzi della Rete per
l'Autoformazione. E centinaia di studenti delle
università romane già fanno sapere che nei prossimi
giorni si daranno appuntamento sotto la statua della
Minerva, simbolo del sapere e della conoscenza. Già
mercoledì organizzeranno cortei, campagne di
comunicazione e daranno vita a "gesti eclatanti" per
coinvolgere il maggior numero di studenti in quella
che vuole essere "una vera e propria lotta contro
l'ingerenza del pontefice nelle istituzioni italiane".

Clima di mobilitazione anche tra i docenti. Andrea
Frova, docente di Fisica generale, è tra coloro che
hanno partecipato alla stesura della lettera:
"L'invito è una scelta inopportuna e vergognosa e non
è sufficiente che il Papa non tenga più la lectio
magistralis, come avevano deciso all'inizio. È solo un
maquillage fatto anche piuttosto male. Si tratta di un
capo di stato straniero ed inoltre il capo della
Chiesa cattolica. E noi che abbiamo dedicato tutta la
vita alla scienza non ci sentiamo di ascoltare, a casa
nostra, una voce autorevole che condanna di nuovo
Galileo". Un altro dei firmatari più attivi è Carlo
Cosmelli, docente di Fisica: "Le accuse anti-scienza
che il Papa ha lanciato da cardinale le ha ribadite
anche nella sua ultima enciclica. Lui è convinto che,
quando la verità scientifica entra in contrasto con la
verità rivelata, la prima deve fermarsi. Una cosa del
genere in una comunità scientifica non può essere
accettata".

(12 gennaio 2008)

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