Gruppi d'acquisto solidale: un'alternativa ai supermercati
di Manuel Zanarini - 15/01/2008
dal sito: AriannaEditrice.it
Molto spesso la Grande Distribuzione Organizzata viene vista come unica possibilità per fare la spesa risparmiando, visto che il caro-vita e i prezzi della piccola distribuzione rendono difficile per la famiglia media arrivare a fine mese.
Andrebbe in via preliminare detto, che se ci si guarda bene, in realtà, i supermercati sono gestiti secondo logiche di marketing che ci “spingono” a comprare più di quello che ci serve, quindi facendoci spendere più di quello che crediamo.
Ma anche ammesso che si risparmi, la qualità dei prodotti che consumiamo vale spesso la cifra che paghiamo.
E’ una situazione senza alternative? Direi proprio di no; infatti stanno prendendo piede i GAS, i Gruppi d’Acquisto Solidale.
Nati nel 1994 a Fidenza grazie a 50 famiglie, i GAS sono gruppi di consumatori che si riuniscono per comprare cibi di alta qualità a cifre basse.
Lo scopo è quello di contattare produttori locali ottenendo prezzi bassi per prodotti di qualità, con l’offerta di acquisto di quantità all’ingrosso. Il funzionamento è piuttosto semplice: a turno una decina di persone si incarica di raccogliere gli ordini, ricevere la merce a casa propria e di consegnare ai “soci” il quantitativo ordinato.
I vantaggi di queste iniziative sono molteplici: aumentando le quantità ordinate, si riesce a comprare beni di qualità a prezzi concorrenziali; consente, grazie alla ricerca dei fornitori, di conoscere meglio i prodotti locali e di favorire il mantenimento delle tradizioni alimentari; grazie al rapporto diretto coi produttori si possono ottenere prodotti adatti alle esigenze specifiche; si tutela l’occupazione in piccole imprese del territorio contro l’impiego in grandi gruppi poco rispettosi delle esigenze dei lavoratori; si ottiene un grande risparmio ambientale (meno trasporti, meno consumi di energie, produzione di prodotti biologici, imballaggi a rendere, ecc.).
A volte diverse GAS collaborano per creare situazioni ancora più favorevoli. Per esempio quello di Fidenza e quello di Lodi hanno concordato con un produttore la coltura di un’antica varietà di grano dal cui raccolto, grazie ad un mulino ad acqua (forse l’unico funzionante in Italia) viene prodotta farina a 0,60 Euro al Kg!
Altro esempio sono i BOB (Buoni Ordinari Bovini), grazie ai quali si possono conoscere fin dalla nascita le condizioni di vita di un vitello e decidere i tempi di fornitura della carne.
L’esperienza dei GAS sta raggiungendo cifre importanti, oggi si contano 170 nuclei riuniti in una rete nazionale, nata nel 1997, e circa altri130 su livello locale. Secondo Lorenzo Valera, autore del libro GAS-Gruppi di Acquisto Solidale, ed. Terre di Mezzo, “Se il ritmo di crescita rimane quello attuale possiamo prevedere che in una decina d’anni un milione di cittadini italiani si ciberà in parte con prodotti acquistati in questo modo”.
Questo ci dimostra che le multinazionali e la Grande Distribuzione Organizzata ci impongono il loro stile di vita solo perché viviamo in una società sorretta dall’isolamento di ogni individuo slegato dalla comunità in cui vive. Ma se ognuno di noi si impegna per riportare la solidarietà ed il sentimento d’amore per la propria comunità e per il proprio territorio, possiamo tornare ad un modello di società a misura d’uomo e di ambiente, senza spendere cifre esorbitanti!
di Manuel Zanarini - 15/01/2008
dal sito: AriannaEditrice.it
Molto spesso la Grande Distribuzione Organizzata viene vista come unica possibilità per fare la spesa risparmiando, visto che il caro-vita e i prezzi della piccola distribuzione rendono difficile per la famiglia media arrivare a fine mese.
Andrebbe in via preliminare detto, che se ci si guarda bene, in realtà, i supermercati sono gestiti secondo logiche di marketing che ci “spingono” a comprare più di quello che ci serve, quindi facendoci spendere più di quello che crediamo.
Ma anche ammesso che si risparmi, la qualità dei prodotti che consumiamo vale spesso la cifra che paghiamo.
E’ una situazione senza alternative? Direi proprio di no; infatti stanno prendendo piede i GAS, i Gruppi d’Acquisto Solidale.
Nati nel 1994 a Fidenza grazie a 50 famiglie, i GAS sono gruppi di consumatori che si riuniscono per comprare cibi di alta qualità a cifre basse.
Lo scopo è quello di contattare produttori locali ottenendo prezzi bassi per prodotti di qualità, con l’offerta di acquisto di quantità all’ingrosso. Il funzionamento è piuttosto semplice: a turno una decina di persone si incarica di raccogliere gli ordini, ricevere la merce a casa propria e di consegnare ai “soci” il quantitativo ordinato.
I vantaggi di queste iniziative sono molteplici: aumentando le quantità ordinate, si riesce a comprare beni di qualità a prezzi concorrenziali; consente, grazie alla ricerca dei fornitori, di conoscere meglio i prodotti locali e di favorire il mantenimento delle tradizioni alimentari; grazie al rapporto diretto coi produttori si possono ottenere prodotti adatti alle esigenze specifiche; si tutela l’occupazione in piccole imprese del territorio contro l’impiego in grandi gruppi poco rispettosi delle esigenze dei lavoratori; si ottiene un grande risparmio ambientale (meno trasporti, meno consumi di energie, produzione di prodotti biologici, imballaggi a rendere, ecc.).
A volte diverse GAS collaborano per creare situazioni ancora più favorevoli. Per esempio quello di Fidenza e quello di Lodi hanno concordato con un produttore la coltura di un’antica varietà di grano dal cui raccolto, grazie ad un mulino ad acqua (forse l’unico funzionante in Italia) viene prodotta farina a 0,60 Euro al Kg!
Altro esempio sono i BOB (Buoni Ordinari Bovini), grazie ai quali si possono conoscere fin dalla nascita le condizioni di vita di un vitello e decidere i tempi di fornitura della carne.
L’esperienza dei GAS sta raggiungendo cifre importanti, oggi si contano 170 nuclei riuniti in una rete nazionale, nata nel 1997, e circa altri130 su livello locale. Secondo Lorenzo Valera, autore del libro GAS-Gruppi di Acquisto Solidale, ed. Terre di Mezzo, “Se il ritmo di crescita rimane quello attuale possiamo prevedere che in una decina d’anni un milione di cittadini italiani si ciberà in parte con prodotti acquistati in questo modo”.
Questo ci dimostra che le multinazionali e la Grande Distribuzione Organizzata ci impongono il loro stile di vita solo perché viviamo in una società sorretta dall’isolamento di ogni individuo slegato dalla comunità in cui vive. Ma se ognuno di noi si impegna per riportare la solidarietà ed il sentimento d’amore per la propria comunità e per il proprio territorio, possiamo tornare ad un modello di società a misura d’uomo e di ambiente, senza spendere cifre esorbitanti!
Nessun commento:
Posta un commento