l’Unità 14.1.08
Donazione degli organi, Gordon Brown dice sì al «consenso presunto»
Londra, all’esame di una task force un nuovo sistema: tutti i pazienti saranno considerati potenziali donatori, a meno che loro o i familiari non si siano espressi contro l’espianto
di Marina Mastroluca
Ogni giorno in Gran Bretagna muoiono tre persone in attesa di un donatore
Con le nuove norme possibili 1200 trapianti in più l’anno. E risparmi per 660 milioni di euro
Invertire le regole, per salvare più vite - e alleggerire il bilancio del sistema sanitario. Lanciata sull’Observer, prende piede in Gran Bretagna l’ipotesi di introdurre il «consenso presunto» per l’espianto di organi. Il primo ministro Gordon Brown, già registrato come potenziale donatore, ha dato la sua personale benedizione al progetto che, nelle sue intenzioni, potrebbe prendere il largo entro la fine dell’anno e che trova già molti consensi nella comunità medica.
L’idea di base è semplice ed è stata importata dalla Spagna, dove è già in vigore il sistema del consenso presunto. I criteri sono esattamente inversi a quelli attuali: oggi in Gran Bretagna, come in Italia, l’espianto di organi è consentito solo nel caso ci sia stato il consenso esplicito del donatore, possibilmente attraverso l’iscrizione ad un registro nazionale, il «Nhs Organ donors register». La proposta è quella di autorizzare i medici all’espianto a meno che il paziente interessato non abbia preventivamente registrato la propria opposizione presso un analogo registro o che i familiari si dicano contrari.
«Un sistema di questo tipo potrebbe colmare il divario letale tra i potenziali benefici della chirurgia dei trapianti nel Regno Unito e i limiti imposti dal nostro attuale sistema di consenso», ha sottolineato Gordon Brown, in una lettera pubblicata ieri dal «Sunday Telegraph», La rivoluzione copernicana del sistema potrebbe portare ad un sostanzioso incremento del numero dei trapianti. Oggi in Gran Bretagna circa 9000 persone sono in attesa di un organo e ogni giorno ne muoiono tre, in assenza di donatori. Lo scorso anno sono stati effettuati 3100 trapianti ed è diventata una pratica piuttosto comune quella di andarsi a cercare un organo all’estero. Secondo Chris Rudge, dell’Uk Transplant, con i criteri attualmente in vigore su 10 organi considerati adatti al trapianto ne vanno perduti 4.
«Abbiamo un numero di trapianti tra i più bassi in Europa - ha detto all’Observer Liam Donaldson, un medico che si batte perché venga introdotta la norma del consenso presunto -. Ogni anno nell’attesa muoiono mille pazienti e c’è molta domanda sommersa: medici che nemmeno inseriscono i loro pazienti nelle liste d’attesa perché sanno che per loro non c’è speranza (di fare in tempo, ndr)».
La proposta del «consenso presunto» viene ora esaminata da un task-force del governo, per la prossima estate si prevede che sarà pronto il rapporto sul quale definire la nuova normativa. Gordon Brown ha detto che vuole comunque aprire sulla questione un largo dibattito nazionale, pur chiarendo da subito che è favorevole ad un nuovo regime degli espianti.
Gli esperti del governo calcolano che le nuove norme porteranno un incremento annuo di 1200 trapianti, con una parallela diminuzione dei costi a carico del sistema sanitario pari a 500 milioni di sterline in 10 anni (oltre 660 milioni di euro) per l’assistenza altrimenti dovuta ai malati in attesa di un organo, senza contare le vite salvate. Ma l’espianto agevolato non trova però favorevoli diverse organizzazioni per i diritti dei pazienti. «Siamo totalmente contrari. Lo chiamano consenso presunto, ma si tratta di mancanza assoluta di consenso. Confidano nell’inerzia e nell’ignoranza per ottenere i risultati che vogliono», ha detto Joyce Robins, della Patient Concern. Per Katherine Murphy, della Patients Association, «è una decisione privata, che non dovrebbe essere presa dallo Stato. Se qualcuno vuole donare la vita, è suo diritto, ma dev’essere una cosa volontaria».
Donazione degli organi, Gordon Brown dice sì al «consenso presunto»
Londra, all’esame di una task force un nuovo sistema: tutti i pazienti saranno considerati potenziali donatori, a meno che loro o i familiari non si siano espressi contro l’espianto
di Marina Mastroluca
Ogni giorno in Gran Bretagna muoiono tre persone in attesa di un donatore
Con le nuove norme possibili 1200 trapianti in più l’anno. E risparmi per 660 milioni di euro
Invertire le regole, per salvare più vite - e alleggerire il bilancio del sistema sanitario. Lanciata sull’Observer, prende piede in Gran Bretagna l’ipotesi di introdurre il «consenso presunto» per l’espianto di organi. Il primo ministro Gordon Brown, già registrato come potenziale donatore, ha dato la sua personale benedizione al progetto che, nelle sue intenzioni, potrebbe prendere il largo entro la fine dell’anno e che trova già molti consensi nella comunità medica.
L’idea di base è semplice ed è stata importata dalla Spagna, dove è già in vigore il sistema del consenso presunto. I criteri sono esattamente inversi a quelli attuali: oggi in Gran Bretagna, come in Italia, l’espianto di organi è consentito solo nel caso ci sia stato il consenso esplicito del donatore, possibilmente attraverso l’iscrizione ad un registro nazionale, il «Nhs Organ donors register». La proposta è quella di autorizzare i medici all’espianto a meno che il paziente interessato non abbia preventivamente registrato la propria opposizione presso un analogo registro o che i familiari si dicano contrari.
«Un sistema di questo tipo potrebbe colmare il divario letale tra i potenziali benefici della chirurgia dei trapianti nel Regno Unito e i limiti imposti dal nostro attuale sistema di consenso», ha sottolineato Gordon Brown, in una lettera pubblicata ieri dal «Sunday Telegraph», La rivoluzione copernicana del sistema potrebbe portare ad un sostanzioso incremento del numero dei trapianti. Oggi in Gran Bretagna circa 9000 persone sono in attesa di un organo e ogni giorno ne muoiono tre, in assenza di donatori. Lo scorso anno sono stati effettuati 3100 trapianti ed è diventata una pratica piuttosto comune quella di andarsi a cercare un organo all’estero. Secondo Chris Rudge, dell’Uk Transplant, con i criteri attualmente in vigore su 10 organi considerati adatti al trapianto ne vanno perduti 4.
«Abbiamo un numero di trapianti tra i più bassi in Europa - ha detto all’Observer Liam Donaldson, un medico che si batte perché venga introdotta la norma del consenso presunto -. Ogni anno nell’attesa muoiono mille pazienti e c’è molta domanda sommersa: medici che nemmeno inseriscono i loro pazienti nelle liste d’attesa perché sanno che per loro non c’è speranza (di fare in tempo, ndr)».
La proposta del «consenso presunto» viene ora esaminata da un task-force del governo, per la prossima estate si prevede che sarà pronto il rapporto sul quale definire la nuova normativa. Gordon Brown ha detto che vuole comunque aprire sulla questione un largo dibattito nazionale, pur chiarendo da subito che è favorevole ad un nuovo regime degli espianti.
Gli esperti del governo calcolano che le nuove norme porteranno un incremento annuo di 1200 trapianti, con una parallela diminuzione dei costi a carico del sistema sanitario pari a 500 milioni di sterline in 10 anni (oltre 660 milioni di euro) per l’assistenza altrimenti dovuta ai malati in attesa di un organo, senza contare le vite salvate. Ma l’espianto agevolato non trova però favorevoli diverse organizzazioni per i diritti dei pazienti. «Siamo totalmente contrari. Lo chiamano consenso presunto, ma si tratta di mancanza assoluta di consenso. Confidano nell’inerzia e nell’ignoranza per ottenere i risultati che vogliono», ha detto Joyce Robins, della Patient Concern. Per Katherine Murphy, della Patients Association, «è una decisione privata, che non dovrebbe essere presa dallo Stato. Se qualcuno vuole donare la vita, è suo diritto, ma dev’essere una cosa volontaria».
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