La Gran Bretagna rilancia il nucleare, insorgono gli ambientalisti
di Francesca Marretta
Liberazione del 11/01/2008
Il governo Brown ha dato il via libera alla costruzione di 22 impianti atomici di nuova generazione finanziati da compagnie private. «Ridurrà le emissioni di Co2», giurano a Downing Street. La rabbia delle associazioni che annunciano azioni legali: «E' una menzogna»
Energia nucleare per tagliare le emissioni di Co2 e per risparmiare sulle bollette sempre più salate di petrolio e gas naturale. E' questa la ricetta di Londra soddisfare il costante aumento del fabbisogno energetico del Regno Unito. Per questo il governo britannico ha ufficialmente approvato un piano di ammodernamento ed ampliamento dei siti nucleari esistenti che forniscono il 20% dell'energia del Regno Unito, con impianti di nuova generazione. Il nucleare è ormai «sicuro» e «ampiamente sperimentato» ha spiegato il ministro dell'Industria John Hutton, che ieri ha presentato alla Camera dei comuni il Libro bianco sul nucleare. «E' nel pubblico interesse che nuove centrali nucleari contribuiscano al mix energetico della nazione, insieme ad altre tecnologie a basso impatto ambientale», ha dichiarato il ministro.
Il nuovo piano energetico dell'esecutivo Brown, che scioglie l'indecisione del Labour sulla questione del nucleare, definita, solo fino a pochi anni fa un'opzione «poco attraente», si è scontrato con l'immediata opposizione delle organizzazioni ambientaliste, che si chiedono se un costo da 100mld di euro per la sostituzione di impianti nucleari obsoleti sia sostenibile per il paese. Sulla questione della spesa il governo ha messo le mani avanti, annunciando che saranno aziende private a finanziare, sviluppare e costruire le nuove centrali nucleari, ad occuparsi dello smaltimento dei rifiuti, fino allo smantellamento. Per facilitare il lavoro delle imprese ed invogliarle a partecipare alle gare, il governo si è impegnato a snellire i nodi procedurali. Del resto non era stato proprio Gordon Brown a dire che dall'eredità della Thatcher c'era da imparare? Allo stesso tempo, si tratta pur sempre di una fondamentale risorsa strategica per il paese, il ministro dell'esecutivo laburista ha annunciato che sarà istituita una commissione indipendente incaricata di supervisionare i costi del piano energetico, compreso l'impatto sulle bollette dei consumatori britannici, al fine di garantire la funzionalità dell'intero sistema. La stessa commissione sarà incaricata di studiare una soluzione per la questione dello smaltimento dei rifiuti nelle vecchie centrali.
Il piano, ha incassato l'approvazione dei Tories, purché si mantenga l'impegno a non spendere una sterlina di danaro pubblico, mentre il nuovo leader dei Liberaldemocratici Nick Clegg, ha esortato il governo ad «essere onesto» sulla questione dei costi dell'operazione e soprattutto su chi davvero graverà la bolletta: «Il governo dovrebbe abbandonare questi elefanti bianchi e concentrarsi piuttosto su una maggiore efficienza energetica e l'uso di tecnologie rinnovabili». Il direttore di Greenpeace, organizzazione in testa al coro delle proteste ambientaliste, John Sauven, sostiene che alla base dell'annuncio del governo sul nucleare c'è una menzogna di fondo. «Una ricerca degli stessi ministri di questo governo dice che persino la costruzione di 10 nuovi reattori taglierebbe le emissioni di Co2 solo del 4% e dopo il 2025», ha affermato Sauven, aggiungendo che la scelta nucleare «consente a politici come Gordon Brown di diffondere l'impressione illusoria di essere in grado di prendere decisioni difficili». Greenpeace ha annunciato ricorsi legali contro il piano del governo Brown, con l'intenzione di dimostrare in tribunale, dati alla mano, l'inutilità e la dannosità del nuovo piano energetico nazionale britannico. L'energia elettrica prodotta da reattori nucleari nel Regno Unito viene generata da 9 centrali che dispongono complessivamente di 19 reattori attivi. Saranno 14 le località interessate dagli impianti di nuova generazione (che dovrebbero essere 22), tra cui Hinkley Point, Sizewell, Dungeness e Bradwell. Il progetto contenuto nel libro bianco sull'energia indica 10 siti in cui costruire centrali a reattore singolo, da 1,1 a 1,6 Giga-Watt ed altri 12 considerati «ottimali» per installare i reattori gemelli di ultima generazione, che erogano una potenza compresa tra 2,2 e 3,2 Giga-Watt.
La Gran Bretagna segue in Europa l'esempio di Francia e la Finlandia, già impegnate nella costruzione di nuovi impianti nucleari. Nonostante la devolution scozzese non copra la politica energetica, il governo autonomo scozzese mantiene forme di controllo sulla pianificazione e sulla costruzione di nuovi impianti energetici. E sulla questione nucleare il primo ministro scozzese Alex Salmond ha detto a Londra che la Scozia non vuole altre altri siti, bastano quelli che ci sono (Dounreay, Hunterston, Torness e Chapelcross). Un ammutinamento che non mancherà di avere ripercussioni nelle varie contee della verde, ma atomica Gran Bretagna.
di Francesca Marretta
Liberazione del 11/01/2008
Il governo Brown ha dato il via libera alla costruzione di 22 impianti atomici di nuova generazione finanziati da compagnie private. «Ridurrà le emissioni di Co2», giurano a Downing Street. La rabbia delle associazioni che annunciano azioni legali: «E' una menzogna»
Energia nucleare per tagliare le emissioni di Co2 e per risparmiare sulle bollette sempre più salate di petrolio e gas naturale. E' questa la ricetta di Londra soddisfare il costante aumento del fabbisogno energetico del Regno Unito. Per questo il governo britannico ha ufficialmente approvato un piano di ammodernamento ed ampliamento dei siti nucleari esistenti che forniscono il 20% dell'energia del Regno Unito, con impianti di nuova generazione. Il nucleare è ormai «sicuro» e «ampiamente sperimentato» ha spiegato il ministro dell'Industria John Hutton, che ieri ha presentato alla Camera dei comuni il Libro bianco sul nucleare. «E' nel pubblico interesse che nuove centrali nucleari contribuiscano al mix energetico della nazione, insieme ad altre tecnologie a basso impatto ambientale», ha dichiarato il ministro.
Il nuovo piano energetico dell'esecutivo Brown, che scioglie l'indecisione del Labour sulla questione del nucleare, definita, solo fino a pochi anni fa un'opzione «poco attraente», si è scontrato con l'immediata opposizione delle organizzazioni ambientaliste, che si chiedono se un costo da 100mld di euro per la sostituzione di impianti nucleari obsoleti sia sostenibile per il paese. Sulla questione della spesa il governo ha messo le mani avanti, annunciando che saranno aziende private a finanziare, sviluppare e costruire le nuove centrali nucleari, ad occuparsi dello smaltimento dei rifiuti, fino allo smantellamento. Per facilitare il lavoro delle imprese ed invogliarle a partecipare alle gare, il governo si è impegnato a snellire i nodi procedurali. Del resto non era stato proprio Gordon Brown a dire che dall'eredità della Thatcher c'era da imparare? Allo stesso tempo, si tratta pur sempre di una fondamentale risorsa strategica per il paese, il ministro dell'esecutivo laburista ha annunciato che sarà istituita una commissione indipendente incaricata di supervisionare i costi del piano energetico, compreso l'impatto sulle bollette dei consumatori britannici, al fine di garantire la funzionalità dell'intero sistema. La stessa commissione sarà incaricata di studiare una soluzione per la questione dello smaltimento dei rifiuti nelle vecchie centrali.
Il piano, ha incassato l'approvazione dei Tories, purché si mantenga l'impegno a non spendere una sterlina di danaro pubblico, mentre il nuovo leader dei Liberaldemocratici Nick Clegg, ha esortato il governo ad «essere onesto» sulla questione dei costi dell'operazione e soprattutto su chi davvero graverà la bolletta: «Il governo dovrebbe abbandonare questi elefanti bianchi e concentrarsi piuttosto su una maggiore efficienza energetica e l'uso di tecnologie rinnovabili». Il direttore di Greenpeace, organizzazione in testa al coro delle proteste ambientaliste, John Sauven, sostiene che alla base dell'annuncio del governo sul nucleare c'è una menzogna di fondo. «Una ricerca degli stessi ministri di questo governo dice che persino la costruzione di 10 nuovi reattori taglierebbe le emissioni di Co2 solo del 4% e dopo il 2025», ha affermato Sauven, aggiungendo che la scelta nucleare «consente a politici come Gordon Brown di diffondere l'impressione illusoria di essere in grado di prendere decisioni difficili». Greenpeace ha annunciato ricorsi legali contro il piano del governo Brown, con l'intenzione di dimostrare in tribunale, dati alla mano, l'inutilità e la dannosità del nuovo piano energetico nazionale britannico. L'energia elettrica prodotta da reattori nucleari nel Regno Unito viene generata da 9 centrali che dispongono complessivamente di 19 reattori attivi. Saranno 14 le località interessate dagli impianti di nuova generazione (che dovrebbero essere 22), tra cui Hinkley Point, Sizewell, Dungeness e Bradwell. Il progetto contenuto nel libro bianco sull'energia indica 10 siti in cui costruire centrali a reattore singolo, da 1,1 a 1,6 Giga-Watt ed altri 12 considerati «ottimali» per installare i reattori gemelli di ultima generazione, che erogano una potenza compresa tra 2,2 e 3,2 Giga-Watt.
La Gran Bretagna segue in Europa l'esempio di Francia e la Finlandia, già impegnate nella costruzione di nuovi impianti nucleari. Nonostante la devolution scozzese non copra la politica energetica, il governo autonomo scozzese mantiene forme di controllo sulla pianificazione e sulla costruzione di nuovi impianti energetici. E sulla questione nucleare il primo ministro scozzese Alex Salmond ha detto a Londra che la Scozia non vuole altre altri siti, bastano quelli che ci sono (Dounreay, Hunterston, Torness e Chapelcross). Un ammutinamento che non mancherà di avere ripercussioni nelle varie contee della verde, ma atomica Gran Bretagna.
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