l'Unità 21.1.08
Vandana Shiva: «In India cresce la tecnologia, Ma i contadini si suicidano per la fame»
di Cristiana Pulcinelli
FESTIVAL DELLA SCIENZA A Roma ieri una conferenza congiunta di due rappresentanti di Cindia
All’auditorium di Roma ieri era di scena Cindia, ovvero l’aggregato di Cina e India. Le due nazioni più popolose del mondo stanno diventando protagoniste del mondo della ricerca scientifica e il festival della scienza della capitale ha dedicato l’ultima giornata ad analizzare questo fenomeno attraverso la conferenza di due donne: la neuroscienziata cinese Nancy Ip e l’indiana Vandana Shiva, fisica, economista e una delle più famose rappresentanti del mondo ecologista.
Nancy Ip ha fornito alcuni dati che indicano in modo chiaro come la Cina stia procedendo a passi da gigante verso l’obiettivo di uno sviluppo basato sull’innovazione. Basti pensare che nel giro di pochi anni l’investimento complessivo in ricerca e sviluppo è cresciuto tanto che nel 2005 è arrivato al secondo posto dopo gli Stati Uniti. E sempre al secondo posto, i cinesi si sono piazzati per numero di ricercatori, molti dei quali, peraltro, sono cervelli rientrati in patria dopo essere fuggiti in occidente. Secondo alcune previsioni, entro pochi anni il 90 % degli scienziati del mondo verranno dall’Asia. Certo, in Cina rimangono aperti numerosi problemi, a cominciare da una istruzione di base pubblica sempre meno di qualità. Poi c’è il problema della responsabilità sociale degli scienziati e l’impatto dello sviluppo di un paese tanto densamente abitato sulle risorse del pianeta. E ancora, il problema della tutela della proprietà intellettuale che, secondo i parametri occidentali, non è sufficientemente garantita.
E proprio da quest’ultimo punto prende le mosse il discorso di Vandana Shiva. I brevetti sono spesso frutto di atti di pirateria, dice la scienziata indiana: «La Monsanto ha preso i semi di una varietà di grano indiano a basso contenuto di glutine e li ha brevettati: ha detto questi sono mia proprietà. Si sa che le allergie al glutine sono molto diffuse in occidente e quindi questo grano è interessante da un punto di vista commerciale. Lo stesso è stato fatto con i semi di una varietà di cotone. Così i profitti della Monsanto crescono, mentre i contadini, che prima avevano i semi da piantare, oggi devono comprarli: negli ultimi anni 200mila contadini si sono suicidati in India».
Ma non è solo l’industria alimentare che si comporta in modo insostenibile. «Si è molto parlato dell’automobile Nano della Tata, quella da 1700 euro. Si è detto che è frutto dell’innovazione scientifica. In realtà è solo un’auto più piccola, ma che funziona come tutti gli altri veicoli, a benzina. Cosa c’entra quindi la scienza? Si tratta solo di un problema di design. Si è detto anche che l’auto costerà poco, ma è già costata troppo: terre fertili sono state espropriate ai contadini per darle all’industria che la costruirà. Si è detto che sarà un’auto per il popolo. Falso: se la potrà permettere solo il 5% della popolazione indiana». Il fatto è che la crescita economica in India sta rafforzando una classe di nuovi ricchi, ma la povertà è sempre più diffusa, sostiene Vandana Shiva. Qual è allora il metro per giudcare la buona scienza? «Usare al minimo le risorse della Terra e sostenere la creatività umana».
Vandana Shiva: «In India cresce la tecnologia, Ma i contadini si suicidano per la fame»
di Cristiana Pulcinelli
FESTIVAL DELLA SCIENZA A Roma ieri una conferenza congiunta di due rappresentanti di Cindia
All’auditorium di Roma ieri era di scena Cindia, ovvero l’aggregato di Cina e India. Le due nazioni più popolose del mondo stanno diventando protagoniste del mondo della ricerca scientifica e il festival della scienza della capitale ha dedicato l’ultima giornata ad analizzare questo fenomeno attraverso la conferenza di due donne: la neuroscienziata cinese Nancy Ip e l’indiana Vandana Shiva, fisica, economista e una delle più famose rappresentanti del mondo ecologista.
Nancy Ip ha fornito alcuni dati che indicano in modo chiaro come la Cina stia procedendo a passi da gigante verso l’obiettivo di uno sviluppo basato sull’innovazione. Basti pensare che nel giro di pochi anni l’investimento complessivo in ricerca e sviluppo è cresciuto tanto che nel 2005 è arrivato al secondo posto dopo gli Stati Uniti. E sempre al secondo posto, i cinesi si sono piazzati per numero di ricercatori, molti dei quali, peraltro, sono cervelli rientrati in patria dopo essere fuggiti in occidente. Secondo alcune previsioni, entro pochi anni il 90 % degli scienziati del mondo verranno dall’Asia. Certo, in Cina rimangono aperti numerosi problemi, a cominciare da una istruzione di base pubblica sempre meno di qualità. Poi c’è il problema della responsabilità sociale degli scienziati e l’impatto dello sviluppo di un paese tanto densamente abitato sulle risorse del pianeta. E ancora, il problema della tutela della proprietà intellettuale che, secondo i parametri occidentali, non è sufficientemente garantita.
E proprio da quest’ultimo punto prende le mosse il discorso di Vandana Shiva. I brevetti sono spesso frutto di atti di pirateria, dice la scienziata indiana: «La Monsanto ha preso i semi di una varietà di grano indiano a basso contenuto di glutine e li ha brevettati: ha detto questi sono mia proprietà. Si sa che le allergie al glutine sono molto diffuse in occidente e quindi questo grano è interessante da un punto di vista commerciale. Lo stesso è stato fatto con i semi di una varietà di cotone. Così i profitti della Monsanto crescono, mentre i contadini, che prima avevano i semi da piantare, oggi devono comprarli: negli ultimi anni 200mila contadini si sono suicidati in India».
Ma non è solo l’industria alimentare che si comporta in modo insostenibile. «Si è molto parlato dell’automobile Nano della Tata, quella da 1700 euro. Si è detto che è frutto dell’innovazione scientifica. In realtà è solo un’auto più piccola, ma che funziona come tutti gli altri veicoli, a benzina. Cosa c’entra quindi la scienza? Si tratta solo di un problema di design. Si è detto anche che l’auto costerà poco, ma è già costata troppo: terre fertili sono state espropriate ai contadini per darle all’industria che la costruirà. Si è detto che sarà un’auto per il popolo. Falso: se la potrà permettere solo il 5% della popolazione indiana». Il fatto è che la crescita economica in India sta rafforzando una classe di nuovi ricchi, ma la povertà è sempre più diffusa, sostiene Vandana Shiva. Qual è allora il metro per giudcare la buona scienza? «Usare al minimo le risorse della Terra e sostenere la creatività umana».
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