di Simon Fraser - 04/01/2007
Fonte: Lanuovaecologia
Secondo la British Columbia in Canada gli insetti
fuggono dai campi coltivati a colza geneticamente
modificata e non impollinano più. Coldiretti: «Un
segnale della natura»
Gli ogm non piacciono alle api. Lo ha scoperto il
Department of biological sciences, Simon Fraser
University della British Columbia in Canada studiando
il comportamento delle api nei campi coltivati con
colza geneticamente modificata. Dalla ricerca,
pubblicata dall' 'Ecological Society of America' , é
emerso che in questi campi si è verificata una forte
riduzione del numero delle api presenti e un
altrettanto forte deficit nell'attività di
impollinazione.
«L'allontanamento delle api dai campi coltivati con
organismi geneticamente modificati (Ogm) e la
conseguente riduzione dell'attività di impollinazione
è un allarme scientifico per l'agricoltura e
l'ambiente» afferma Coldiretti, l'organizzazione
agricola da sempre contraria agli organismi
geneticamente modificati che ribadisce il valore alla
«scelta di tolleranza zero fatta nei confronti del
biotech dall'agricoltura italiana» e l'importanza del
"principio di precauzione" che il governo e le regioni
italiane difendono in sede europea. Le api, oltre ad
essere insetti utili all'agricoltura per l'attività di
impollinazione che svolgono a vantaggio delle colture
sono da sempre considerati un importante sensore per
valutare la qualità degli agrosistemi.
«La loro "diffidenza" nei confronti degli Ogm -
sottolinea Coldiretti - è un segnale della natura che
non deve essere sottovalutato. La capacità delle api
di distinguere tra loro le piante geneticamente
modificate da quelle normali è la dimostrazione che le
due colture non sono equivalenti. Dalla ricerca
canadese - conclude Coldiretti - vengono confermate le
preoccupazioni sugli effetti della coesistenza tra
colture convenzionali e quelle biotech e dimostrato
che serve più ricerca e sperimentazione per verificare
gli effetti sull'agroecosistema».
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