Blackwater, far west della guerra privata
di Giulia D'Agnolo Vallan - 10/10/2007
Fonte: Il Manifesto
Da quattro tiratori attorno a un poligono a leader mondiale nella fornitura di mercenari. La storia della compagnia di contractors che sta seminando morte in Mesopotamia in un libro di Jeremy Scahill, collaboratore della rivista The Nation
Fallujah, 31 marzo 2004. Due jeep, una rossa e una nera, avanzano nella via principale della città irachena. A bordo quattro americani armati, «occhiali neri che nascondono il volto e taglio di capelli alla Tom Cruise». La strada è meno animata del solito, ma le auto sono costrette comunque a rallentare e poi a fermarsi. È in quel momento che una granata colpisce la jeep posteriore, immediatamente seguita da una grandinata di proiettili che ne penetrano la carrozzeria «come il sale farebbe con il ghiaccio». I due occupanti, grondanti di sangue vengono estratti dall'auto da una folla inferocita. Intanto, anche l'altra jeep è bloccata e presa d'assalto. Ben presto i resti carbonizzati e mutilati dei quattro americani erano visibili anche da lontano, appesi a un ponte sull'Eufrate, dove rimasero parecchie ore. «Blackwater. The Rise of the World's Most Powerful Mercenary Army», inizia con il racconto quasi cinematografico di un celebre episodio della guerra in Iraq, il massacro di quattro contractors assegnati alla scorta di un convoglio. Secondo l'autore del libro, Jeremy Scahill, si tratta di un episodio chiave del conflitto. Non solo la crescente ostilità degli iracheni all'occupazione - che Washington aveva sempre minimizzato - fu cruentamente esposta davanti agli occhi di tutto il mondo. Non solo da quell'episodio derivarono disastrose decisioni militari come l'assedio di Fallujah, che alimentò ancora di più tale ostilità. Il 31 marzo 2004 fu anche la prima volta in cui, sulle pagine dei giornali, il nome di Blackwater apparve in relazione alla guerra, e con esso la presenza di «servizi di sicurezza privata» sul campo. Da quel giorno, il ruolo in Iraq della maggior compagnia di mercenari Usa sarebbe diventato ancora più importante. Al centro di uno scandalo che si trascina ormai da settimane, Blackwater è il soggetto dell'affascinante e inquietante libro di Scahill, giornalista investigativo e collaboratore di The Nation. Una storia che, oltre che in Iraq, ci porta in Salvador, Cile (dove reclutano tra gli ex del regime Pinochet), Sudan, sulle rive del Caspio, in Azerbaijan (a supervisionare l'oleodotto), e a New Orleans, tra le rovine di Katrina (dove Blackwater ha totalizzato 70 milioni di dollari in contratti); una storia popolata di revenants delle guerre centroamericane dei contras, di lobbisti washingtoniani, cristiani evangelici, di ex Navy Seals dell'esercito Usa, di «ex» da forze speciali polacche, filippine, peruviane e un po' da tutto il mondo. È la storia da Far West della privatizzazione della guerra (un disegno di Dick Cheney, fin dai tempi in cui era ministro della difesa di Bush padre, quando commissionò alla Halliburton - che poi avrebbe diretto lui stesso - uno studio sul tema) e da cui non sono esenti le presidenziali del 2008, visto che il numero 2 di Blackwater, Coffer Black, è il consigliere per l'antiterrorismo del candidato repubblicano Mitt Romney. Ma tutto inizia a Holland, in Michigan, sulla sponda del lago Matacawa, dove nel 1847,venne a stanziarsi una setta di rimformisti olandesi di matrice calvinista. È nel cuore di quella comunità in cui politica e religione sono sempre andate a braccetto che fece la sua fortuna la famiglia del fondatore e attuale proprietario di Balckwater, Erik Prince. Lasciatosi alle spalle la carriera militare, alla fine degli anni '60, suo padre Edgar fondò una compagnia che produceva accessori per automobili che lo rese rapidamente ricchissimo. Parecchio del denaro di Edgar Prince finì nelle casse delle maggiori organizzazioni della destra religiosa, come Focus on the Family, del reverendo James Dobson, e il Family Research Council, che Prince Sr., con i suoi capitali, contribuì a fondare, nel 1988, insieme a Gary Bauer. Capitalismo, politica e fervore religioso sono componenti altrettanto distintive della biografia di Erik Prince. Il secondogenito di Edgar è infatti un abituale finanziatore di lobby di cristiani evangelici e di estremisti cattolici (lui è cattolico). Tra le sua cause favorite la promozione attiva dell'alleanza tra cattolici, evangelici e neoconservatori che è alla base del movimento teocon. Erik è stato anche stagista per Bush Sr. e, dopo averlo giudicato troppo moderato, ha lavorato alla campagna presidenziale di Patrick Buchanan nel 1992. Oliver North, Tom De Lay, Jesse Helms e Rick Santorum - esponenti della destra più estrema del partito repubblicano - hanno beneficiato della sua generosità economica. Nel contesto del Dna di famiglia, per Prince Jr. (arruolatosi tra I Navy Seals nel 1992) la guerra assume però un'importanza tutta nuova. Alla morte di suo padre, infatti, usando I capitali derivati dalla vendita del business di accessori per auto Erik Prince fondò Blackwater Usa, ai suoi inizi, nel 1997, poco più di un poligono di tiro sovrascala situato nelle paludi della North Carolina. Da allora, Blackwater è cresciuta capitalizzando per esempio sulla strage di Columbine (introdussero un training per bloccare eventuali attacchi alle scuole) o sull'attacco alla Uss Cole (nuovi corsi per allenare I marinai a difendersi dai terroristi) e integrando la sua espansione progressiva a un intenso lobbying condotto nei corridoi di Washignton. Ma è stato l'11 settembre che ha fatto la sua fortuna e il governo Bush che (insieme a più di 500 milioni di dollari in contratti) ha dato a Blackwater accessi e spazi virtualmente illimitati nelle operazioni in Iraq (nel libro di Scahill anche le descrizione di una battaglia a Najaf, dove I militari USA prendevano ordini dai mercenari). I problemi intrinseci non solo alla privatizzazione dal guerra ma all'esistenza di un esercito parallelo che opera indipendentemente da quello regolare e che fa capo a un programma politico/religioso ben preciso stanno emergendo grazie alle inchieste di cui Blackwater è protagonista. Per la prima volta, due settimane fa anche Prince è stato convocato a testimoniare davanti al congresso. Blackwaer conta più di 2.300 mercenari attivi, ha un database di 21.000 ex soldati, poliziotti, agenti Cia e simili su cui contare. E sta per aprire sedi in California, Illinois e nella giungle delle Filippine.
mercoledì 10 ottobre 2007
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