sabato 27 ottobre 2007

«Mazzette ai sindacati». Scandalo in Francia

Corriere della Sera mercoledì 24 ottobre 2007
sezione: Esteri - data: 2007-10-24 num: - pag: 14
autore: Massimo Nava categoria: REDAZIONALE
Una banale inchiesta antiriciclaggio rivela «fondi neri» per milioni di euro a disposizione del Medef, la Confindustria transalpina
«Mazzette ai sindacati». Scandalo in Francia
Si dimette il numero due degli industriali Gautier-Sauvagnac: «Così fluidificavo i rapporti»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — Per spiegare le cose di cui si vergognano,
i francesi prendono spesso a prestito vocaboli
italiani. Imbroglio e omertà risuonano per
raccontare uno scandalo che ha gettato una luce
sinistra sulle relazioni industriali transalpine. Una
banale inchiesta antiriciclaggio promossa dal ministero dell' Economia e dalla brigata finanziaria della Procura di Parigi ha portato alla scoperta di fondi neri per decine di milioni di euro a disposizione del Medef (la confindustria francese) per gli scopi più diversi e disinvolti. La magistratura indaga, ma le prime ammissioni rivelano un poco edificante scenario di sindacati sovvenzionati, scioperi ammorbiditi, trattative condizionate, oltre al sospetto di finanziamenti occulti di campagne politiche e personali.
Ieri si è dimesso Denis Gautier-Sauvagnac, presidente
dell' Uimm, l'Unione degli industriali metallurgici,
la più potente e ricca associazione del Medef,
45 mila imprese. Nel suo ufficio e nella sua
abitazione sono stati sequestrati 400 mila euro in
contanti, mentre le indagini su diversi conti correnti
hanno accertato prelievi non giustificati dell' ordine
di 16 milioni di euro negli ultimi sei anni.
A che cosa servono questi soldi? E da dove provengono?
Gautier- Sauvagnac è riuscito a difendere
la reputazione personale, ma ha dovuto
ammettere il «sistema» occulto delle relazioni sindacali
che ha messo in imbarazzo sia il mondo
imprenditoriale, sia le principali organizzazioni,
per l'insopportabile insinuazione di accordi sottobanco
e mantenimento delle strutture a spese del
padronato.
L'ammissione è gravissima. Perché la testimonianza
del presidente dei metallurgici, oltretutto a
capo della delegazione al tavolo delle trattative
per la riforma del mercato di lavoro, ha svelato
quello che molti imprenditori, con un'altra immagine
italiana, chiamano il «segreto di Pulcinella»,
ovvero un sistema di finanziamento dei sindacati
in voga da decenni e similare al finanziamento
opaco dei partiti politici.
«I soldi servivano a fluidificare i rapporti», ha detto
Gautier- Sauvagnac. In sostanza, impieghi fittizi,
promozioni improbabili, consulenze, corsi di formazione
inesistenti, attività socioculturali e ricchissime
fatture di pagamento della pubblicità su
fogli e bollettini sindacali.
L'emergere di una «cassaforte » buona per tutti gli
usi (si parla, secondo Le Monde, di 600 milioni di
euro) non può essere spiegata soltanto con una
«tradizione » storica, come sostiene monsieur
DGS: «Ho ereditato un sistema di contributi volontari
che serviva a finanziare diverse organizzazioni
della vita sociale e a dare una mano a imprese
in difficoltà dopo conflitti sindacali molto duri. Non
c'è mai stata corruzione o finanziamento della politica
».
La presidente del Medef, Laurence Parisot, ha
lanciato un appello alla «trasparenza» e per una
«governance» più democratica dell'organizzazione
padronale, cogliendo l'occasione dello scandalo
per aprire anche un fronte interno, essendo in
gioco sia la leadership sia il peso politico delle diverse
categorie. La Parisot viene dal mondo dei
servizi e delle piccole imprese, Gautier- Sauvignac,
numero due del Medef, è l'uomo forte della
grande industria, con un «tesoro» nascosto alimentato
dai suoi elettori.
Anche i dirigenti dei principali sindacati si difendono
da sospetti che minano in qualche caso l'onorabilità
personale e in generale la credibilità di azioni
e strategie. Ma lo scandalo ha anche messo
in evidenza la debolezza strutturale, e quindi politica
e negoziale, dei sindacati francesi. Con pochi
iscritti (meno dell'8% nel settore pubblico, meno
del 5% nel privato), senza contributi obbligatori
degli aderenti, sovvenzionati dai comitati d'impresa,
a quanto pare anche in modo non trasparente,
i sindacati non riescono ad autofinanziarsi.
Se poi si considera la sproporzione fra le ricorrenti
paralisi del settore pubblico e la relativa pace sociale
nel settore privato, diventano inevitabili le
domande più imbarazzanti.

Nessun commento: