domenica 23 dicembre 2007

America, dove Gomorra è la moglie di Sodoma e il Ramadan festa ebraica

America, dove Gomorra è la moglie di Sodoma e il Ramadan festa ebraica
Corriere della Sera del 16 marzo 2007, pag. 54

di Massimo Gaggi

Sodoma e Gomorra? Per la metà dei liceali statunitensi erano marito e moglie. E solo il 36% sa che il Rama­dan è il mese sacro dell'Islam. Un buon 10% crede addi­rittura che Giovanna d'Arco fosse la moglie di Noè. Religious literacy, un'indagine sul livello di «alfabetizzazione» religiosa degli americani appena pubblicata negli Usa da Stephen Prothero, capo del dipartimento della Boston University che studia i culti, è pieno di esempi e aneddoti buffi, ma non è un libro che fa sorridere. Non soltanto, almeno. Negli Stati Uniti il fatto che la Bibbia sia il libro più venduto di tutti i tempi, rende meno visibile un altro dato: è il libro più venduto ogni anno. Ce ne sono in giro centinaia di milioni di copie, ma nel solo 2005 ne sono stati acquistati altri 25 milioni di esemplari: il doppio di quanto diffuso con l'intera collana di Harry Potter. Ed è così ogni anno. Gli Usa, stando ai sondaggi, sono il più religioso dei Paesi industrializzati: il 98% degli americani dichiara di credere in una religione monoteista, l'81% si dice cristiano, il 47% afferma di leggere con una certa regolarità la Bibbia. Ma poi, davanti a una domanda trabocchetto dell'intervistato­re, tre adulti su quattro affermano che «aiutati che Dio t'aiuta» è uno dei Dieci Comandamenti.



Quello dell'ignoranza in campo religioso non è un proble­ma recente: un sondaggio condotto nel 1965 non dette — tutto sommato — risultati molto migliori. E, forse, in molti Paesi europei sondaggi con domande sugli autori dei quattro Vangeli o sui libri che compongono la Bibbia non otterrebbero risultati molto diversi. Per gli Stati Uniti il problema è serio perché, in un Paese sempre più multietnico e multireligioso, è difficile com­prendere le ragioni altrui se non si ha un minimo di conoscenza delle varie culture e religioni. Così come è difficile farsi un giudizio equilibrato della situazione in Medio Oriente — un «bu­co nero» nel quale l'America ha già versato migliaia di vite e centinaia di miliardi di dollari — se non si ha una sia pur vaga idea delle differenze di ciò che divide gli sciiti dai sunniti.



Un altro problema specifico degli Stati Uniti è quello della notevole diffusione delle correnti di pensiero integraliste. Un'opinione pubblica poco informata è anche un'opi­nione pubblica che ha pochi strumenti per filtrare il proseli­tismo di chi sostiene tesi radicali in materia di fede. In un sistema, come quello americano, nel quale la pacifica convi­venza è basata sulla tolleranza e il rispetto reciproco tra comunità etniche e religiose, il fatto che il 17% dei liceali scambi il Ramadan per una festività ebraica è più preoccu­pante che divertente. Tanto più che, ormai, la comunità musulmana ha, negli Usa, la stessa consistenza di quella ebraica. Tutte questioni che, del resto, stanno diventando sempre più rilevanti anche in Europa, Italia compresa.



Trovare una via d'uscita non è semplice. In qualche misu­ra l'ignoranza sulle fedi si diffonde anche perché l'applica­zione rigida del concetto di separazione fra Stato e Chiesa impone alla scuola Usa di lasciare l'insegnamento della reli­gione alle famiglie e agli organismi privati. 1 docenti do­vrebbero dare agli alunni almeno le nozioni di base della storia dei diversi culti, ma molti fanno il minimo possibile perché la materia è scivolosa e si presta a contestazioni. La generale tendenza della scuola pubblica americana a rende­re l'insegnamento — ogni tipo di insegnamento — meno nozionistico, fa il resto.



Così accade che anche i gruppi caratterizzati da un forte impegno religioso come i cristiani evangelici, dimostrino, all'esame dei sondaggisti, una cultura religiosa non molto superiore a quella dell'americano medio.

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