martedì 25 dicembre 2007

Coralli nei guai

Galileo :: Giornale di scienza e problemi globali » Coralli nei guai:
"Coralli nei guai"

Terra e ambiente | OCEANI

Coralli nei guai

Se l’attuale trend di emissioni di Co2 non verrà frenato, rischiamo di perdere il 98 per cento delle scogliere rosse e il loro ecosistema nei prossimi 40 anni

 I coralli stanno morendo e rischiano di scomparire a causa dei cambiamenti climatici e delle emissioni di CO2. Ove Hoegh-Guldberg del Centre for Marine Studies dell’Università di Queensland (Australia) e un corposo gruppo internazionale di scienziati ne sono certi e hanno presentato i loro studi su Science e all’incontro annuale dell’American Geophysical Union che si è tenuto oggi a San Francisco.

Le emissioni di anidride carbonica stanno cambiando la chimica degli oceani, provocando l’acidificazione delle acque marine. Circa un terzo del diossido di carbonio immesso nell’atmosfera, infatti, viene assorbito dagli oceani, dove diviene un agente inquinante, perché produce acido carbonico in grado di dissolvere rapidamente i minerali carbonati di cui sono composti i coralli. Gli scienziati del Carnegie Institution, tra gli autori delle ricerche, hanno calcolato che se l’attuale trend delle emissione del gas serra per eccellenza non si arresta, al 2050 avremo perso il 98 per cento delle barriere coralline.

Secondo i dati dell’Intergovernamental Panel on Climate Change (Ipcc), gli attuali livelli di CO2 atmosferica si aggirano sulle 380 parti per milione, contro le 280 ppm del periodo pre-industriale. Ove Hoegh-Guldberg e colleghi hanno ipotizzato tre possibili scenari per il futuro prossimo degli oceani, nessuno roseo. Il primo prevede che la concentrazione di CO2 si stabilizzerà a 380 ppm e che la temperatura media mondiale aumenterà di un “solo” grado centigrado rispetto a quella attuale, aumento che non farà certo migliorare la condizione già grave delle barriere e del loro ecosistema, peggiorata negli ultimi dieci anni. La seconda ipotesi vede la quantità di CO2 crescere fino a raggiungere i 450-500 ppm e la temperatura salire di due gradi. Questo provocherebbe l’estinzione di alcuni pesci ed invertebrati che vivono intorno alle scogliere coralline. Il terzo scenario è quello più catastrofico: prevede il raggiungimento di una quantità di anidride carbonica pari a 500 ppm e un innalzamento della temperatura fino a 3 gradi, con la conseguente scomparsa della metà della fauna marina. “Se la Co2 atmosferica si stabilizzerà a 550 ppm non rimarrà neanche un corallo, a cominciare dall'Australia e dai Caraibi” dichiarano gli autori.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ripercussioni che l’azione umana sta avendo sull’ecosistema marino, il 2008 celebrerà l’Anno Internazionale delle Barriere Coralline” (g.r.)

Nessun commento: