mercoledì 26 dicembre 2007

Clima, l'Onu lancia l'allarme sul riscaldamento della terra

Clima, l'Onu lancia l'allarme sul riscaldamento della terra

La Stampa.it del 30 gennaio 2007

di Domenico Quirico
Circa cinquecento esperti sono riuniti a partire da oggi all’Unesco a Parigi per dare il loro verdetto sul riscaldamento climatico che minaccia il pianeta entro la fine del secolo. Il loro rapporto verrà presentato il 2 febbraio, ma intanto sono note già le conclusioni di massima degli scienziati: i rischi legati ai mutamenti climatici sono concreti e, anzi, più gravi di quanto si pensasse. Il riscaldamento procede più in fretta del previsto: per la fine del secolo il rialzo termico, già calcolato fra i due gradi centigradi e i quattro e mezzo, potrebbe arrivare a sei gradi. Con conseguenze profonde e catastrofiche per tutto il pianeta.

I delegati della Commissione Intergovernativa sui Cambiamenti Climatici (Ipcc) sono attualmente impegnati a redigere un «documento sulle intenzioni dei decisori», sintesi in una decina di fogli delle circa mille pagine del loro quarto rapporto scientifico (il precedente era stato redatto nel 2001). Il testo sarà negoziato riga per riga prima di essere approvato. Il dato di base, tuttavia, è ormai noto: non soltanto l’entità del fenomeno, ma soprattutto la sua rapidità costituiscono un «grave rischio»: lo ha affermato Hervé Le Treut, uno degli esperti della commissione creata dall’Onu, in un’intervista rilasciata all’Afp.

L’Ipcc, che ha analizzato la situazione climatica del pianeta è «uno strumento attraverso il quale si può esprimere una forma di consenso nella comunità scientifica e che permette di agire da interfaccia con la politica», spiega Le Treut. Il clima cambia, e su questo non vi possono essere dubbi. Ci si chiede se la causa debba attribuirsi gli esseri umani: e la risposta è sempre più certamente affermativa. I progressi scientifici stanno confermando i risultati delle prime simulazioni, e a queste valutazioni possiamo aggiungere oggi ulteriori rischi di cui in precedenza avevamo una minore consapevolezza«, continua lo scienziato francese.

Alcuni processi infatti sono in grado di amplificare i cambiamenti climatici se si supera un certo livello critico di temperatura: «Il rischio più grave è quello legato alla velocità del cambiamento e alle conseguenze destabilizzanti che questo può avere a tutti i livelli, compresi quelli sociale e politico». Lo scienziato francese si è peraltro detto contrario alla pubblicazione nel rapporto di una «forchetta» dei rialzi previsti delle temperature medie a seconda degli scenari economici futuri (da 1,4 a 5,8 gradi entro il 2100, rispetto ai valori registrati nel 1990): «Gli scenari sono stati scelti in modo un pò arbitrario: si possono avere valori differenti ma questo non vuol dire che il pericolo per il pianeta sia differente».

Secondo una bozza del rapporto ottenuta dal quotidiano britannico Independent, la situazione climatica è aggravata dall’instaurarsi di una specie di »circolo vizioso« ormai in atto e che non si sa bene come fermare. L’aumento della temperatura fa aumentare infatti l’evaporazione di oceani e mari, rendendo più denso il vapore acqueo nell’atmosfera, e di conseguenza intensificando l’effetto-serra. Dal 1970 a oggi, la concentrazione di vapore acqueo è aumentata del 4 per cento, e questo porta a modelli climatici che indicano un riscaldamento di ben sei gradi per la fine del secolo. Inoltre, il surriscaldamento globale indebolisce le capacità del pianeta assorbire l’anidride carbonica (il principale gas-serra) in eccesso nell’atmosfera. Questo potrebbe accrescere del 44% le concentrazioni di CO2 atmosferico, con la conseguenza di un aumento della temperatura media di 1,2 gradi in più del previsto dai modelli climatici precedenti.

Si mobilitano intanto le associazioni ecologiste per sollecitare nell’opinione pubblica e nei governi una presa d’atto della situazione. Alcuni »arrampicatori« dell’associazione ecologista Greenpeace Francia hanno issato tre striscioni sulla sommità della Torre Eiffel, dopo che una quarantina di militanti del gruppo avevano preso d’assalto il celebre monumento parigino in mattinata mentre si apriva la conferenza degli esperti climatici. Verso le 13, erano stati issati due striscioni, l’uno con il nome di Greenpeace e l’altro in cui si leggeva: «Non è troppo tardi». Deve ancora essere issato un terzo striscione gigante, di 50 metri per 10, su cui figura un termometro bloccato a 2 gradi, la soglia «limite» di riscaldamento al di là della quale la situazione climatica del pianeta diventerebbe ingestibile.

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