domenica 23 dicembre 2007

"A Gore l'Oscar degli ipocriti"

"A Gore l'Oscar degli ipocriti"
La Stampa del 28 febbraio 2007, pag. 12

di Paolo Mastrolilli
Non gli hanno concesso neppure 24 ore di pace. Appena Al Gore ha messo le mani sull’Oscar per il documentario ecologico "An Inconvenient Truth", una verità scomoda, un gruppo conservatore del Tennessee è andato all’attacco a testa bassa, accusandolo di predicare bene e razzolare male. L’oggetto della disputa è la villa dell’ex vice presidente vicino Nashville, che brucia venti volte l’energia di una casa media americana. Gore ha risposto che compra solo elettricità prodotta con fonti rinnovabili e sta ristrutturando la casa per installare i pannelli solari. Il punto dell’attacco, però, è la sua popolarità politica: appena si è tornato a parlare di un’ipotetica candidatura alla Casa Bianca, i conservatori hanno lanciato un assalto per farla deragliare prima ancora di partire.

La famiglia Gore, ricca da generazioni, vive in una spettacolare villa con venti stanze e otto bagni a Belle Meade, nella periferia bene di Nashville. In giardino, poi, ha una piscina riscaldata e una casetta per gli ospiti. Nel corso del 2006, per illuminare questa dimora principesca, Al ha consumato 221.000 kilowattori, ossia circa venti volte la media nazionale, che secondo il Dipartimento dell’Energia è 10.656 kwh. La sua bolletta mensile è stata di 1.359 dollari, per un conto totale che a fine anno ha toccato i 30.000 dollari. Anche nel 2005 i consumi erano stati alti, ma dopo la pubblicazione di «An Inconvenient Truth» sono aumentati del 14%.

La notizia è indiscutibile, perché la fonte sono le bollette pubbliche del Nashville Electric Service. L’organizzazione che le ha rivelate, però, è il Tennessee Center for Policy Research, e questo aiuta a capire le motivazioni. In teoria si tratta di una think tank indipendente, dedicata allo studio delle politiche economiche liberiste. In realtà la biografia del presidente, Drew Johnson, vanta la sua provenienza dall’American Enterpirse Institute, ossia la culla dei neocon a Washington. La sua vice, Nicole Williams, «scrive e presenta seminari per corporation come la DaimlerChrysler», ossia uno dei colossi mondiali dell’auto. Le bollette non sono state scoperte ieri e quindi l’attacco era premeditato, per demolire Gore quando le luci della ribalta erano ancora accese, assegnandogli «l’Oscar dell’ipocrisia».

La portavoce dell’ex vice presidente, Kalee Kreider, ha risposto all’attacco nel merito tecnico e nella sostanza politica. «La famiglia Gore lavora dalla casa in Tennessee, e ciò ha un impatto sui consumi, che comunque cerca di abbassare al minimo. Acquista l’elettricità tramite Green Power Switch, un programma che distribuisce solo energia generata da fonti rinnovabili. Inoltre sta installando i pannelli solari, usa lampadine a basso consumo, e ha preso altre misure per ridurre a zero la propria "carbon footprint"», ossia la quantità di emissioni di biossido di carbonio di cui ogni persona è responsabile.

Sul piano politico, la Kreider non ha dubbi sulla provenienza del colpo basso: «Questi sono gli ultimi rantoli degli scettici del riscaldamento globale. Hanno completamente perso il dibattito, e quindi ora cercano di attaccare il loro avversario più efficace. Visto che Gore dedica la maggior parte del tempo a cercare di promuovere un cambiamento politico su questo problema, non sorprende che chi ha interesse a mantenere lo status quo lo colpisca».

La verità, probabilmente, sta nel mezzo. Predicare e razzolare bene non è facile, e quindi qualche ipocrisia c’è. Ad esempio una delle produttrici di "An Inconvenient Truth", Laurie David, è stata criticata anche dai media liberal perché va in giro con un inquinante jet privato Gulfstream. Però è indubbio che la popolarità di Gore e il successo della sua campagna contro il riscaldamento globale hanno urtato i conservatori.

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