mercoledì 19 dicembre 2007

Bimbi-cavia: in Nigeria rivolta contro i vaccini occidentali

Bimbi-cavia: in Nigeria rivolta contro i vaccini occidentali
Il Riformista del 26 giugno 2007, pag. 1

di Paolo Soldini

È il 1996. In Nigeria si diffonde un'epidemia di meningite che provoca, in poche settimane, 15 mila morti, soprattutto bambini. Ilgoverno di Abuja chiede aiuto all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e alle industrie farmaceutiche internazionali. Una risponde: la Pfizer, l'azienda americana famosa per il Viagra. Un team di me­dici inviati da New York si mette al lavoro in uno degli ospedali da campo in cui vengono accolti i piccoli malati. Hanno un farmaco nuovo, si chia­ma Trovan, appena prodotto dai laboratori della Pfizer. Nell'ospedale c'è anche un'equipe di Me­dici senza frontiere (Msf), ma né a loro né ai ge­nitori dei bambini né a chiunque altro viene chie­sto se sia il caso o no di testare il farmaco su 200 piccoli malati. I medici del team americano avrebbero anche nascosto ai familiari il fatto che nello stesso ospedale i bambini potevano essere curati con gli antibiotici di cui gli operatori di Msf erano abbondantemente forniti.



Insomma: duecento cavie umane, trattate co­me cavie e basta in nome del profitto. Duecento bambini usati come oggetti senza valore per sco­prire che la medicina non funziona e, soprattutto, che ha effetti collaterali micidiali. Dei 200 piccoli malati, infatti, 11 muoiono, molti restano paraliz­zati, molti perdono la vista, altri l'udito. Tutti, sen­za eccezioni, soffrono conseguenze gravi.



Oggi sulla vicenda, che ricorda in modo im­pressionante la trama dell'ultimo romanzo di John Le Carré The Constant Gardener (e del film che ne è stato tratto), ad Abuja comincia un pro­cesso che potrebbe fare storia. Il governo nigeria­no, dopo aver a lungo esitato di fronte alle richie­ste disperate dei genitori delle piccole vittime, si decide a chiedere alla Pfizer un risarcimento di 7 miliardi di dollari. L'entità della richiesta è motiva­ta anche da un «effetto collaterale» che nessuno avrebbe mai potuto prevedere: nel nord del pae­se, dominato dai clan musulma­ni, dopo lo scoppio dello scan­dalo si è diffusa la fobìa delle medicine fornite «dagli occiden­tali», i quali, secondo i fanatici islamici, starebbero operando una vera e propria sterilizzazio­ne di massa per cancellare dal paese tutti i seguaci di Allah. Molti ambulatori sono stati di­strutti e nella regione viene boicottata violentemente la distribuzione di ogni vac­cino che venga dall'estero. La conseguenza è che, secondo l'Oms, la poliomielite e altre malattie in­fettive starebbero infuriando di nuovo in zone da cui erano state sradicate.


La Pfizer si difende sostenendo che non si può affermare con certezza che la trovafexodna, il principio attivo del Trovan, sia stato l'effettiva causa delle morti e delle gravissime menomazioni. Ma a smentirli c'è, oltre al modo clandestino con cui il farmaco veniva somministrato, un preci­so warning lanciato nel '99 dalla Food and drug amministration (Fda). Secondo l'ente federale statunitense, l'uso del Trovan, che non è mai stato approvato per il trattamento della meningite, è «legato a tos­sicità epatica e mortalità». L'e­lenco delle controindicazioni pubblicato dal British Medical Journal (Bmj) d'altra parte riempie pagine e pagine: ci sono scritti tutti i motivi per cui quel­la medicina non avrebbe mai dovuto essere somministrata a 200 poveri innocenti.

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