mercoledì 26 dicembre 2007

Eurofighter e basi, la Difesa va a go go

Eurofighter e basi, la Difesa va a go go

Tutte le cifre delle spese militari nel dossier di Sbilanciamoci: il 41% degli
impianti Usa in Italia a carico del governo, via libera al progetto F-35

Emanuele Giordana

tratto da il manifesto 18/10/2007

Roma
Sull’uscio della sala stampa del senato dove viene presentato il rapporto di
Sbilanciamoci una Silvana Pisa furente lascia la conferenza stampa per andare a
votare: «Sono furiosa - dice la senatrice - proprio perché sentiamo dire dal
rapporto quel che abbiamo sempre sostenuto e cioè che ci voleva una svolta. Ma
poi al momento buono finiamo sotto ricatto: siamo quelli per cui poi il
governo… rischia di cadere». L’oggetto del contende è l’ennesimo aumento
della spesa per la difesa di cui Silvana Pisa, senatrice della maggioranza, ha
da poco parlato con Parisi. La parlamentare, come molti altri presenti in sala
stampa, sa bene di cosa parla il rapporto di Sbilanciamoci, il cui affondo
sulle spese militari viene affidato a Massimo Paolicelli (Obiettori
Nonviolenti), curatore del capitolo «Disarmare l’economia, costruire la pace».
Titolo davvero stridente rispetto a come vanno in realtà le cose se la
Finanziaria del 2008 prevede un aumento dell’11% delle spese militari rispetto
al 2007 (oltre due mld di euro). Aumento che ne segue uno precedente che ha
riportato in ottimo attivo le bilance del ministero della Difesa dopo i tagli
del governo Berlusconi. Morale? L’Italia del centrosinistra spende di più nel
capitolo militare che in passato e di notizie buone nel settore ne può
accampare solo una: diminuiscono i tribunali militari.
Che la spesa militare nel mondo aumenti lo ha appena certificato lo Stockholm
international peace research institute (Sipri) di Stoccolma: un 3,5% in più nel
2007, con un giro d’affari di oltre mille miliardi di dollari. Per armarci,
spendevamo 173 dollari a testa, adesso 184. Merito di Afghanistan e Iraq ma
anche della grande paura del terrorismo. Malattia contagiosa e anche l’Italia
ne risente. Non durante il centrodestra, la cui mannaia tremontiana si era
abbattuta anche sul dicastero guidato da Martino. Ma già nel 2007 la prima
finanziaria di sinistra aumenta la spesa militare dell’11,3%. Anche Padoa
Schioppa proverà a dare fendenti di taglio. Inutile. Dai 17.782 milioni di euro
del 2006 si passa a 21.011 nel 2007 e a 23.352 nella Finanziaria attuale. Così
ripartiti: 115 milioni per le funzioni esterne, 230 per le pensioni
provvisorie, 5.358 per i carabinieri, 15.224 a esercito, aeronautica e
aviazione. Oltre la metà va in stipendi (59,5%), il 24,1% in investimenti
(3.500 milioni circa in ammodernamento di mezzi e infrastrutture e 77 in
ricerca) e solo il 16,4% in «esercizio». Ma la spesa è ancora più lata di
quanto non appaia. Se gli aumenti degli stipendi si devono alla nascita
dell’esercito di carriera (quasi 200mila effettivi) altre spese non figurano a
bilancio: ad esempio il miliardo di euro per le missioni all’estero (19 in cui
la parte del leone tocca a Libano e Afghanistan). Ma il documento fa le pulci
anche al futuro.
A parte i 155 milioni stanziati per le fregate Freem (fregate multimissione
europee) e i 968 per gli intercettatori Eurofighter, l’Italia si è incamminata
- con una mossa abbastanza defilata e poco pubblicizzata - nel progetto di
costruzione del Joint Strike Fighter (F-35), aereo da combattimento monomotore,
velocissimo e con stive anche per ordigni nucleari. Dopo l’ultima informativa al
parlamento del gennaio 2007 (senza che però vi fosse alcun voto, nota
Sbilanciamoci), la Difesa ha firmato negli Usa l’accordo per passare alla fase
iniziale di quello che è considerato il «programma più costoso della storia
della difesa americana», che non ha per altro cifre certe: si è parlato di 275
miliardi di dollari per 2700 velivoli con costo unitario di 50/70 milioni.
L’Italia dovrebbe acquistare (e in parte partecipare alla costruzione) di 131
esemplari. Un’ipoteca sul futuro circondata da segreti e dubbi sulla possibile
lievitazione (in parte già avvenuta) dei prezzi. Altro capitolo del dossier
riguarda le basi militari straniere su suolo italiano. Oltre al dossier
vicentino, Sbilanciamoci ricorda la presenza di 1.546 edifici posseduti dagli
Usa che ne affittano altri 1.168 (2 mln di mq in totale). Il fatto è che il
loro mantenimento compete però a noi con un contributo alle spese del 41%
(366,54 milioni di dollari). «Ridiscutere la presenza di alcuni insediamenti
nel nostro paese - conclude Sbilanciamoci - comporterebbe un risparmio».
Infine le luci. Con qualche ombra: oltre al capitolo diminuzione dei tribunali
militari c’è il servizio civile, risorsa paese che andrebbe nella direzione di
una svolta nel senso di un nuovo tipo di «difesa della patria». Ma è una
risorsa sottofinanziata (303 milioni di euro contro i 500 necessari per avviare
al servizio civile 60mila giovani). Benché per il 2008 sia previsto un aumento
(da 257 a 303), nel 2009 e 2010 tornerà alla cifra attuale. La spesa militare
continua ad aumentare. Quella per gli obiettori no.

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