lunedì 17 dicembre 2007

"Il grano costa come nel 1985 ma il pane è aumentato del 750%"

"Il grano costa come nel 1985 ma il pane è aumentato del 750%"
La Stampa del 11 settembre 2007, pag. 29

di Fabio Pozzo

Siamo alla resa dei conti. Le famiglie non ce la fanno più e, sotto il peso dei rincari, ri­schiano la bancarotta. Così, al­la vigilia di un autunno che si preannuncia assai «nero», scendono ancora una volta in campo le associazioni dei consumatori. Lo fanno lanciando un allarme prezzi, ma anche un appello al governo affinchè intervenga. E promuovono la protesta della spesa, che cul­minerà giovedì con lo «sciope­ro della pastasciutta».



«Il governo deve intervenire perché ha tutti gli strumenti per tagliare gli aumenti ingiustificati», ha detto il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti. «Chiediamo a Prodi di proclamare l'emergenza prezzi», ha aggiunto il presiden­te del Codacons, Carlo Rienzi, che propone una task force ad hoc, come è stato fatto per i ba­gagli. Le associazioni dei consumatori, spiega il presidente dell'Adoc Carlo Pileri, chiedono anzitutto un blocco immediato di prezzi e tariffe al livello pre­cedente agli aumenti, per poi arrivare ad un taglio del 5%, attraverso un accordo con le par­ti interessate. «Un provvedi­mento che porterebbe le fami­glie a risparmiare almeno 1.000-1.200 euro l'anno».



La protesta dei consumatori si concretizzerà con lo sciopero della pasta, che prenderà il via da piazza Montecitorio giovedì mattina: gli italiani saranno invitati ad astenersi da almeno un acquisto e a rinunciare per un giorno alla pastasciutta (scelta come simbolo dei rinca­ri), che verrà distribuita gratis, insieme a pane e latte, nei presi­di allestiti nelle principali città d'Italia. Sempre nella Capitale, una delegazione delle associa­zioni si recherà davanti alla sede dell'Antitrust per avere uno scambio di vedute con il presi­dente Antonio Catricalà.



Lo sciopero della spesa ve­drà anche la partecipazione del­la Coldiretti. «Consumatori e produttori saranno per la pri­ma volta insieme per eliminare la forbice assurda e criminale - l'ha definita Rienzi - dell'inter­mediazione».



Il fronte anti-rincari denun­cia l'infondatezza degli aumen­ti (che porteranno entro fine an­no a 1.098 euro di spesa media della famiglia), dal momento che il costo della materia prima «incide solo sul 10-15% del prez­zo finale». Un esempio per tut­ti: l'aumento di pane e pasta, che è cresciuto indipendente­mente da quello del grano, che ha lo stesso prezzo del 1985, mentre da allora - ha precisato Coldiretti - il divario dei prezzi tra grano e pane è aumentato del 750%».


L'elenco non può allungarsi. Ieri l'ultima denuncia, dell'Adiconsum: è raddoppiato del co­sto per la revisione auto (da 25 a 45 euro più Iva). Intanto, arri­vano i primi bilanci dell'estate: causa aumenti, 4,7 milioni di fa­miglie hanno rinunciato - secon­do i consumatori - alle vacanze.

Nessun commento: