martedì 11 dicembre 2007

La Rivoluzione "comprata" così il Kaiser finanziò Lenin

Repubblica 10.12.07
La Rivoluzione "comprata" così il Kaiser finanziò Lenin
di Andrea Tarquini

I documenti di Der Spiegel: Guglielmo II voleva rovesciare lo zar suo nemico
La Berlino imperiale "I bolscevichi sono bravi ragazzi"

Non solo la Germania imperiale consentì a Lenin di raggiungere la Russia dalla Svizzera, passando dal suolo tedesco, per scatenarvi la rivoluzione. La Berlino del Kaiser finanziò i bolscevichi con milioni di marchi, allo scopo di rovesciare lo zar e liberarsi così da uno dei suoi nemici nella prima guerra mondiale. È quanto narrano documenti finora segreti, di cui Der Spiegel è venuto in possesso. Alla scoperta, il settimanale di Amburgo dedica la storia di copertina: «Die gekaufte Revolution», la rivoluzione comprata. E in un altro titolo-shock, all´interno, definisce Lenin «Il rivoluzionario di Sua Maestà».
La Corte imperiale, la diplomazia, i servizi segreti, non temevano che il crollo dello zarismo e una vittoria rivoluzionaria avrebbe messo in pericolo anche gli Hohenzollern. «Al momento giusto convinceremo elementi del movimento a collaborare con noi», scrisse l´ambasciatore a Copenhagen, conte Ulrich von Brockdorff- Rantzau. E il piano per lasciar passare Lenin dal territorio tedesco, nell´aprile 1917, non sollevò obiezioni, né da parte del Cancelliere del Reich Bethmann Hollweg, né dal comandante in campo delle forze armate Paul von Hindenburg. Max Hofmann, un alto ufficiale vicinissimo a Hindenburg, scrisse: «Così come faccio sparare granate o lanciare gas contro il nemico, ho il diritto di usare i mezzi della propaganda contro la sua occupazione».
Il nemico del mio nemico è mio amico, fu il motto del Kaiser nella scelta di finanziare Lenin. Scelta senza la quale, osserva Der Spiegel, forse il comunismo non si sarebbe imposto come sistema mondiale, e forse non ci sarebbe stato il Gulag con i suoi milioni di morti.
Al di là dei "se", restano i dossier. Alexander Helphand, socialista rivoluzionario amico di Trockij, commerciante, residente nell´Impero ottomano perché ricercato dalla polizia tedesca, già conosceva Lenin e gli aveva presentato Rosa Luxemburg. Egli contattò l´ambasciata imperiale a Costantinopoli. «Gli interessi del governo tedesco sono identici a quelli dei rivoluzionari russi», disse. A fine febbraio 1915, era pronto un piano di 23 pagine, stilato da Helphand: suggeriva finanziamenti in marchi e forniture di esplosivi per organizzare scioperi, attentati, sabotaggi. A fine maggio 1915, Helphand incontrò Lenin a Berna.
Più volte, scrive Spiegel citando i documenti finora riservati, il Reichsschatzant (Ministero del Tesoro imperiale) fornì allo Auswaertiges Amt (ministero degli Esteri) cospicui pagamenti per «la propaganda rivoluzionaria in Russia». Due milioni di marchi l´11 marzo 1915, quindi poco dopo il piano di 23 pagine. Poi cinque milioni di marchi il 9 luglio 1915, e di nuovo cinque milioni il 3 aprile 1917, pochi giorni prima della partenza di Lenin dall´esilio elvetico alla volta di Pietrogrado. Su un vagone extraterritoriale, nota Der Spiegel, «ma non è vero che fosse un vagone tutto piombato come si è detto finora: aveva tre porte piombate, ma una libera».
I bolscevichi «hanno fornito utili informazioni sulla situazione nella Russia zarista», scrisse allora Walter Nicolai, capo del servizio segreto del Kaiser. A Helphand, ufficialmente ricercato dalla polizia politica imperiale, fu concesso un passaporto di polizia con cui poteva muoversi liberamente nel Reich, in territori occupati o paesi neutrali. Helphand si stabilì in Svezia, e dalla città di confine di Haparanda esportò o contrabbandò in Russia merci di ogni genere. Non si sa quanto, ma certo parte del ricavato finì ai bolscevichi. Che vi finanziarono propaganda, scioperi, proteste. Helphand pare organizzò anche attentati e sabotaggi.
Quando, con la rivoluzione di febbraio, lo zar abdicò, fu l´inizio della sua fine. Von Brockdorff-Rantzau nelle sue note lodò Helphand, «uno dei primi ad aver lavorato per questo successo ora conseguito». Dopo la rivoluzione d´ottobre, Lenin firmò con Berlino la dura pace di Brest-Litowsk. Le potenze dell´Intesa sostenevano la «controrivoluzione» anticomunista. Ma l´Impero di Guglielmo II continuò ad aiutarli. «I bolscevichi sono bravi ragazzi, finora si sono comportati benissimo», scrisse Kurt Riezler, responsabile della politica verso la Russia allo Auswaertiges Amt, chiedendo nuovi soldi per loro. Un anno dopo la rivoluzione bolscevica, e dopo la disfatta militare, a Berlino il Kaiser cadde e fu proclamata la Repubblica, la fragile democrazia di Weimar. Una ventina d´anni dopo Hitler e Stalin risuscitarono seppur temporaneamente il legame, col Patto Molotov-Ribbentrop.

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